Cronaca
Sequestrati beni a un ginecologo di Terlizzi: sino al 2020 era in servizio a Corato
Sotto chiave oltre 180mila euro: avrebbe percepito circa 100mila euro grazie ad alcune visite specialistiche in nero
Corato - giovedì 19 ottobre 2023
19.11
Dopo la condanna, il sequestro: la Guardia di Finanza, infatti, ha sigillato beni per oltre 180mila euro nei confronti di un ginecologo, Vito De Chirico, 70enne nato a Terlizzi, sino al 2020 in servizio all'ospedale Umberto I di Corato, che «avrebbe effettuato attività in forma autonoma extramoenia in assenza d'autorizzazioni».
Il medico, residente a Bisceglie e ora in pensione, il 25 gennaio scorso, è stato condannato dai giudici della Corte dei Conti a risarcire l'Azienda Sanitaria Locale di Bari con 185mila euro, ovvero le indennità d'esclusività, posizione e risultato ottenute dal 2012 al 2020, «non dovute in quanto spettanti in regime d'esclusiva». Nei giorni scorsi, infine, gli è arrivata anche il sequestro preventivo dei beni, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante.
L'indagine del sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Trani, Giuseppe Francesco Aiello, è iniziata ad inizio 2020 e ha messo in luce come l'uomo, «nonostante avesse scelto di esercitare la propria attività di libero professionista in una struttura pubblica, percependo un compenso aggiuntivo, avrebbe anche svolto attività in forma autonoma extramoenia, in assenza di autorizzazioni» che gli è costata una segnalazione alla Corte di Conti per l'ipotesi di danno erariale.
I dati acquisiti dai militari del capitano Salvatore Mercone sono stati usati «per recuperare a tassazione i corrispettivi percepiti per le varie visite specialistiche "in nero" quantificati in oltre 100mila euro». Sotto chiave sono finiti beni per oltre 180mila euro, ovvero «il profitto derivante dal reato di truffa ai danni dello Stato».
Il medico, residente a Bisceglie e ora in pensione, il 25 gennaio scorso, è stato condannato dai giudici della Corte dei Conti a risarcire l'Azienda Sanitaria Locale di Bari con 185mila euro, ovvero le indennità d'esclusività, posizione e risultato ottenute dal 2012 al 2020, «non dovute in quanto spettanti in regime d'esclusiva». Nei giorni scorsi, infine, gli è arrivata anche il sequestro preventivo dei beni, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante.
L'indagine del sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Trani, Giuseppe Francesco Aiello, è iniziata ad inizio 2020 e ha messo in luce come l'uomo, «nonostante avesse scelto di esercitare la propria attività di libero professionista in una struttura pubblica, percependo un compenso aggiuntivo, avrebbe anche svolto attività in forma autonoma extramoenia, in assenza di autorizzazioni» che gli è costata una segnalazione alla Corte di Conti per l'ipotesi di danno erariale.
I dati acquisiti dai militari del capitano Salvatore Mercone sono stati usati «per recuperare a tassazione i corrispettivi percepiti per le varie visite specialistiche "in nero" quantificati in oltre 100mila euro». Sotto chiave sono finiti beni per oltre 180mila euro, ovvero «il profitto derivante dal reato di truffa ai danni dello Stato».