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Sfortuna per Carrer in azzurro al Gran Premio della Liberazione
Caduta in corsa per il portacolori coratino del Team Bike Terenzi-Eurobike
Corato - giovedì 29 aprile 2021
16.00 Comunicato Stampa
Il 74esimo Gran Premio della Liberazione va in archivio un po' nel barattolo del dolce e per metà in quello dell'amaro per la squadra plurima Team Bike Terenzi-Eurobike.
Se da un lato lo sforzo organizzativo messo in campo dai biancocelesti di patron Claudio Terenzi ha permesso il ritorno in grande stile del "Mondiale di Primavera" sulle strade della Capitale, dall'altro la squadra padrone di casa non è riuscita ad esprimere il meglio nella seconda delle tre gare di giornata, quella dedicata alla categoria juniores. L'elevata appetibilità della corsa ne ha reso nervoso lo sviluppo, con numerosi elastici, molta irregolarità e soprattutto alcune cadute.
Una particolarmente spettacolare, e non senza conseguenze, ha coinvolto il coratino Vittorio Carrer, che partiva con il numero dorsale "1" e invece della consueta divisa biancoceleste vestiva l'azzurro della nazionale italiana. Carrer, in forza al Team Bike Terenzi-Eurobike, era stato convocato dal CT Fausto Scotti nella rappresentativa della nazionale di ciclocross, un'iniziativa che lo staff azzurro ha fortemente voluto per monitorare da vicino i protagonisti della stagione invernale anche nell'attività su strada, nell'ottica della multi-disciplina.
Vittorio Carrer, che si è ben comportato in gara e aveva da poco compiuto un tentativo di fuga, nel corso del nono dei quindici giri del circuito delle Terme di Caracalla è stato messo a terra da una carambola di gruppo, che gli ha causato danni meccanici ed escoriazioni su diverse parti del corpo. Nulla di rotto (meno fortunati gli autori della caduta) ma gara finita e tanta rabbia da sfogare.
«Vestire la maglia della nazionale è stata una bella esperienza, mi sono trovato radicalmente in un altro ambito, in cui si ha una visione diversa della corsa e del suo intorno – commenta il coratino a ruote ferme - Tutti i dettagli assumono importanza, rappresentando l'Italia non si lascia nulla a caso e tutti gli atteggiamenti quotidiani sono improntati alla massima serietà. Non sarà certo l'ultima volta che indosserò questa maglia anche perché – aggiunge sorridendo – la mia è a brandelli e ne avrò bisogno di un'altra. Domenica sono stato coinvolto mio malgrado in una caduta, non dovuta a mie responsabilità, come spesso avviene in gruppo su strada, e sono stato costretto a fermarmi. Tenterò di rifarmi subito, a Canosa il 9 maggio puntando alla vittoria. E nel frattempo c'è la mountain bike».
Se da un lato lo sforzo organizzativo messo in campo dai biancocelesti di patron Claudio Terenzi ha permesso il ritorno in grande stile del "Mondiale di Primavera" sulle strade della Capitale, dall'altro la squadra padrone di casa non è riuscita ad esprimere il meglio nella seconda delle tre gare di giornata, quella dedicata alla categoria juniores. L'elevata appetibilità della corsa ne ha reso nervoso lo sviluppo, con numerosi elastici, molta irregolarità e soprattutto alcune cadute.
Una particolarmente spettacolare, e non senza conseguenze, ha coinvolto il coratino Vittorio Carrer, che partiva con il numero dorsale "1" e invece della consueta divisa biancoceleste vestiva l'azzurro della nazionale italiana. Carrer, in forza al Team Bike Terenzi-Eurobike, era stato convocato dal CT Fausto Scotti nella rappresentativa della nazionale di ciclocross, un'iniziativa che lo staff azzurro ha fortemente voluto per monitorare da vicino i protagonisti della stagione invernale anche nell'attività su strada, nell'ottica della multi-disciplina.
Vittorio Carrer, che si è ben comportato in gara e aveva da poco compiuto un tentativo di fuga, nel corso del nono dei quindici giri del circuito delle Terme di Caracalla è stato messo a terra da una carambola di gruppo, che gli ha causato danni meccanici ed escoriazioni su diverse parti del corpo. Nulla di rotto (meno fortunati gli autori della caduta) ma gara finita e tanta rabbia da sfogare.
«Vestire la maglia della nazionale è stata una bella esperienza, mi sono trovato radicalmente in un altro ambito, in cui si ha una visione diversa della corsa e del suo intorno – commenta il coratino a ruote ferme - Tutti i dettagli assumono importanza, rappresentando l'Italia non si lascia nulla a caso e tutti gli atteggiamenti quotidiani sono improntati alla massima serietà. Non sarà certo l'ultima volta che indosserò questa maglia anche perché – aggiunge sorridendo – la mia è a brandelli e ne avrò bisogno di un'altra. Domenica sono stato coinvolto mio malgrado in una caduta, non dovuta a mie responsabilità, come spesso avviene in gruppo su strada, e sono stato costretto a fermarmi. Tenterò di rifarmi subito, a Canosa il 9 maggio puntando alla vittoria. E nel frattempo c'è la mountain bike».