In... Condominio
Barbecue in condominio: si può?
Regole e limitazioni
martedì 13 novembre 2018
12.26
Ci stiamo godendo un ottimo barbecue con amici o parenti, quando ad un certo punto arriva il vicino che si lamenta per il fumo e l'odore.
Ma si può grigliare?
Non ci sono norme che vietano l'utilizzo del barbecue negli ambienti condominiali, ma vi è l'obbligo di rispettare la tollerabilità delle emissioni relativamente al contesto specifico in cui si opera.
Al riguardo, l'art. 844 del Codice Civile dispone che «Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi».
Sul concetto di normale tollerabilità, e sulla sua valutazione, sono intervenute numerose sentenze, più o meno restrittive. Secondo la sentenza n. 3204/1992 della Corte di Cassazione «in tema di emissione di gas, vapori, fumi atti ad offendere, molestare o imbrattare i vicini, tali immissioni possono essere autorizzate soltanto entro i limiti della tollerabilità normale, e quindi previa adozione delle misure necessarie ad evitare il superamento ditali limiti o di quelli imposti da specifiche normative». Ancora, «l'attitudine delle emissioni di gas, vapori o fumi a molestare persone non deve necessariamente essere accertata mediante perizia, ben potendo, al contrario, il giudice, secondo le regole generali, fondare il proprio convincimento al riguardo su elementi probatori di diversa natura quali, in particolare, le dichiarazioni testimoniali di coloro che siano in grado riferire caratteristiche ed effetti dei rumori e delle emissioni summenzionati, quando tali dichiarazioni non si risolvano nell'espressione di valutazioni meramente soggettive o di giudizi di natura tecnica, ma si limitino a riferire quanto oggettivamente percepito dai dichiaranti medesimi» (Cass. sent. n. 5215/1995; Cass. sent. n. 739/1998). Più restrittiva è una più recente sentenza del Giudice di Pace di Torino, secondo cui il fumi derivanti dal barbecue sono «in grado di provocare un sensibile disturbo e disagio in un'abitazione privata e di contribuire a deprimervi la qualità della vita» (G.d.P. Torino, sentenza del 10.6.2010).
Le emissioni, oltre che dalla summenzionata norma civilistica, possono essere regolate dal regolamento condominiale, il quale può anche prevedere, al riguardo, norme più rigide. A confermarlo è intervenuta la Suprema Corte di Cassazione, secondo la quale «I condomini, con il regolamento di condominio, possono disciplinare i loro rapporti reciproci, in materia di immissioni di fumo, anche con norma più rigorosa di quella dettata dall'art. 844 del codice civile» (Cass. sent. n. 1195/1992).
Inoltre, anche i regolamenti comunali possono disciplinare in materia di emissioni. Infatti alcuni Comuni, ad esempio, vietano espressamente l'accensione di qualsiasi genere di fuochi in mancanza di apposita canna fumaria.
Pertanto, prima di intraprendere la strada giudiziale, sarebbe opportuno, prima di tutto, far notare al condomino che il barbecue sta provocando disturbo. In seguito, sarà opportuno interpellare l'amministratore di condominio, il quale deve intervenire per assicurare il miglior godimento delle parti comuni. Quest'ultimo sottoporrà la questione all'assemblea, la quale prenderà le decisioni opportune.
Se avete domande o dubbi da chiarire sull'argomento potete scrivere a redazione@coratoviva.it. Le risposte non si faranno attendere.
Ma si può grigliare?
Non ci sono norme che vietano l'utilizzo del barbecue negli ambienti condominiali, ma vi è l'obbligo di rispettare la tollerabilità delle emissioni relativamente al contesto specifico in cui si opera.
Al riguardo, l'art. 844 del Codice Civile dispone che «Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi».
Sul concetto di normale tollerabilità, e sulla sua valutazione, sono intervenute numerose sentenze, più o meno restrittive. Secondo la sentenza n. 3204/1992 della Corte di Cassazione «in tema di emissione di gas, vapori, fumi atti ad offendere, molestare o imbrattare i vicini, tali immissioni possono essere autorizzate soltanto entro i limiti della tollerabilità normale, e quindi previa adozione delle misure necessarie ad evitare il superamento ditali limiti o di quelli imposti da specifiche normative». Ancora, «l'attitudine delle emissioni di gas, vapori o fumi a molestare persone non deve necessariamente essere accertata mediante perizia, ben potendo, al contrario, il giudice, secondo le regole generali, fondare il proprio convincimento al riguardo su elementi probatori di diversa natura quali, in particolare, le dichiarazioni testimoniali di coloro che siano in grado riferire caratteristiche ed effetti dei rumori e delle emissioni summenzionati, quando tali dichiarazioni non si risolvano nell'espressione di valutazioni meramente soggettive o di giudizi di natura tecnica, ma si limitino a riferire quanto oggettivamente percepito dai dichiaranti medesimi» (Cass. sent. n. 5215/1995; Cass. sent. n. 739/1998). Più restrittiva è una più recente sentenza del Giudice di Pace di Torino, secondo cui il fumi derivanti dal barbecue sono «in grado di provocare un sensibile disturbo e disagio in un'abitazione privata e di contribuire a deprimervi la qualità della vita» (G.d.P. Torino, sentenza del 10.6.2010).
Le emissioni, oltre che dalla summenzionata norma civilistica, possono essere regolate dal regolamento condominiale, il quale può anche prevedere, al riguardo, norme più rigide. A confermarlo è intervenuta la Suprema Corte di Cassazione, secondo la quale «I condomini, con il regolamento di condominio, possono disciplinare i loro rapporti reciproci, in materia di immissioni di fumo, anche con norma più rigorosa di quella dettata dall'art. 844 del codice civile» (Cass. sent. n. 1195/1992).
Inoltre, anche i regolamenti comunali possono disciplinare in materia di emissioni. Infatti alcuni Comuni, ad esempio, vietano espressamente l'accensione di qualsiasi genere di fuochi in mancanza di apposita canna fumaria.
Pertanto, prima di intraprendere la strada giudiziale, sarebbe opportuno, prima di tutto, far notare al condomino che il barbecue sta provocando disturbo. In seguito, sarà opportuno interpellare l'amministratore di condominio, il quale deve intervenire per assicurare il miglior godimento delle parti comuni. Quest'ultimo sottoporrà la questione all'assemblea, la quale prenderà le decisioni opportune.
Se avete domande o dubbi da chiarire sull'argomento potete scrivere a redazione@coratoviva.it. Le risposte non si faranno attendere.