#iorestoacasaeracconto
Domandiamoci: Abbiamo vissuto degnamente? È da qui che dobbiamo ripartire
La riflessione di Alessandra Quercia per #iorestocasaeracconto
lunedì 20 aprile 2020
Sono tante le parole che potrebbero descrivere questo periodo e nonostante ciò, nessuna di queste saprebbe rendere giustizia al fiume di pensieri e di emozioni che mi assale, ogni volta che mi fermo a pensare e a riflettere.
Giorni fa, il caso ha voluto che mi imbattessi in una poesia di Giuseppe Ungaretti intitolata "Per i morti della Resistenza". Recita così: Qui/ Vivono per sempre/ Gli occhi che furono chiusi alla luce/ Perché tutti/ Li avessero aperti/ Per sempre/ Alla luce.
Non ho potuto fare a meno di pensare a coloro che hanno fatto parte della Resistenza, ai nostri nonni che hanno combattuto in guerra, ai loro sacrifici, a ciò a cui hanno dovuto assistere, ai brividi di freddo, ai morsi della fame ed a mille sofferenze patite in trincea. E tutto questo per garantirci la libertà, il benessere, insomma quella che noi oggi chiamiamo normalità.
Cosa ci viene chiesto di fare oggi, invece?
Semplicemente di restare a casa.
Abbiamo l'opportunità di poter salvare il presente ma anche il nostro futuro, restando comodamente nelle nostre abitazioni, provviste di tutti i comfort possibili, per alleggerire il peso della noia e dello sconforto.
È a dir poco sconcertante, però, notare come l'indifferenza regni sovrana ancora in una piccola parte della popolazione.
Come può l'immagine degli autocarri dell'esercito che trasportano le salme di coloro che sono morti per il COVID 19 non averci minimamente toccato? Le fosse comuni negli Stati Uniti? Le immagini delle Case Famiglia che accolgono bambini i cui genitori sono morti, entrambi nel giro di pochi giorni, per questo dannato virus? E come possiamo non citare le residenze sanitarie assistenziali in cui molti anziani non possono ricevere l'abbraccio dei propri cari?
Come può tutto questo non far crescere un briciolo di responsabilità in ognuno di noi?Come possiamo continuare imperterriti a ignorare ciò che succede attorno a noi e continuare a condurre egoisticamente la vita di sempre?
Potrebbe aiutarci nella riflessione, un testo tratto da un'antologia di scritti del 1917-1918 di Antonio Gramsci, filosofo, giornalista e critico letterario italiano, redatta nel 2011 sotto il titolo "Odio gli indifferenti".
Egli infatti, nell'incipit asserisce:"[…] Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita."
Una volta passato quest'incubo dunque, domandiamoci: Abbiamo vissuto degnamente?
E' da qui che dobbiamo ripartire!
Giorni fa, il caso ha voluto che mi imbattessi in una poesia di Giuseppe Ungaretti intitolata "Per i morti della Resistenza". Recita così: Qui/ Vivono per sempre/ Gli occhi che furono chiusi alla luce/ Perché tutti/ Li avessero aperti/ Per sempre/ Alla luce.
Non ho potuto fare a meno di pensare a coloro che hanno fatto parte della Resistenza, ai nostri nonni che hanno combattuto in guerra, ai loro sacrifici, a ciò a cui hanno dovuto assistere, ai brividi di freddo, ai morsi della fame ed a mille sofferenze patite in trincea. E tutto questo per garantirci la libertà, il benessere, insomma quella che noi oggi chiamiamo normalità.
Cosa ci viene chiesto di fare oggi, invece?
Semplicemente di restare a casa.
Abbiamo l'opportunità di poter salvare il presente ma anche il nostro futuro, restando comodamente nelle nostre abitazioni, provviste di tutti i comfort possibili, per alleggerire il peso della noia e dello sconforto.
È a dir poco sconcertante, però, notare come l'indifferenza regni sovrana ancora in una piccola parte della popolazione.
Come può l'immagine degli autocarri dell'esercito che trasportano le salme di coloro che sono morti per il COVID 19 non averci minimamente toccato? Le fosse comuni negli Stati Uniti? Le immagini delle Case Famiglia che accolgono bambini i cui genitori sono morti, entrambi nel giro di pochi giorni, per questo dannato virus? E come possiamo non citare le residenze sanitarie assistenziali in cui molti anziani non possono ricevere l'abbraccio dei propri cari?
Come può tutto questo non far crescere un briciolo di responsabilità in ognuno di noi?Come possiamo continuare imperterriti a ignorare ciò che succede attorno a noi e continuare a condurre egoisticamente la vita di sempre?
Potrebbe aiutarci nella riflessione, un testo tratto da un'antologia di scritti del 1917-1918 di Antonio Gramsci, filosofo, giornalista e critico letterario italiano, redatta nel 2011 sotto il titolo "Odio gli indifferenti".
Egli infatti, nell'incipit asserisce:"[…] Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita."
Una volta passato quest'incubo dunque, domandiamoci: Abbiamo vissuto degnamente?
E' da qui che dobbiamo ripartire!