Attualità
Regione Puglia approva l'Agenda di Genere, per eliminare le disparità
Al via la consultazione pubblica
Corato - martedì 4 maggio 2021
Comunicato Stampa
La Giunta regionale ha dato il via libera al documento di proposta dell'Agenda di Genere, strategia regionale contro il divario di genere che nello scorso 8 marzo era stata annunciata, con cui apre al confronto ed alla partecipazione del partenariato e del mondo delle associazioni femminili, al fine di raccogliere entro giugno proposte e osservazioni, integrandosi con il nuovo ciclo di programmazione 2021-27 e con gli obiettivi del PNRR.
Soddisfatto il Presidente Michele Emiliano: «Questo documento è una base di discussione concreta, un punto di partenza e non di arrivo, che prosegue adesso con la partecipazione di tutti. Siamo la prima Regione a dotarsi di una Agenda di Genere delle politiche regionali aperta al contributo del partenariato socio economico e delle associazioni di donne, e capace davvero di attraversare tutte le aree di policy, dalle politiche per l'istruzione la formazione e il lavoro, alle politiche sociali e di conciliazione, alle politiche per lo sviluppo economico, alle politiche culturali e per l'innovazione. Quella scritta oggi è la prima pagina di un libro importante, che sta a noi rendere ricco di politiche concrete e innovative in ogni settore della vita economica sociale e culturale, affinché sia significativamente contrastata ogni forma di discriminazione di genere».
Il primo step di elaborazione della proposta regionale di una Agenda di Genere si avvale anche della approvazione contestuale delle Linee guida per la VIG-Valutazione di Impatto di Genere, da applicare, anche con un approccio ex ante, a tutti i programmi attuativi in cui le strutture regionali saranno impegnate.
La Giunta si è avvalsa di uno specifico gruppo di lavoro interassessorile che ha prodotto questo primo draft frutto del confronto con gli assessori e con le strutture delle diverse aree di policy.
Il Gruppo di Lavoro composto da dirigenti e personale interno dotato di specifiche competenze e professionalità in materia di politiche di genere e programmazione, tra cui Francesca Zampano, Antonella Bisceglia, Anna Maria Candela, Serena Scorrano e Tiziana Corti, ha operato con il supporto della Consigliera per l'attuazione del programma Titti De Simone, e con il contributo essenziale di molte altre dirigenti e funzionarie che hanno concorso ad una lettura di genere di molte politiche pubbliche rivolte alla qualità della vita e al benessere socioeconomico dei pugliesi. Questo gruppo di lavoro, con le conferme e gli innesti che gli Assessori e i Direttori riterranno di apportare, proseguirà il suo lavoro presso la Segreteria Generale della Presidenza al fine di un più efficace coordinamento interdipartimentale della programmazione e per mettere a valore ogni apporto specialistico nel percorso di ascolto e di confronto partenariale che comincia oggi e andrà avanti per i prossimi due mesi.
«L'Agenda di genere è fra gli obiettivi centrali del nostro programma di governo perché se non azzeriamo i divari sociali e lavorativi, se non investiamo sul capitale sociale che le donne rappresentano in tutti i settori, non riusciremo a cambiare davvero le cose – commenta Titti De Simone –. In Puglia stiamo realizzando qualcosa di valido e innovativo ponendoci davvero come laboratorio di best practice per il superamento del gap di genere, nel quadro europeo. Un'Agenda di Genere, nell'ottica del mainstreaming richiede infatti interventi trasversali per migliorare le condizioni di vita delle donne in tutti i campi: istruzione, formazione, lavoro, innovazione, salute, welfare, trasporti, ma soprattutto richiede politiche e interventi per l'equità sostanziale, volte a perseguire il più generale obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle donne e degli uomini. Se non superiamo i gap esistenti e acuiti dalla pandemia, non usciremo dalla crisi perché la società tutta non avanzerà».
Sarà compito dell'Ufficio partecipazione della Regione attivare nei prossimi giorni una call per partecipare alla consultazione che si concluderà entro il mese di giugno.
Il documento di 35 pagine, partendo appunto da un corposo lavoro di analisi statistica del contesto regionale, elaborato dall'Ufficio Statistico regionale, definisce la strategia regionale indicando e approfondendone gli obiettivi ed elencando le relative azioni che saranno oggetto di specifiche misure, trasversali e integrate alle diverse aree di policy, per il superamento del divario di genere.
Muovendo dalle strategie internazionali e nazionali sulla parità di genere, l'Agenda si integra con la Strategia regionale di sviluppo sostenibile, approvata con Deliberazione della Giunta Regionale n. 687 del 26/04/2021, e individua a sua volta 5 assi prioritari di intervento, declinando ciascuno di essi in obiettivi strategici e obiettivi operativi, da perseguire con l'apporto di tutte le aree di policy regionali e le strutture amministrative cui afferiscono.
I cinque assi prioritari, indicati dall'Agenda di Genere, e a cui si collegano gli obiettivi strategici e operativi da perseguire attraverso le numerose linee di intervento sono i seguenti:
Asse 1- QUALITÀ DELLA VITA DELLE DONNE E DEGLI UOMINI
L'Obiettivo strategico è migliorare le condizioni di vita delle donne e promuovere la loro partecipazione attiva attraverso un set di azioni che incidano sul contrasto agli stereotipi, costruzione di un'agenda urbana, la medicina di genere, il potenziamento delle infrastrutture sociali, i trasporti, l'associazionismo, gli organismi consultivi e di rappresentanza.
Asse 2 - ISTRUZIONE FORMAZIONE E LAVORO
L'obiettivo strategico è l'empowerment femminile nei settori strategici di istruzione-formazione-lavoro agendo sul contrasto alle povertà educative, sugli incentivi per l'accesso al mercato del lavoro, sulla promozione della conciliazione vita lavoro, sulla corresponsabilità del lavoro di cura familiare fra uomini e donne.
Asse 3 - COMPETITIVITÀ, SOSTENIBILITÀ E INNOVAZIONE
L'obiettivo strategico è favorire la partecipazione delle donne ai processi di sviluppo sostenibile e all'innovazione, sostenendo l'imprenditoria, l'autoimpiego, l'affermazione delle discipline STEM fra le giovani donne, il digitalempowerment, la ricerca e innovazione.
Asse 4 - PER UN LAVORO DI QUALITÀ
L'obiettivo strategico è migliorare le condizioni del lavoro delle donne incidendo sulla precarietà, sul lavoro sommerso, promuovendo maggiore flessibilità lavorativa, sostenendo percorsi di carriera, una costante riqualificazione professionale, agendo sui differenziali salariali, contrastando le molestie sul luogo di lavoro.
Asse 5 - CONTRASTO ALLE MARGINALITÀ e ALLA VIOLENZA DI GENERE
L'obiettivo strategico è contrastare la violenza maschile sulle donne e la violenza motivata dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere e ogni forma di marginalità e discriminazione intervenendo sulle povertà, rafforzando le misure di sostegno al reddito, di inclusione sociale delle persone immigrate, potenziando la rete dei centri antiviolenza, la formazione nelle scuole, offrendo sostegno economico alle vittime di violenza; contrastando ogni forma di discriminazione di genere e promuovendo importanti azioni di sistema per far crescere la qualità dell'azione delle amministrazioni pubbliche sul territorio regionale.
Ad un anno dall'inizio della pandemia – dice il documento - l'aumento del carico di lavoro e di cura, le diverse forme di lavoro e di studio da casa, unito alla riduzione dei servizi di cura a causa dell'emergenza Covid-19, hanno inciso, in modo significativo sulle strutturali asimmetrie di genere. Tutti gli indicatori ci dicono che gli effetti di questo tsunami - che ha investito l'intero pianeta - ha già determinato, anche in Puglia, ricadute che hanno accentuato diseguaglianze di genere preesistenti, colpendo non solo le donne con occupazioni precarie e temporanee ma anche lavoratrici autonome, in modo grave e diverso dal passato, generando nuove forme di discriminazione. Non si tratta solo di lavoro e reddito. La crisi racchiude in sé tutti gli ingredienti di una miscela esplosiva che potrebbe allargare e consolidare, ancor di più di quanto non lo fossero nella situazione pre-covid, le diseguaglianze.
A fronte di un contesto normativo particolarmente avanzato e di significativi investimenti fin qui sostenuti, la Regione Puglia è tutt'ora caratterizzata da livelli di divario di genere importanti e che investono le donne in tutte le dimensioni: politica, sociale, culturale ed economica, ma anche da una disuguaglianza territoriale che naturalmente acuisce ancora di più la disuguaglianza di genere.
L'Agenda di genere indica un intervento di sistema, articolato e multi disciplinare in grado di affrontare sia l'emergenza in corso, sia di orientare le direttrici dello sviluppo dei prossimi anni, integrandosi in tutti i percorsi di programmazione e attraversando tutte le aree di policy: e così, l'Agenda dovrà connettere le proposte regionali e locali di investimenti a valere sul PNRR, l'intera programmazione a valere sui fondi UE e Stato per il 2021-27 e le programmazioni di settore a valere sui fondi nazionali e regionali.
L'attuale dibattito sulle politiche di genere e l'urgenza di intervenire per ridurre il gap di genere, si incrociano, oggi più che mai, con le politiche economiche e di sviluppo, quelle del lavoro e della formazione, con la programmazione di tutti gli interventi strutturali indispensabili per sostenere l'occupazione e per impedire che il divario - economico, culturale e sociale – tra Nord e Sud dell'Italia e tra l'Italia e il l'Europa si acuisca.
Come azione di sistema trasversale a supporto della definizione e dell'attuazione dell'Agenda di Genere, si dà finalmente operatività nelle pratiche di lavoro dei policy maker e dei policy manager regionali all'approccio della Valutazione di Impatto di Genere - VIG - delle politiche pubbliche e delle misure finanziate dagli specifici programmi operativi, e agli strumenti in cui questa si sostanzia. La Giunta ha approvato infatti con apposita delibera l'adozione delle Linee Guida di questo innovativo strumento.
L'acronimo VIG – Valutazione Impatto di Genere – si sostanzia in un processo di confronto e valutazione della situazione attuale e della tendenza prevedibile a seguito dell'introduzione della politica/intervento/azione/proposta, effettuato sulla base di criteri rilevanti rispetto al genere. Si tratta, dunque, di un processo – con metodologia codificata UE – che segue l'intero ciclo di vita di un programma e delle politiche di intervento che ne discendono, prende le mosse dalla fase ex ante, qualificando e supportando metodologicamente la stessa programmazione, segue la vita di un programma o di una politica, e produce indicazioni di orientamento alle scelte e di correzione di eventuali effetti distorsivi su uomini e donne per il miglioramento delle misure proposte.
E proprio sui temi dell'occupazione e del lavoro è intervenuto durante la seduta della Giunta l'Assessore Sebastiano Leo «Se nel 2019 si è toccato il picco di occupazione femminile (9,9 milioni di occupate), il 2020 e il 2021 hanno segnato una brusca inversione di tendenza che ha portato alla cancellazione di quasi il doppio dell'occupazione femminile, insieme alla cospicua diminuzione delle occupate inoltre, vi è un contestuale ed importante aumento delle inattive (62mila in più). Ciò vale soprattutto nel Mezzogiorno e anche nella nostra Puglia che, sul versante dell'occupazione femminile, presenta storiche debolezze che la pandemia ha purtroppo pesantemente acuito. L'Agenda di Genere è dunque fondamentale per mettere a sistema una terapia d'urto, che punta al potenziamento sia del sistema formativo regionale nei settori strategici che nelle politiche per il lavoro, programmando un ventaglio di azioni specifiche ma complementari, dall'orientamento sulle offerte di istruzione e formazione alla messa a punto di un kit di strumenti per l'accompagnamento al lavoro».
Soddisfatto il Presidente Michele Emiliano: «Questo documento è una base di discussione concreta, un punto di partenza e non di arrivo, che prosegue adesso con la partecipazione di tutti. Siamo la prima Regione a dotarsi di una Agenda di Genere delle politiche regionali aperta al contributo del partenariato socio economico e delle associazioni di donne, e capace davvero di attraversare tutte le aree di policy, dalle politiche per l'istruzione la formazione e il lavoro, alle politiche sociali e di conciliazione, alle politiche per lo sviluppo economico, alle politiche culturali e per l'innovazione. Quella scritta oggi è la prima pagina di un libro importante, che sta a noi rendere ricco di politiche concrete e innovative in ogni settore della vita economica sociale e culturale, affinché sia significativamente contrastata ogni forma di discriminazione di genere».
Il primo step di elaborazione della proposta regionale di una Agenda di Genere si avvale anche della approvazione contestuale delle Linee guida per la VIG-Valutazione di Impatto di Genere, da applicare, anche con un approccio ex ante, a tutti i programmi attuativi in cui le strutture regionali saranno impegnate.
La Giunta si è avvalsa di uno specifico gruppo di lavoro interassessorile che ha prodotto questo primo draft frutto del confronto con gli assessori e con le strutture delle diverse aree di policy.
Il Gruppo di Lavoro composto da dirigenti e personale interno dotato di specifiche competenze e professionalità in materia di politiche di genere e programmazione, tra cui Francesca Zampano, Antonella Bisceglia, Anna Maria Candela, Serena Scorrano e Tiziana Corti, ha operato con il supporto della Consigliera per l'attuazione del programma Titti De Simone, e con il contributo essenziale di molte altre dirigenti e funzionarie che hanno concorso ad una lettura di genere di molte politiche pubbliche rivolte alla qualità della vita e al benessere socioeconomico dei pugliesi. Questo gruppo di lavoro, con le conferme e gli innesti che gli Assessori e i Direttori riterranno di apportare, proseguirà il suo lavoro presso la Segreteria Generale della Presidenza al fine di un più efficace coordinamento interdipartimentale della programmazione e per mettere a valore ogni apporto specialistico nel percorso di ascolto e di confronto partenariale che comincia oggi e andrà avanti per i prossimi due mesi.
«L'Agenda di genere è fra gli obiettivi centrali del nostro programma di governo perché se non azzeriamo i divari sociali e lavorativi, se non investiamo sul capitale sociale che le donne rappresentano in tutti i settori, non riusciremo a cambiare davvero le cose – commenta Titti De Simone –. In Puglia stiamo realizzando qualcosa di valido e innovativo ponendoci davvero come laboratorio di best practice per il superamento del gap di genere, nel quadro europeo. Un'Agenda di Genere, nell'ottica del mainstreaming richiede infatti interventi trasversali per migliorare le condizioni di vita delle donne in tutti i campi: istruzione, formazione, lavoro, innovazione, salute, welfare, trasporti, ma soprattutto richiede politiche e interventi per l'equità sostanziale, volte a perseguire il più generale obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle donne e degli uomini. Se non superiamo i gap esistenti e acuiti dalla pandemia, non usciremo dalla crisi perché la società tutta non avanzerà».
Sarà compito dell'Ufficio partecipazione della Regione attivare nei prossimi giorni una call per partecipare alla consultazione che si concluderà entro il mese di giugno.
Il documento di 35 pagine, partendo appunto da un corposo lavoro di analisi statistica del contesto regionale, elaborato dall'Ufficio Statistico regionale, definisce la strategia regionale indicando e approfondendone gli obiettivi ed elencando le relative azioni che saranno oggetto di specifiche misure, trasversali e integrate alle diverse aree di policy, per il superamento del divario di genere.
Muovendo dalle strategie internazionali e nazionali sulla parità di genere, l'Agenda si integra con la Strategia regionale di sviluppo sostenibile, approvata con Deliberazione della Giunta Regionale n. 687 del 26/04/2021, e individua a sua volta 5 assi prioritari di intervento, declinando ciascuno di essi in obiettivi strategici e obiettivi operativi, da perseguire con l'apporto di tutte le aree di policy regionali e le strutture amministrative cui afferiscono.
I cinque assi prioritari, indicati dall'Agenda di Genere, e a cui si collegano gli obiettivi strategici e operativi da perseguire attraverso le numerose linee di intervento sono i seguenti:
Asse 1- QUALITÀ DELLA VITA DELLE DONNE E DEGLI UOMINI
L'Obiettivo strategico è migliorare le condizioni di vita delle donne e promuovere la loro partecipazione attiva attraverso un set di azioni che incidano sul contrasto agli stereotipi, costruzione di un'agenda urbana, la medicina di genere, il potenziamento delle infrastrutture sociali, i trasporti, l'associazionismo, gli organismi consultivi e di rappresentanza.
Asse 2 - ISTRUZIONE FORMAZIONE E LAVORO
L'obiettivo strategico è l'empowerment femminile nei settori strategici di istruzione-formazione-lavoro agendo sul contrasto alle povertà educative, sugli incentivi per l'accesso al mercato del lavoro, sulla promozione della conciliazione vita lavoro, sulla corresponsabilità del lavoro di cura familiare fra uomini e donne.
Asse 3 - COMPETITIVITÀ, SOSTENIBILITÀ E INNOVAZIONE
L'obiettivo strategico è favorire la partecipazione delle donne ai processi di sviluppo sostenibile e all'innovazione, sostenendo l'imprenditoria, l'autoimpiego, l'affermazione delle discipline STEM fra le giovani donne, il digitalempowerment, la ricerca e innovazione.
Asse 4 - PER UN LAVORO DI QUALITÀ
L'obiettivo strategico è migliorare le condizioni del lavoro delle donne incidendo sulla precarietà, sul lavoro sommerso, promuovendo maggiore flessibilità lavorativa, sostenendo percorsi di carriera, una costante riqualificazione professionale, agendo sui differenziali salariali, contrastando le molestie sul luogo di lavoro.
Asse 5 - CONTRASTO ALLE MARGINALITÀ e ALLA VIOLENZA DI GENERE
L'obiettivo strategico è contrastare la violenza maschile sulle donne e la violenza motivata dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere e ogni forma di marginalità e discriminazione intervenendo sulle povertà, rafforzando le misure di sostegno al reddito, di inclusione sociale delle persone immigrate, potenziando la rete dei centri antiviolenza, la formazione nelle scuole, offrendo sostegno economico alle vittime di violenza; contrastando ogni forma di discriminazione di genere e promuovendo importanti azioni di sistema per far crescere la qualità dell'azione delle amministrazioni pubbliche sul territorio regionale.
Ad un anno dall'inizio della pandemia – dice il documento - l'aumento del carico di lavoro e di cura, le diverse forme di lavoro e di studio da casa, unito alla riduzione dei servizi di cura a causa dell'emergenza Covid-19, hanno inciso, in modo significativo sulle strutturali asimmetrie di genere. Tutti gli indicatori ci dicono che gli effetti di questo tsunami - che ha investito l'intero pianeta - ha già determinato, anche in Puglia, ricadute che hanno accentuato diseguaglianze di genere preesistenti, colpendo non solo le donne con occupazioni precarie e temporanee ma anche lavoratrici autonome, in modo grave e diverso dal passato, generando nuove forme di discriminazione. Non si tratta solo di lavoro e reddito. La crisi racchiude in sé tutti gli ingredienti di una miscela esplosiva che potrebbe allargare e consolidare, ancor di più di quanto non lo fossero nella situazione pre-covid, le diseguaglianze.
A fronte di un contesto normativo particolarmente avanzato e di significativi investimenti fin qui sostenuti, la Regione Puglia è tutt'ora caratterizzata da livelli di divario di genere importanti e che investono le donne in tutte le dimensioni: politica, sociale, culturale ed economica, ma anche da una disuguaglianza territoriale che naturalmente acuisce ancora di più la disuguaglianza di genere.
L'Agenda di genere indica un intervento di sistema, articolato e multi disciplinare in grado di affrontare sia l'emergenza in corso, sia di orientare le direttrici dello sviluppo dei prossimi anni, integrandosi in tutti i percorsi di programmazione e attraversando tutte le aree di policy: e così, l'Agenda dovrà connettere le proposte regionali e locali di investimenti a valere sul PNRR, l'intera programmazione a valere sui fondi UE e Stato per il 2021-27 e le programmazioni di settore a valere sui fondi nazionali e regionali.
L'attuale dibattito sulle politiche di genere e l'urgenza di intervenire per ridurre il gap di genere, si incrociano, oggi più che mai, con le politiche economiche e di sviluppo, quelle del lavoro e della formazione, con la programmazione di tutti gli interventi strutturali indispensabili per sostenere l'occupazione e per impedire che il divario - economico, culturale e sociale – tra Nord e Sud dell'Italia e tra l'Italia e il l'Europa si acuisca.
Come azione di sistema trasversale a supporto della definizione e dell'attuazione dell'Agenda di Genere, si dà finalmente operatività nelle pratiche di lavoro dei policy maker e dei policy manager regionali all'approccio della Valutazione di Impatto di Genere - VIG - delle politiche pubbliche e delle misure finanziate dagli specifici programmi operativi, e agli strumenti in cui questa si sostanzia. La Giunta ha approvato infatti con apposita delibera l'adozione delle Linee Guida di questo innovativo strumento.
L'acronimo VIG – Valutazione Impatto di Genere – si sostanzia in un processo di confronto e valutazione della situazione attuale e della tendenza prevedibile a seguito dell'introduzione della politica/intervento/azione/proposta, effettuato sulla base di criteri rilevanti rispetto al genere. Si tratta, dunque, di un processo – con metodologia codificata UE – che segue l'intero ciclo di vita di un programma e delle politiche di intervento che ne discendono, prende le mosse dalla fase ex ante, qualificando e supportando metodologicamente la stessa programmazione, segue la vita di un programma o di una politica, e produce indicazioni di orientamento alle scelte e di correzione di eventuali effetti distorsivi su uomini e donne per il miglioramento delle misure proposte.
E proprio sui temi dell'occupazione e del lavoro è intervenuto durante la seduta della Giunta l'Assessore Sebastiano Leo «Se nel 2019 si è toccato il picco di occupazione femminile (9,9 milioni di occupate), il 2020 e il 2021 hanno segnato una brusca inversione di tendenza che ha portato alla cancellazione di quasi il doppio dell'occupazione femminile, insieme alla cospicua diminuzione delle occupate inoltre, vi è un contestuale ed importante aumento delle inattive (62mila in più). Ciò vale soprattutto nel Mezzogiorno e anche nella nostra Puglia che, sul versante dell'occupazione femminile, presenta storiche debolezze che la pandemia ha purtroppo pesantemente acuito. L'Agenda di Genere è dunque fondamentale per mettere a sistema una terapia d'urto, che punta al potenziamento sia del sistema formativo regionale nei settori strategici che nelle politiche per il lavoro, programmando un ventaglio di azioni specifiche ma complementari, dall'orientamento sulle offerte di istruzione e formazione alla messa a punto di un kit di strumenti per l'accompagnamento al lavoro».