La Gastronave Innamorata
Vino Natural Durante
Il vino naturale che dura. Dove Naturale diventa pleonastico, non una categoria
sabato 9 settembre 2017
19.05
L' idea era di fare chiarezza sulla differenza tra vini naturali, bio, bioequalchecosa e vini convenzionali.
Pezzone figo, da totmila condivisioni, applauso del direttore e ola a seguito della redazione tutta.
Il risultato è che, dopo aver stampato carta (riciclata, giuro!) per l'equivalente di mezza foresta Amazzonica e aver collezionato una dozzina di serate a spulciare documenti ( -dozzina di serate che avresti potuto investire nella ricerca di un uomo volenteroso di "spolverare"- , commenta un mio simpatico amico), decido di rifarmi esclusivamente all'esperienza umana della gente in cui sono inciampata ultimamente.
Direttore, sarò io stessa a consigliarle gente seria a cui affidare la sua rubrica!
Luca Palmieri, giovane tranese. Cuore e anima di Lost & Found e Food & More. Appassionato di vini. Appassionato di fotografia. Appassionato. Insomma, uno di quegli uomini per cui la tua consolidata singletudine di cui vai fiera, subisce qualche scossone. Assestato il terreno, decido di intraprendere con lui un'esperienza enoica, un'altra esperienza eroica non la reggerei. Se state perdendo dieci minuti della vostra vita, con la faccia spiaccicata sullo schermo, sappiate che è colpa sua. Sappiate anche che, se volete imparare a roteare un calice, a prendere i vostri uomini per la gola o, possedete una reflex e scattate solo in "Auto", come me, lui organizza corsi con un concept vincente. Sono brevi, tenuti da professionisti del settore, non dovrete vendervi un rene per partecipare.
Diego Biancofiore, patron del Ristorante Biancofiore, di Bari. Entri, si scagliano perentori colori tenui. Se vi scoccia comprimere il diaframma per fare Pranayama, venite qui, l'effetto è lo stesso. Si respira la passione di chi ci sta dentro. La cucina a vista e Giacinto Fanelli, lo chef, dallo sguardo timido e, dalle mani (letteralmente) in pasta amorevoli, rapiscono gli occhi. Adoro l'entusiasmo con cui Diego continua ad aprire bottiglie. Lo osservo. Lui parla e io m'innamoro. Comincio a pensare che la sua esperienza ventennale con i vini naturali lo abbia disintossicato, non solo dagli additivi chimici, ma da un sistema che ci rende schiavi di convenzioni.
Massimo Lanini, toscanaccio adottato dalla Terronia, gestisce Il Canto dei Bischeri, a Bari (caro amico simpatico, sappi che sprecherò un'altra dozzina di serate a scrivere di lui). Per il momento vi riporterò la chiusura di una degustazione durata quattro bottiglie.
"Oh, che lo si fa per romerlic#######!". Sono ufficialmente persa di quest'uomo. Discutere sui profumi di un vino va bene. Confrontare il lavoro di diversi produttori, anche. Ma prendiamo ciò che di buono ha fatto ognuno di loro, confidando nella lealtà del loro credo. Beviamo e sperimentiamo, ma soprattutto, godiamocela!
Josko Gravner, produttore del Collio. Non mi capitava di diventare così ossessivo compulsiva nel cercare materiale sul web, dai tempi in cui ho scoperto Capossela. Conoscevo la sua storia e ho bevuto la sua Ribolla Gialla, anni fa. Ma erano i tempi in cui inflazionavo l'uso dell' abbastanza e giravo la testa di profilo per ficcare il naso nel calice, che faceva molto chic. Ho ascoltato le sue interviste. Ho visto un uomo raccontare dei propri errori nella sincera consapevolezza di essere un uomo, prima di tutto. Ho percepito un legame viscerale con la terra. Che tu sia un appassionato di vini, o no, questo video dovresti guardartelo. Racconta di vita nella forma del vino. L'uomo trasforma il vino con il semplice aiuto della terra. Poi abbiamo abusato della chimica e della tecnologia e siamo rimasti fottuti.
I vini biologici sono regolamentati e controllati dalla Comunità Europea. Esistono limitazioni nelle pratiche di cantina e nella quantità di solforosa. I vini biodinamici dispongono degli Standard Demeter. Un ente che fissa ulteriori limitazioni nell'uso della chimica di sintesi anche sui terreni. Qui il cosmo è visto come creatore delle forze vitali e creare un'ecosistema completo basta alla vite per crescere sana.
Esistono, altresì, consorzi autocertificati come Vinnatur, Vini Veri, Triple A, che, basandosi sulle leggi della biodinamica, hanno sostanzialmente lo stesso obiettivo, riportare nel liquido l'autenticità varietale dell'uva e della zona. Ognuna di esse demonizza in misure diverse l'enologia fatta di pratiche invasive.
Nel periodo storico in cui la parola Bio sta per comparire anche come filtro, nella ricerca di persone, sui siti di incontri, credo che l'unica cosa da fare sia fidarsi del proprio stomaco.
Affidarsi ai propri sensi nel saper riconoscere la bontà di un vino, la sincerità di chi lo fa. Prescindendo dalle etichette, dalle regole, dai titoli, riconosciuti ufficialmente o no.
Essere anarchici, dando solo alle nostre emozioni, al nostro giudizio la possibilità di decidere se un vino è il frutto di un lavoro sano, oppure no.
Imparare a discernere l'onestà di un produttore, dalla categoria a cui appartiene, eludendo da chi si fa profeta, spesso solo per fini commerciali o dai modaioli.
Essere curiosi. Scavare nella vita, nel vino, nel vignaiolo.
Approcciare ad una bottiglia con leggerezza, con semplicità.
Vino Natural Durante (Durante: participio presente di durare). Il vino naturale che dura. Dove Naturale diventa pleonastico, non una categoria.
Pezzone figo, da totmila condivisioni, applauso del direttore e ola a seguito della redazione tutta.
Il risultato è che, dopo aver stampato carta (riciclata, giuro!) per l'equivalente di mezza foresta Amazzonica e aver collezionato una dozzina di serate a spulciare documenti ( -dozzina di serate che avresti potuto investire nella ricerca di un uomo volenteroso di "spolverare"- , commenta un mio simpatico amico), decido di rifarmi esclusivamente all'esperienza umana della gente in cui sono inciampata ultimamente.
Direttore, sarò io stessa a consigliarle gente seria a cui affidare la sua rubrica!
Luca Palmieri, giovane tranese. Cuore e anima di Lost & Found e Food & More. Appassionato di vini. Appassionato di fotografia. Appassionato. Insomma, uno di quegli uomini per cui la tua consolidata singletudine di cui vai fiera, subisce qualche scossone. Assestato il terreno, decido di intraprendere con lui un'esperienza enoica, un'altra esperienza eroica non la reggerei. Se state perdendo dieci minuti della vostra vita, con la faccia spiaccicata sullo schermo, sappiate che è colpa sua. Sappiate anche che, se volete imparare a roteare un calice, a prendere i vostri uomini per la gola o, possedete una reflex e scattate solo in "Auto", come me, lui organizza corsi con un concept vincente. Sono brevi, tenuti da professionisti del settore, non dovrete vendervi un rene per partecipare.
Diego Biancofiore, patron del Ristorante Biancofiore, di Bari. Entri, si scagliano perentori colori tenui. Se vi scoccia comprimere il diaframma per fare Pranayama, venite qui, l'effetto è lo stesso. Si respira la passione di chi ci sta dentro. La cucina a vista e Giacinto Fanelli, lo chef, dallo sguardo timido e, dalle mani (letteralmente) in pasta amorevoli, rapiscono gli occhi. Adoro l'entusiasmo con cui Diego continua ad aprire bottiglie. Lo osservo. Lui parla e io m'innamoro. Comincio a pensare che la sua esperienza ventennale con i vini naturali lo abbia disintossicato, non solo dagli additivi chimici, ma da un sistema che ci rende schiavi di convenzioni.
Massimo Lanini, toscanaccio adottato dalla Terronia, gestisce Il Canto dei Bischeri, a Bari (caro amico simpatico, sappi che sprecherò un'altra dozzina di serate a scrivere di lui). Per il momento vi riporterò la chiusura di una degustazione durata quattro bottiglie.
"Oh, che lo si fa per romerlic#######!". Sono ufficialmente persa di quest'uomo. Discutere sui profumi di un vino va bene. Confrontare il lavoro di diversi produttori, anche. Ma prendiamo ciò che di buono ha fatto ognuno di loro, confidando nella lealtà del loro credo. Beviamo e sperimentiamo, ma soprattutto, godiamocela!
Josko Gravner, produttore del Collio. Non mi capitava di diventare così ossessivo compulsiva nel cercare materiale sul web, dai tempi in cui ho scoperto Capossela. Conoscevo la sua storia e ho bevuto la sua Ribolla Gialla, anni fa. Ma erano i tempi in cui inflazionavo l'uso dell' abbastanza e giravo la testa di profilo per ficcare il naso nel calice, che faceva molto chic. Ho ascoltato le sue interviste. Ho visto un uomo raccontare dei propri errori nella sincera consapevolezza di essere un uomo, prima di tutto. Ho percepito un legame viscerale con la terra. Che tu sia un appassionato di vini, o no, questo video dovresti guardartelo. Racconta di vita nella forma del vino. L'uomo trasforma il vino con il semplice aiuto della terra. Poi abbiamo abusato della chimica e della tecnologia e siamo rimasti fottuti.
I vini biologici sono regolamentati e controllati dalla Comunità Europea. Esistono limitazioni nelle pratiche di cantina e nella quantità di solforosa. I vini biodinamici dispongono degli Standard Demeter. Un ente che fissa ulteriori limitazioni nell'uso della chimica di sintesi anche sui terreni. Qui il cosmo è visto come creatore delle forze vitali e creare un'ecosistema completo basta alla vite per crescere sana.
Esistono, altresì, consorzi autocertificati come Vinnatur, Vini Veri, Triple A, che, basandosi sulle leggi della biodinamica, hanno sostanzialmente lo stesso obiettivo, riportare nel liquido l'autenticità varietale dell'uva e della zona. Ognuna di esse demonizza in misure diverse l'enologia fatta di pratiche invasive.
Nel periodo storico in cui la parola Bio sta per comparire anche come filtro, nella ricerca di persone, sui siti di incontri, credo che l'unica cosa da fare sia fidarsi del proprio stomaco.
Affidarsi ai propri sensi nel saper riconoscere la bontà di un vino, la sincerità di chi lo fa. Prescindendo dalle etichette, dalle regole, dai titoli, riconosciuti ufficialmente o no.
Essere anarchici, dando solo alle nostre emozioni, al nostro giudizio la possibilità di decidere se un vino è il frutto di un lavoro sano, oppure no.
Imparare a discernere l'onestà di un produttore, dalla categoria a cui appartiene, eludendo da chi si fa profeta, spesso solo per fini commerciali o dai modaioli.
Essere curiosi. Scavare nella vita, nel vino, nel vignaiolo.
Approcciare ad una bottiglia con leggerezza, con semplicità.
Vino Natural Durante (Durante: participio presente di durare). Il vino naturale che dura. Dove Naturale diventa pleonastico, non una categoria.