Cronaca
Vuole denunciare l'ex, ma la rimandano a casa. Indagati due poliziotti a Corato
La donna si è rivolta al Commissariato, ma senza fortuna: i due agenti rispondono di omissione di atti d'ufficio
Corato - venerdì 23 agosto 2024
10.20
Per due volte avrebbero rifiutato di raccogliere la denuncia di una donna, spaventata perché l'ex marito aveva violato il divieto d'avvicinamento, i due poliziotti che ora sono indagati per omissione di atti di ufficio. È un'inchiesta, quella della Procura della Repubblica di Trani, che imbarazza il Commissariato di P.S. di Corato.
I fatti, per i quali il procuratore aggiunto Achille Bianchi, lo scorso 8 agosto, ha fatto recapitare ad un assistente capo 52enne e ad un assistente 25enne un avviso di conclusione delle indagini preliminari, risalgono al mese di agosto dello scorso anno. Alla vigilia di Ferragosto, la donna si recò presso gli uffici di via Messina per segnalare, attraverso una querela, che l'ex coniuge, già condannato a non avvicinarsi alla vittima, l'aveva perseguitata.
L'agente in servizio (non identificato) la rimandò a casa invitandola a tornare dopo il 15 agosto perché, in quel momento, sarebbe stato impegnato «a raccogliere un'altra denuncia con adempimenti che avrebbero richiesto molto tempo». Il 16 agosto la donna tornò in Commissariato, ma la solfa non era mutata. Erano le ore 11.45, ma le fu riferito che «visto l'orario non avrebbe potuto concludere il verbale di ratifica» perché «gli uffici cessavano di prendere le denunce alle ore 13.00».
Una circostanza, quest'ultima, che, secondo la versione della Procura di Trani, «non è rispondente al vero e non è conforme ad alcuna disposizione organizzativa interna del Commissariato». La querela fu presentata il 17 agosto, ma una settimana dopo - il 23 agosto - la donna fu costretta nuovamente a varcare l'ingresso degli uffici di via Messina per integrare la denuncia, visto che l'ex si era rifatto vivo, nonostante fosse sottoposto al divieto di avvicinamento alla persona offesa.
Qui, però, un altro agente in servizio le avrebbe comunicato che, trattandosi di una integrazione di querela, si sarebbe dovuta fare con lo stesso ufficiale di polizia giudiziaria con cui aveva raccolto e depositato la prima denuncia che, in quel momento, però, non c'era. Una circostanza, anche questa, che, sempre secondo la versione fornita dalla Procura di Trani, «non è rispondente al vero e non è conforme ad alcuna disposizione organizzativa interna del Commissariato» di Corato.
La donna ha così deciso di denunciare i due poliziotti, a cui è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio. Ad un anno dai fatti, dunque, la Procura della Repubblica di Trani ha chiuso le indagini nei confronti dei due poliziotti che rischiano il processo.
I fatti, per i quali il procuratore aggiunto Achille Bianchi, lo scorso 8 agosto, ha fatto recapitare ad un assistente capo 52enne e ad un assistente 25enne un avviso di conclusione delle indagini preliminari, risalgono al mese di agosto dello scorso anno. Alla vigilia di Ferragosto, la donna si recò presso gli uffici di via Messina per segnalare, attraverso una querela, che l'ex coniuge, già condannato a non avvicinarsi alla vittima, l'aveva perseguitata.
L'agente in servizio (non identificato) la rimandò a casa invitandola a tornare dopo il 15 agosto perché, in quel momento, sarebbe stato impegnato «a raccogliere un'altra denuncia con adempimenti che avrebbero richiesto molto tempo». Il 16 agosto la donna tornò in Commissariato, ma la solfa non era mutata. Erano le ore 11.45, ma le fu riferito che «visto l'orario non avrebbe potuto concludere il verbale di ratifica» perché «gli uffici cessavano di prendere le denunce alle ore 13.00».
Una circostanza, quest'ultima, che, secondo la versione della Procura di Trani, «non è rispondente al vero e non è conforme ad alcuna disposizione organizzativa interna del Commissariato». La querela fu presentata il 17 agosto, ma una settimana dopo - il 23 agosto - la donna fu costretta nuovamente a varcare l'ingresso degli uffici di via Messina per integrare la denuncia, visto che l'ex si era rifatto vivo, nonostante fosse sottoposto al divieto di avvicinamento alla persona offesa.
Qui, però, un altro agente in servizio le avrebbe comunicato che, trattandosi di una integrazione di querela, si sarebbe dovuta fare con lo stesso ufficiale di polizia giudiziaria con cui aveva raccolto e depositato la prima denuncia che, in quel momento, però, non c'era. Una circostanza, anche questa, che, sempre secondo la versione fornita dalla Procura di Trani, «non è rispondente al vero e non è conforme ad alcuna disposizione organizzativa interna del Commissariato» di Corato.
La donna ha così deciso di denunciare i due poliziotti, a cui è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio. Ad un anno dai fatti, dunque, la Procura della Repubblica di Trani ha chiuso le indagini nei confronti dei due poliziotti che rischiano il processo.