Cronaca
Sentenze tributarie pilotate, dopo 11 anni prescritti i reati
Nell'inchiesta era stato coinvolto anche un commercialista coratino
Corato - lunedì 25 ottobre 2021
19.30
Non saranno giudicati dalla Corte d'Appello di Bari 5 dei 6 imputati nel processo "Gibbanza", in merito a presunte sentenze tributarie pilotate tra il 2008 e il 2010.
La Corte di Appello, infatti, ha dichiarato il non luogo a procedere per prescrizione di tutti i reati di corruzione in atti giudiziari e falso di cui erano accusati a vario titolo gli imputati.
L'unico imputato per il quale la Corte si è espressa, rideterminando la pena per un falso aggravato, è l'ex giudice tributario Oronzo Quintavalle. Il suo era l'unico reato non prescritto. In primo grado era stato condannato a 7 anni mentre in Appello la pena è stata ridotta a 2 anni e 15 giorni di reclusione.
Prescritti tutti i reati contestati anche all'allora segretario di una sezione della Commissione tributaria provinciale di Bari, Domenico Carnimeo (2 anni in primo grado), e ai due imprenditori Raffaele Putignano e Franco Maria Balducci (in primo grado condannati rispettivamente a 2 anni e a 2 anni e 6 mesi di reclusione).
Già in primo grado, nel marzo 2019, i giudici avevano dichiarato la prescrizione di tutti i reati contestati ad altri 13 imputati.
La Corte di Appello, infatti, ha dichiarato il non luogo a procedere per prescrizione di tutti i reati di corruzione in atti giudiziari e falso di cui erano accusati a vario titolo gli imputati.
L'unico imputato per il quale la Corte si è espressa, rideterminando la pena per un falso aggravato, è l'ex giudice tributario Oronzo Quintavalle. Il suo era l'unico reato non prescritto. In primo grado era stato condannato a 7 anni mentre in Appello la pena è stata ridotta a 2 anni e 15 giorni di reclusione.
Prescritti tutti i reati contestati anche all'allora segretario di una sezione della Commissione tributaria provinciale di Bari, Domenico Carnimeo (2 anni in primo grado), e ai due imprenditori Raffaele Putignano e Franco Maria Balducci (in primo grado condannati rispettivamente a 2 anni e a 2 anni e 6 mesi di reclusione).
Già in primo grado, nel marzo 2019, i giudici avevano dichiarato la prescrizione di tutti i reati contestati ad altri 13 imputati.