Cronaca
Selfie col morto, Procura apre inchiesta a carico di ignoti
Nella chat menzionata nell'esposto anche vigilantes coratini
Bari - giovedì 16 marzo 2017
10.04
La Procura di Trani vuole vederci chiaro in merito all'esposto anonimo fatto recapitare al Procuratore della Repubblica di Trani in cui si raccontava, allegando eloquenti fotografie, del macabro gioco di alcuni vigilantes in servizio a Ruvo di Puglia, di fotografarsi nell'obitorio del cimitero accanto ai cadaveri nelle bare e poi di far girare i selfie su WhatsApp.
La Magistratura tranese, infatti, ha aperto un fascicolo di inchiesta, al momento a carico di ignoti.
L'esposto, corredato dalle fotografie, è stato fatto anche recapitare alle redazioni giornalistiche.
Nella denuncia si legge che le guardie giurate «in più occasioni, approfittando dei compiti di vigilanza affidatigli per conto del comune di Ruvo di Puglia, si introducevano clandestinamente all'intemo dell'edificio destinato a obitorio, facendosi ritrarre in posa con alcuni defunti che purtroppo stazionavano per la notte prima del rito funebre». I fatti in questione risalirebbero ad agosto 2015 e gennaio 2016.
Le foto, stando a quanto si legge nell'esposto, venivano poi condivise in un gruppo WhatsApp del quale facevano parte anche i vertici aziendali e numerosi dipendenti, «suscitando il macabro divertimento dei partecipanti che si concretizzava con commenti di ilarità».
Nell'esposto si fa chiaro riferimento ai nomi e alle qualifiche delle persone che partecipavano alla chat e che avevano modo di visualizzare i selfie col morto.
«È sconcertante che da parte dei vertici aziendali (...) non siano mai stati inseriti commenti di disapprovazione di tali gesti, o adottati provvedimenti mirati a punire e/o impedire il ripetersi di tali azioni ripugnanti» accusa l'estensore della denuncia.
Il fatto sta facendo discutere, anche a livello nazionale, essendo stato ripreso dalle maggiori testate italiane.
La Magistratura tranese, infatti, ha aperto un fascicolo di inchiesta, al momento a carico di ignoti.
L'esposto, corredato dalle fotografie, è stato fatto anche recapitare alle redazioni giornalistiche.
Nella denuncia si legge che le guardie giurate «in più occasioni, approfittando dei compiti di vigilanza affidatigli per conto del comune di Ruvo di Puglia, si introducevano clandestinamente all'intemo dell'edificio destinato a obitorio, facendosi ritrarre in posa con alcuni defunti che purtroppo stazionavano per la notte prima del rito funebre». I fatti in questione risalirebbero ad agosto 2015 e gennaio 2016.
Le foto, stando a quanto si legge nell'esposto, venivano poi condivise in un gruppo WhatsApp del quale facevano parte anche i vertici aziendali e numerosi dipendenti, «suscitando il macabro divertimento dei partecipanti che si concretizzava con commenti di ilarità».
Nell'esposto si fa chiaro riferimento ai nomi e alle qualifiche delle persone che partecipavano alla chat e che avevano modo di visualizzare i selfie col morto.
«È sconcertante che da parte dei vertici aziendali (...) non siano mai stati inseriti commenti di disapprovazione di tali gesti, o adottati provvedimenti mirati a punire e/o impedire il ripetersi di tali azioni ripugnanti» accusa l'estensore della denuncia.
Il fatto sta facendo discutere, anche a livello nazionale, essendo stato ripreso dalle maggiori testate italiane.