Gelate vigneti
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Gelate notturne in Puglia, gravi danni e raccolti compromessi

Il monitoraggio di Cia Puglia e Coldiretti e la richiesta di interventi regionali per lo stato di calamità naturale

Un intero campo di tulipani, il primo e l'unico in tutta la Puglia, è andato completamente distrutto. È successo a Foggia, ma le gelate hanno colpito duro in tutta la regione e hanno riguardato ogni tipologia di coltura: vigneti, frutteti, ortaggi, seminativi, mandorleti e fiori sono stati pesantemente danneggiati e, in molti casi, i prossimi raccolti potrebbero essere in parte o del tutto compromessi.

CIA Agricoltori Italiani della Puglia sta raccogliendo e verificando segnalazioni da tutte le province. Danni dal Nord al Sud della Regione a causa di temperature che nella notte e nella prima mattinata di venerdì 9 aprile sono scese sotto lo zero. Le gelate hanno colpito duro nel Barese, nella Bat, nel Foggiano, in provincia di Taranto, nel Brindisino e nel Leccese.

«È un disastro, un colpo al cuore», ha dichiarato Raffaele Carrabba, presidente di CIA Agricoltori Italiani della Puglia. «Il colpo di coda di un inverno fuori tempo ha dato la mazzata finale al comparto primario, già messo alle corde dalle conseguenze della pandemia».

CIA Puglia ha scritto all'assessore regionale all'Agricoltura Donato Pentassuglia, al quale hanno chiesto di «attivare i competenti uffici regionali per effettuare le necessarie perimetrazioni e delimitazioni delle aree danneggiate al fine di richiedere lo Stato di Calamità naturale. Il problema dei cambiamenti climatici e dei conseguenti danni al comparto agricolo da calamità atmosferiche, ormai da anni, sta compromettendo ulteriormente l'attività delle imprese agricole, anche a causa dei cronici ritardi legati ai riconoscimenti dei relativi ristori agli agricoltori. Occorre una riforma della legge, che risulta allo stato anacronistica e ormai inadeguata. Come è necessario costituire un fondo assicurativo per tutelare le aziende agricole dagli eventi naturali e dalle crisi di mercato, in parte coperto dalla fiscalità generale ed in parte dai fondi del Psr, per svincolare gli agricoltori sui rischi da assicurare e ridurre le franchigie. Le chiediamo, pertanto, anche nella sua veste di Presidente della Commissione Politiche Agricole della Conferenza Stato-Regioni, di voler convocare a livello pugliese un tavolo di discussione sull'intera problematica evidenziata».

Anche Coldiretti Puglia ha avviato un monitoraggio sugli effetti dell'ondata di freddo gelido che ha devastato i raccolti dalle province di Bari e BAT, a Foggia fino all'agro di Brindisi per cui sono state attivate le procedure per la dichiarazione urgente di stato di calamità naturale. In provincia di Foggia il bilancio parla del 100% di danno per i vigneti a spalliera, del 50% sotto i tendoni e una perdita del 50% sui frutteti, oltre alla compromissione degli ortaggi e dei grani precoci. Medesimo scenario in provincia di Brindisi. Una situazione drammatica per molte imprese agricole che – denuncia Coldiretti Puglia - hanno perso in una notte il lavoro di un intero anno.

«A rischio – precisa Coldiretti - le coltivazioni più precoci di grano, che potrebbero dover essere riseminate ma fuori dal riposo invernale e, pertanto, più sensibili al gelo, ci sono anche la vite e l'ulivo. Siamo di fronte in Puglia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha fatto perdere – conclude Coldiretti Puglia – oltre 3 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti».

Sull'opportunità di interventi celeri si è espresso anche Dino Scanavino, presidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani: «Il passaggio tra istituzioni regionali e centrali deve essere automatico per dare risposte che ormai conosciamo, come il riconoscimento dello stato di calamità naturale utile ad attivare i risarcimenti in tempi rapidi. Allo stesso tempo - ha aggiunto Scanavino - occorre, sul piano nazionale, spingere l'innovazione sul fronte degli strumenti di gestione del rischio che vanno adeguati prontamente ai cambiamenti climatici in atto, ma anche incentivare e aumentare il contributo a favore dell'assicurazione del raccolto, degli animali e delle piante, già presente in alcuni Psr, utilizzando i fondi della nuova Pac. Il PNRR -ha infine concluso Scanavino- guardi anche a questi eventi estremi e agli effetti drammatici che hanno sull'agricoltura che per affrontarli ha bisogno anche di innovazione e di risorse importanti da destinare a sistemi tecnologici di protezione delle colture».
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