Scuola e Lavoro
Scuola senza zaino, una rivoluzione educativa che aiuta a crescere
Un metodo innovativo che funziona: al Cesare Battisti è ormai realtà
Corato - lunedì 21 ottobre 2019
Liberi dalle zavorre del corredo scolastico, via gli zaini e le cartelle. Gli astucci rimangono a scuola e la lezione in aula è un momento di condivisione e di appassionante percorso di crescita. Non è la scuola del futuro ma soltanto un metodo di fare scuola che in tanti definiscono "rivoluzionario", che in un certo senso trasforma l'esperienza scolastica in uno stimolante viaggio verso l'apprendimento.
La "Scuola senza zaino" a Corato è una realtà da ormai tre anni. Ben oltre l'esperimento, è ormai un metodo che riscuote apprezzamenti e che inizia a dare i suoi migliori frutti.
Un metodo che ha raccolto l'entusiasmo della nuova dirigente dell'istituto comprensivo "Battisti - Giovanni XXIII", la prof.ssa Maria Giuseppa Modeo e che nasce da una visione educativa e didattica nuova, incentrata sulla dimensione comunitaria dell'esperienza scolastica (dall'alunno al docente senza dimenticare le famiglie) e sulla condivisione.
Una classe senza zaino non conosce le lezioni frontali, non vive l'esperienza dei banchi disposti in fila; l'aula è arredata in maniera confortevole e i tavoli da lavoro sono circolari, così da poter diventare dei piccoli laboratori dello studio, con la costante supervisione dell'insegnante che diventa parte integrante del processo di apprendimento del giovane studente.
In Italia sono 500 le scuole senza zaino, tra cui l'istituto Cesare Battisti. «Parlare di scuola senza zaino può trarre in inganno: questo progetto non si limita ad alleggerire le cartelle dei ragazzi ma ri-progetta l'esperienza scolastica dalle fondamenta» spiega la dirigente Modeo.
Il metodo adottato dalla scuola Cesare Battisti si basa su tre punti cardine: l'ospitalità, intesa come una disposizione "elastica" dell'aula di studio e quindi una disposizione che stimoli la sperimentazione; la responsabilità, ossia l'attuazione di quel principio sostenuto da Maria Montessori dell' "aiutami a fare da solo", orientato ad incentivare le attività autentiche e la libera scelta dei bambini, attraverso una progettazione ragionata delle attività e dei materiali; e il principio di comunità secondo il quale studenti, docenti e famiglie partecipano attivamente alla vita scolastica.
I bambini che vivono la scuola senza zaino imparano il rispetto per i materiali scolastici che condividono, che ripongono con ordine in uno scaffale; imparano a comunicare il loro stato d'animo apponendo ogni mattina una piccola molletta sull'emoticon che rispecchia i loro sentimenti e, con responsabilità, chiedono di uscire solo quando un piccolo "semaforo" autocostruito indica che il bagno è libero. Piccole regole che i bambini seguono con spontaneità, perché definite in maniera comunitaria.
Quell'idea di scuola ricca di stimoli, che insegni al bambino a diventare l'uomo del domani, pensata da Maria Montessori e dai grandi maestri della pedagogia, a Corato è una realtà. Una realtà che funziona.
La "Scuola senza zaino" a Corato è una realtà da ormai tre anni. Ben oltre l'esperimento, è ormai un metodo che riscuote apprezzamenti e che inizia a dare i suoi migliori frutti.
Un metodo che ha raccolto l'entusiasmo della nuova dirigente dell'istituto comprensivo "Battisti - Giovanni XXIII", la prof.ssa Maria Giuseppa Modeo e che nasce da una visione educativa e didattica nuova, incentrata sulla dimensione comunitaria dell'esperienza scolastica (dall'alunno al docente senza dimenticare le famiglie) e sulla condivisione.
Una classe senza zaino non conosce le lezioni frontali, non vive l'esperienza dei banchi disposti in fila; l'aula è arredata in maniera confortevole e i tavoli da lavoro sono circolari, così da poter diventare dei piccoli laboratori dello studio, con la costante supervisione dell'insegnante che diventa parte integrante del processo di apprendimento del giovane studente.
In Italia sono 500 le scuole senza zaino, tra cui l'istituto Cesare Battisti. «Parlare di scuola senza zaino può trarre in inganno: questo progetto non si limita ad alleggerire le cartelle dei ragazzi ma ri-progetta l'esperienza scolastica dalle fondamenta» spiega la dirigente Modeo.
Il metodo adottato dalla scuola Cesare Battisti si basa su tre punti cardine: l'ospitalità, intesa come una disposizione "elastica" dell'aula di studio e quindi una disposizione che stimoli la sperimentazione; la responsabilità, ossia l'attuazione di quel principio sostenuto da Maria Montessori dell' "aiutami a fare da solo", orientato ad incentivare le attività autentiche e la libera scelta dei bambini, attraverso una progettazione ragionata delle attività e dei materiali; e il principio di comunità secondo il quale studenti, docenti e famiglie partecipano attivamente alla vita scolastica.
I bambini che vivono la scuola senza zaino imparano il rispetto per i materiali scolastici che condividono, che ripongono con ordine in uno scaffale; imparano a comunicare il loro stato d'animo apponendo ogni mattina una piccola molletta sull'emoticon che rispecchia i loro sentimenti e, con responsabilità, chiedono di uscire solo quando un piccolo "semaforo" autocostruito indica che il bagno è libero. Piccole regole che i bambini seguono con spontaneità, perché definite in maniera comunitaria.
Quell'idea di scuola ricca di stimoli, che insegni al bambino a diventare l'uomo del domani, pensata da Maria Montessori e dai grandi maestri della pedagogia, a Corato è una realtà. Una realtà che funziona.