In... Condominio
Cos’è il condominio?
Definizione e Tipologie
venerdì 9 marzo 2018
12.21
La rubrica intitolata "In condominio" sarà interamente dedicata alla materia condominiale. L'obiettivo sarà quello di fornire ai lettori informazioni e chiarimenti, al fine di facilitare la partecipazione alla vita condominiale, spesso scenario di dissidi e, purtroppo, di contenziosi.
Prima di esaminare,dalle successive puntate, i casi pratici, è di primaria importanza, iniziare questa rubrica cercando di dare una definizione di condominio.
Che cosa è? Può sembrare un quesito banale, ma la risposta è tutt'altro che scontata.
In effetti, né il Codice Civile, né le numerose leggi speciali che ne disciplinano gli aspetti peculiari, definiscono il condominio. Esso nasce automaticamente, senza la sottoscrizione di alcun contratto, quando in un edificio coesistono almeno due proprietari che condividono la proprietà di alcune parti comuni, elencate in maniera esemplificativa e non tassativa dall'art. 1117 c.c., dello stabile. In sostanza, nel momento in cui più soggetti diventano proprietari esclusivi delle varie unità immobiliari che compongono l'edificio, sorge la comproprietà delle suddette parti comuni.
Allora è uguale alla comunione? In cosa si distingue?
Il concetto di condominio è legato indissolubilmente a quello di comunione. La peculiarità, però, rispetto alla più generale disciplina della comunione è il presupposto che nello stesso edificio coesistono in capo ai partecipanti diritti di proprietà esclusiva e diritti di godimento sulle parti comuni.
Quindi, si può definire il condominio come una particolare forma di comunione nella quale coesistono parti di proprietà esclusiva e parti di proprietà comune.
Data la definizione, è necessario individuare sinteticamente in quali casi si applica la disciplina codicistica.
Oltre il classico edificio condominiale a più piani, c.d. "condominio verticale", in base alle dimensioni ed ai soggetti coinvolti, si possono distinguere altre particolari tipologie di condominio:
Prima di esaminare,dalle successive puntate, i casi pratici, è di primaria importanza, iniziare questa rubrica cercando di dare una definizione di condominio.
Che cosa è? Può sembrare un quesito banale, ma la risposta è tutt'altro che scontata.
In effetti, né il Codice Civile, né le numerose leggi speciali che ne disciplinano gli aspetti peculiari, definiscono il condominio. Esso nasce automaticamente, senza la sottoscrizione di alcun contratto, quando in un edificio coesistono almeno due proprietari che condividono la proprietà di alcune parti comuni, elencate in maniera esemplificativa e non tassativa dall'art. 1117 c.c., dello stabile. In sostanza, nel momento in cui più soggetti diventano proprietari esclusivi delle varie unità immobiliari che compongono l'edificio, sorge la comproprietà delle suddette parti comuni.
Allora è uguale alla comunione? In cosa si distingue?
Il concetto di condominio è legato indissolubilmente a quello di comunione. La peculiarità, però, rispetto alla più generale disciplina della comunione è il presupposto che nello stesso edificio coesistono in capo ai partecipanti diritti di proprietà esclusiva e diritti di godimento sulle parti comuni.
Quindi, si può definire il condominio come una particolare forma di comunione nella quale coesistono parti di proprietà esclusiva e parti di proprietà comune.
Data la definizione, è necessario individuare sinteticamente in quali casi si applica la disciplina codicistica.
Oltre il classico edificio condominiale a più piani, c.d. "condominio verticale", in base alle dimensioni ed ai soggetti coinvolti, si possono distinguere altre particolari tipologie di condominio:
- Il c.d. "condominio minimo", nel caso in cui un edificio abbia soltanto due proprietari;
- Il c.d. "supercondominio" o "condominio orizzontale", disciplinato dall'art. 1117bis c.c., quando più unità immobiliari o edifici o condominii abbiano parti comuni (ad esempio parchi o parcheggi);
- Il c.d. "condominio parziale", nel momento in cui alcune parti comuni servono soltanto alcuni condòmini.