Territorio
«Subito un piano per gli invasi contro il paradosso idrico»
L'allarme di Coldiretti: «Il barese al top per numero di eventi estremi». La soluzione: «Una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico»
Corato - mercoledì 7 dicembre 2022
12.50
Dalla siccità estrema a bacini stracolmi d'acqua, un paradosso idrico che impone una stretta nella gestione dell'acqua e della bonifica in Puglia con un piano invasi che metta al centro progettualità e investimenti, anche per la maggior sicurezza dei territori rispetto ai sempre più frequenti fenomeni climatici estremi. È quanto evidenziato da Coldiretti Puglia, in considerazione del fatto che sul territorio regionale, dove l'incremento settimanale dei volumi invasati è stato di circa 26 milioni di metri cubi, i bacini trattengono 45 milioni in più dell'anno scorso e ben 85 milioni in più del 2020, secondo i dati dell'Osservatorio Anbi diffusi a inizio dicembre.
Tra le aree italiane più colpite da fenomeni climatici estremi c'è la Puglia: nel dettaglio la provincia di Bari (che comprende Corato) con 42 eventi, di cui 20 allagamenti e 17 casi di danni da trombe d'aria e il Salento con 25 eventi estremi, di cui 14 trombe d'aria tra il 2017 ed il 2022, ma non sono mancati 7 tornado in una sola settimana nel novembre 2022, ha rilevato Coldiretti Puglia sulla base dei dati dell'European severe weather database (Eswd).
Dall'inizio dell'anno gli eventi estremi fra nubifragi, bombe d'acqua, grandinate, bufere di vento e tornado che hanno provocato danni ingenti sono cresciuti del +42%, rispetto allo scorso anno con il 2022 che si classifica peraltro fino ad ora in Italia come il più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di quasi un grado (+0,96 gradi) rispetto alla media storica ma si registrano anche precipitazioni ridotte di 1/3 anche se più violente secondo Isac Cnr.
Una situazione sulla quale pesa in maniera determinante la mancanza di una rete di invasi capace di trattenere l'acqua della pioggia. Ogni anno, secondo Coldiretti, l'Italia perde 500mila metri cubi di acqua al minuto che potrebbero invece garantire una riserva idrica a cui attingere nei momenti di siccità, con oltre il 57% della Puglia che è a rischio desertificazione.
«Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Puglia dove l'eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne» hanno sottolineato da Coldiretti.
«Per risparmiare l'acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto insieme ad Anbi un progetto concreto immediatamente cantierabile un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall'alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale.
Il progetto prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti. L'idea è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, che conservano l'acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all'industria e all'agricoltura, con una ricaduta importante sull'ambiente e sull'occupazione».
Tra le aree italiane più colpite da fenomeni climatici estremi c'è la Puglia: nel dettaglio la provincia di Bari (che comprende Corato) con 42 eventi, di cui 20 allagamenti e 17 casi di danni da trombe d'aria e il Salento con 25 eventi estremi, di cui 14 trombe d'aria tra il 2017 ed il 2022, ma non sono mancati 7 tornado in una sola settimana nel novembre 2022, ha rilevato Coldiretti Puglia sulla base dei dati dell'European severe weather database (Eswd).
Dall'inizio dell'anno gli eventi estremi fra nubifragi, bombe d'acqua, grandinate, bufere di vento e tornado che hanno provocato danni ingenti sono cresciuti del +42%, rispetto allo scorso anno con il 2022 che si classifica peraltro fino ad ora in Italia come il più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di quasi un grado (+0,96 gradi) rispetto alla media storica ma si registrano anche precipitazioni ridotte di 1/3 anche se più violente secondo Isac Cnr.
Una situazione sulla quale pesa in maniera determinante la mancanza di una rete di invasi capace di trattenere l'acqua della pioggia. Ogni anno, secondo Coldiretti, l'Italia perde 500mila metri cubi di acqua al minuto che potrebbero invece garantire una riserva idrica a cui attingere nei momenti di siccità, con oltre il 57% della Puglia che è a rischio desertificazione.
«Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Puglia dove l'eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne» hanno sottolineato da Coldiretti.
«Per risparmiare l'acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto insieme ad Anbi un progetto concreto immediatamente cantierabile un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall'alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale.
Il progetto prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti. L'idea è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, che conservano l'acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all'industria e all'agricoltura, con una ricaduta importante sull'ambiente e sull'occupazione».