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Verso il consiglio comunale, con una giunta dimissionaria

Una matassa difficile da sbrogliare e il gioco della sedia

«Nelle prossime ore riunirò l'intero schieramento politico del centrodestra, allargato alle altre forze moderate, anche al di fuori del Consiglio Comunale per trovare insieme il nuovo assetto complessivo istituzionale di questa Amministrazione: il tutto attraverso un ampio confronto, fondamentale per chiarire i rapporti di forza dopo la bocciatura della mozione di sfiducia nel gennaio scorso».

Si chiudeva così il comunicato stampa a firma del primo cittadino dello scorso 22 marzo, data in cui Massimo Mazzilli annunciava di aver ricevuto le dimissioni da parte di tutti gli assessori e di aver accolto quelle irrevocabili dell'assessore all'urbanistica Perrone.

Nelle ore successive a quel comunicato stampa ci sono state più riunioni, alle quali hanno partecipato anche forze di centrodestra non presenti in Consiglio Comunale. Frattanto è scaduto il triennio di presidenza SIXT e, quindi, si sono liberati dei posti di sottogoverno utili per poter dare rappresentatività a soggetti politici a sostegno dell'amministrazione ovvero, in altri termini, "accontentare" gli scontenti. Perché parlare di condivisione di percorso amministrativo, quando ormai il quinquennio Mazzilli sta giungendo al termine, è alquanto bizzarro.

Mazzilli sta preparando la strada per il futuro prossimo, aprendo il dialogo anche alle forze extraconsiliari, prime fra tutti Fratelli d'Italia e Lega, nel tentativo di ricomporre un centrodestra che nel suo periodo di amministrazione si è sfaldato. E le carte da giocare sono le poltrone.

Domani Mazzilli si presenterà in consiglio comunale con una squadra di governo decimata (dei sette assessori che componevano la sua giunta ne sono sopravvissuti cinque) e, tra l'altro, dimissionaria. In questi giorni si sta cercando di dare un nuovo assetto alla giunta ma è molto difficile che si verifichi un azzeramento.

Francesco Scaringella e Gaetano Nesta sembrano essere inamovibili: sono gli unici due assessori ad aver partecipato alla competizione elettorale e ad essere stati eletti salvo poi accettare l'incarico assessorile e i loro partiti di riferimento, rispettivamente l'UDC e Città Nuova, continuano a puntare su di loro. Non senza qualche protesta interna ai partiti stessi.

Così come sembra vicina alla riconferma la più giovane assessora della squadra, Mara Zezza, nominata in quota "Forza della Libertà" ma molto vicina al "ribelle" Franco Caputo.
Incerto il destino delle due assessore Giulia Tandoi (nomina tecnica, vicinissima a Città Nuova) e Antonella Rosito, indicata da La Puglia prima di tutto. I nostri tentativi di saperne di più da fonti interne al centrodestra si sono infranti contro il "non siamo al corrente".

Due assessorati di prestigio rimangono, tuttavia, liberi: quello ai Lavori Pubblici, vacante dalle dimissioni (e successiva revoca del sindaco) di Luigi Musci, e quello all'Urbanistica, liberato recentemente da Gino Perrone. Se per i lavori pubblici, il nome più ridondante per la copertura del posto di assessore è quello dell'ex consigliere comunale del PDL Pasquale Tarricone, in quota Forza della Libertà, per l'urbanistica si può solo giocare al totonomi.

Direzione Italia (o "Noi con l'Italia che dir si voglia") ha dichiarato il suo appoggio esterno: non avrà alcuna rappresentanza in giunta.

Il gruppo ha fatto quadrato attorno a Gino Perrone, costretto ad un passo indietro, «al fine di ricercare nuovi equilibri politici attraverso la partecipazione di tutte le forze che si riconoscono nei valori del centro destra e per superare l'ormai insostenibile stallo politico amministrativo». Un parziale accoglimento della richiesta di Franco Caputo, che chiedeva la testa di Perrone e del presidente Salerno.
Il problema della difficile risoluzione della crisi amministrativa era dunque Perrone? Se gli assessori rimanessero gli stessi, questa sarebbe l'unica deduzione possibile e l'appoggio esterno di Direzione Italia non è certamente un segno di distensione da parte del gruppo verso il primo cittadino. Ogni consigliere comunale del gruppo di Direzione Italia può essere il tredicesimo e, quindi, determinante per la tenuta dell'amministrazione comunale. In realtà ogni consigliere comunale di maggioranza è potenzialmente il tredicesimo.

Passando alle società comunali, se il mandato SIxT è scaduto e, quindi, in teoria si sono liberate delle poltrone da assegnare, per l'Asipu la situazione è diversa. La scadenza del mandato del cda non è alle porte e Direzione Italia continua a mantenere la presidenza della srl comunale, con Beniamino Nocca.

Basteranno i posti liberatisi ad "accontentare" tutti? Possono gli incarichi amministrativi divenire uno strumento per configurare una coalizione a fine mandato o in vista delle prossime elezioni?
E siamo pronti ad ascoltare il solito ritornello per il quale, ogni passaggio anche di questo tipo, è finalizzato al «bene della città».

La Lega, seppur galvanizzata dal risultato politico e da sempre alla ricerca di un posto in amministrazione, difficilmente sarà accontentata. Lo stesso dicasi per Fratelli d'Italia. Forza Italia, benché abbia intrapreso un nuovo dialogo con le forze di centrodestra, conferma di essere all'opposizione.

Il consiglio comunale è domani. E l'amministrazione rischia di presentarsi in crisi dinanzi ai consiglieri comunali. A meno che, domattina, si verifichino delle novità.
Staremo a vedere.
  • Crisi amministrativa
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