P Copia JPG. <span>Foto Aldo Diaferia</span>
P Copia JPG. Foto Aldo Diaferia
Cultura

Vinci Virginelli e Imbriani ricordati nel "Concorso Letterario Cataldo Leone"

Questo pomeriggio la conferenza stampa di presentazione

Si terrà questo pomeriggio, nella Sala Verde del Comune di Corato, alle ore 17.00 la conferenza stampa di presentazione del concorso letterario "Cataldo Leone", organizzato dall'omonima associazione in collaborazione con la Pro Loco Quadratum e con il patrocinio del Comune di Corato,.

Obiettivo del concorso, come spiegato dal presidente dell'associazione Massimo Martinelli, è quello di «continuare un percorso di recupero della memoria storica nel solco che lo stesso prof. Cataldo Leone, docente liceale di elevatissima cultura umanistica, uomo libero e di grande umanità volle tracciare nel corso della sua vita».

Come ogni anni, l'associazione vuole ricordare attraverso il concorso, illustri concittadini o personaggi che hanno segnato la vita culturale della città.

Quest'anno l'Associazione ha voluto ricordare due figure emblematiche del mondo culturale coratino e italiano: Mattero Renato Imbriani e Vinci Virginelli.

Matteo Renato Imbriani
Figlio di un letterato, M.R. Imbriani ricevette una rigida educazione in un collegio di Torino. Combattè prima con i Piemontesi, poi con Garibaldi; si recò anche in Francia, ma tornato in Italia entrò a far parte della politica italiana di fine Ottocento, in un'Italia posi-unitaria da ricostruire geograficamente e ideologicamente. Veri centri della sua intensa attività politica furono soprattutto Napoli e la Puglia che in quel momento particolare della storia d'Italia, vivevano il disagio di essere paesi del Sud arretrato e conservatore.
La Puglia, in particolare, lo elesse deputato nei collegi di Trani e Corato. A lui si deve la realizzazione dell'Acquedotto Pugliese ed anche il merito di aver sottolineato la necessità per la Puglia di un acquedotto funzionale, in seno ad una riunione tematica dei deputati pugliesi, convocata dall'allora Presidente della Regione, Lattanzio. Fu difensore dell'integrità e della libertà d'Italia, minacciate da "Rissose e codarde ambizioni". La nostra Corato nostalgicamente lo ricorda con un'imponente statua e con la scuola secondaria di II grado, a lui orgogliosamente intitolata.

Vinci Verginelli
Una vita per la poesia, la scuola e la cultura Vinci Verginelli, "un nome che si fa fatica a ritenere coratino", sebbene il cognome Verginelli sia presente a Corato già dar 500, ha in questa città, dove il 27 maggio 1903 era nato, le sue radici e ha avuto qui, all'interno di una famiglia religiosa e attenta alla società civile, la sua prima formazione umanistica. Leggendo attentamente le sue opere e, in particolare le sue poesie, si percepisce subito che Vinci non abbia mai interrotto il suo legame ideale con la sua terra. Basti rileggere la sua poesia a Corato Turrito cuore - a Corato natia Fra quattro torri un rosso cuore accampi, paese mio, e sogni ancora, sognati sogni avvampi al petto mio, nido natio! Verginelli era stato il più giovane (16 anni) dei legionari portati il 12 settembre 1919 da Gabriele D'Annunzio alla mitica conquista di Fiume.
Per la sua brillante e appassionata partecipazione all'impresa D'Annunzio lo ribattezzò con un nome augurale e definitivo: Vinci. Nel 1926 il 23enne Verginelli inizia la propria carriera scolastica insegnando proprio al neonato (1923) Ginnasio Liceo "A. Orfani" di Corato. E anche quando il Verginelli abbandona la sua città, trasferendosi a Roma, resta in contatto con gli amici di Corato. Le proprie convinzioni etico-religiose Verginelli le ha acquisite con diuturne meditazioni personali e grazie a «provvidenziali incontri» avuti con Gesù di Nazareth, con Giuliano M. Kremmerz, insigne pensatore ermetico, Dante Alighieri, Benedetto Croce, filosofo della «religione della libertà», Ludwig van Beethoven, eccelso musicista-moralista, e Nino Rota, musicista e seguace dell'ermetismo: tra i due nasce un sodalizio artistico e "di vita". Vinci Verginelli diventerà il librettista delle sue opere.
Tramite le varie esperienze fatte e le molte riflessioni maturate Verginelli approdò a un moralismo educativo e migliorativo, come è dato constatare esaminando sia le sue creazioni poetiche e letterarie, come Notti di Capri e Ceneri di Paradiso; gli Oratori e le Cantate come Mysterium, La vita di Maria e Roma Capomunni; i libretti d'opere come Aladino e la lampada magica, sia i suoi lavori di ricerca sull'ermetismo. Queste opere meritano l'attenzione anche dei lettori di oggi per la loro bellezza estetica e per la loro umana saggezza Vinci Verginelli muore a Roma il 6 dicembre 1987.



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