Politica
Sicurezza, per "Nuova Umanità" «Corato non è un'isola felice»
La nota dell'associazione politica
Corato - venerdì 7 dicembre 2018
23.42
La nota del direttivo di "Nuova Umanità"
E' importante soprattutto una riappropriazione degli spazi pubblici da parte dei cittadini e, in prospettiva, anche una progettazione dei quartieri che tenga conto del bisogno di sicurezza. Bisognerebbe avviare esperienze di rianimazione dello spazio urbano, anche attraverso nuove attività associative, creare luoghi di incontro, spostare alcuni uffici pubblici, insomma rioccupare parti di città che sembrano dei deserti.
Negli ultimi anni si è pensato, o meglio ci piaceva pensare, che Corato fosse un'isola felice e più sicura rispetto ai nostri vicini. Ma in realtà, non è proprio così!
Analizziamo alcuni episodi di cronaca degli ultimi mesi.
L'ingiustificabile dramma dell'omicidio in piazza Abazia che ha colpito la città è purtroppo un disastro inarrivabile da altri per brutalità e impatto sociale, tanto si è detto e scritto e ribadiamo quanto orribile sia pensare a due ragazzi coratini che arrivano in una piazza nel cuore della città e sparano per uccidere, riuscendoci purtroppo, e rischiando la strage, data la presenza in piazza di tanta gente ignara di ciò che stava accadendo.
Non possiamo dimenticare, inoltre, l'omicidio di Daviti Gvantseladze commesso il 22 gennaio scorso nel centro storico, nella notte l'uomo di nazionalità georgiana è stato ucciso, anche in questo caso, da un colpo di pistola.
Pensiamo ai numerosi episodi di auto in fiamme nella notte, tutti i quartieri sono interessati da questa fastidiosissima pratica, addirittura, poche settimane fa è stato rilevato l'incendio di un casolare.
Ma tutto ad un tratto i coratini sono diventati inguaribili piromani?
Anche "mercatini della droga" per giovanissimi, usura, estorsioni e furti in appartamento hanno lasciato il segno nelle cronache cittadine.
E poi l'intimidazione e l'ultimo sgradevole episodio della bomba esplosa ai danni dell'auto del carabiniere nostro concittadino che ha nuovamente accesso i riflettori mediatici sulla questione sicurezza.
Ora non stiamo dicendo che Corato sia il far west, non sarebbe affatto corretto, infatti vi è da sottolineare, per onor del vero, che la percezione della sicurezza può essere influenzata dai media, soprattutto a livello nazionale, che enfatizzano gli eventi negativi determinando un clima di paura e di incertezza, però è chiaro che la criminalità, anche nella nostra amata Corato è un problema.
Questo è stato sottolineato nell'incontro di inizio Novembre intercorso tra alcuni rappresentanti della nostra Nuova Umanità con la dott.ssa Rossana Riflesso, il Commissario Prefettizio in carica.
Cosa fare allora?
Bisogna prevedere un livello di cooperazione ulteriore, che affianchi, all'attività repressiva svolta dalle Forze dell'ordine, interventi pubblici di governo del territorio che mirino all'inclusione sociale.
Analizziamo alcuni episodi di cronaca degli ultimi mesi.
L'ingiustificabile dramma dell'omicidio in piazza Abazia che ha colpito la città è purtroppo un disastro inarrivabile da altri per brutalità e impatto sociale, tanto si è detto e scritto e ribadiamo quanto orribile sia pensare a due ragazzi coratini che arrivano in una piazza nel cuore della città e sparano per uccidere, riuscendoci purtroppo, e rischiando la strage, data la presenza in piazza di tanta gente ignara di ciò che stava accadendo.
Non possiamo dimenticare, inoltre, l'omicidio di Daviti Gvantseladze commesso il 22 gennaio scorso nel centro storico, nella notte l'uomo di nazionalità georgiana è stato ucciso, anche in questo caso, da un colpo di pistola.
Pensiamo ai numerosi episodi di auto in fiamme nella notte, tutti i quartieri sono interessati da questa fastidiosissima pratica, addirittura, poche settimane fa è stato rilevato l'incendio di un casolare.
Ma tutto ad un tratto i coratini sono diventati inguaribili piromani?
Anche "mercatini della droga" per giovanissimi, usura, estorsioni e furti in appartamento hanno lasciato il segno nelle cronache cittadine.
E poi l'intimidazione e l'ultimo sgradevole episodio della bomba esplosa ai danni dell'auto del carabiniere nostro concittadino che ha nuovamente accesso i riflettori mediatici sulla questione sicurezza.
Ora non stiamo dicendo che Corato sia il far west, non sarebbe affatto corretto, infatti vi è da sottolineare, per onor del vero, che la percezione della sicurezza può essere influenzata dai media, soprattutto a livello nazionale, che enfatizzano gli eventi negativi determinando un clima di paura e di incertezza, però è chiaro che la criminalità, anche nella nostra amata Corato è un problema.
Questo è stato sottolineato nell'incontro di inizio Novembre intercorso tra alcuni rappresentanti della nostra Nuova Umanità con la dott.ssa Rossana Riflesso, il Commissario Prefettizio in carica.
Cosa fare allora?
Bisogna prevedere un livello di cooperazione ulteriore, che affianchi, all'attività repressiva svolta dalle Forze dell'ordine, interventi pubblici di governo del territorio che mirino all'inclusione sociale.
E' importante soprattutto una riappropriazione degli spazi pubblici da parte dei cittadini e, in prospettiva, anche una progettazione dei quartieri che tenga conto del bisogno di sicurezza. Bisognerebbe avviare esperienze di rianimazione dello spazio urbano, anche attraverso nuove attività associative, creare luoghi di incontro, spostare alcuni uffici pubblici, insomma rioccupare parti di città che sembrano dei deserti.