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Arti e Professioni

Sanremo: intervista a Rossella Marcone, l'unica coratina a salire sul palco dell'Ariston nella storia del Festival

Ross, questo il suo nome d'arte, ha partecipato a due Festival a metà anni novanta. Ora ha cambiato vita.

In questi giorni si sta svolgendo la 73esima edizione del Festival di Sanremo, la kermesse canora per antonomasia, che, volenti o nolenti, monopolizza l'attenzione di milioni di persone nella prima settimana di febbraio.


Tutti parlano di Sanremo, molti lo guardano, in pochi, pochissimi hanno la fortuna di calcare le tavole del prestigioso "Ariston". Dal 1951 poco meno di 900 artisti sono riusciti almeno una volta a partecipare a Sanremo, circa la metà possono vantarsi di averlo fatto almeno due volte. E tra i pochi eletti che hanno fatto almeno il bis c'è una nostra concittadina.

Si tratta di Ross, al secolo Rossella Marcone, coratina doc che nel 1994, dopo aver vinto il Super Karaoke di Fiorello, si qualifica terza a Sanremo Giovani, tra grandi nomi della musica italiana come Gianluca Grignani, Daniele Silvestri, Gigi Finizio e I Neri Per Caso.

Nel 1995 nella categoria "Nuove Proposte", Ross giunge quarta con "Un Posto Al Sole". L'ottimo posizionamento le consente, per un regolamento vigente allora, di far parte di Sanremo 1996 tra i big. Qui la Marcone ben figura classificandosi quattordicesima, mettendosi dietro gente del calibro di Enrico Ruggeri, Paolo Vallesi, Umberto Bindi e i New Trolls, Riccardo Fogli.

Una gran bella voce, puramente autodidatta, una bella presenza, testi vincenti (la Marcone aveva gli stessi autori di Laura Pausini). Ross a metà anni novanta ha fatto cantare e innamorare migliaia di ragazzini di allora, che sui social, nei commenti ai suoi brani, ancora la ricordano con affetto.

Dopo una bella carriera durata quasi dieci anni, Rossella Marcone ha cambiato completamente vita, scegliendo la famiglia alle luci della ribalta. Noi l'abbiamo intervistata in esclusiva, a quasi trent'anni dalla sua ultima esperienza sanremese.

Qual è il ricordo più bello della tua carriera?

«Essenzialmente sono due: quando sono stata ammessa a Sanremo Giovani e quando sono rientrata a Corato a casa mia. Ad attendermi c'era un fiume di gente che mi acclamava, un momento di affetto e condivisione che non dimenticherò mai».

Cosa ti manca della vita sul palco? Cosa non ti manca affatto?

«Certamente mi manca tantissimo la musica dal vivo, la sfrontatezza con la quale affrontavo i palcoscenici e il pubblico. Ora lo rifarei ma non con la stessa spensieratezza. La cosa di cui sento meno la mancanza è l'ambiente. Non è facile, si viaggia sempre a mille all'ora, devi essere sempre sul pezzo e non c'è un attimo di tregua».

Raccontaci un po' le esperienze sanremesi..

«Nel 1995, a 18 anni appena compiuti, partecipai tra le nuove proposte con "Un Posto Al Sole". Il roster di artisti era da brividi, tra Grignani, Silvestri, Finizio, Di Cataldo e Neri Per Caso, ma riuscì comunque ad arrivare al quarto posto e qualificarmi per il Sanremo successivo. Nonostante l'esperienza accumulata in quell'anno, la seconda partecipazione per me è stata molto più dura psicologicamente. Mentre tra le nuove proposte ero una sconosciuta che non aveva nulla da perdere, tra i big ho sentito di più il peso di quel palco. Ancora oggi ricordo che in entrambe le edizioni, per tutta la durata dell'esibizione, il mio ginocchio destro non smetteva di tremare».

A quale dei tuoi brani sei più legata?

«È molto complicato rispondere, è una domanda che non si fa (ride, ndr). Se dovessi scegliere un pezzo, ti direi "Senza Noia", è un pezzo che non è mai uscito, successivo agli anni sanremesi, che ho cantato live».

Quale canzone ruberesti ad un altro artista del panorama italiano?

«In realtà il "furto" l'ho già commesso. A Sanremo Giovani sono arrivata terza nella categoria interpreti con "Cinque Giorni" di Michele Zarrillo, che ha dato il via al mio successo. Un'altra canzone che "ruberei"? Certamente "Come Saprei" di Giorgia».

Rossella Marcone guarda ancora il Festival di Sanremo?

«Certo, guardo sempre con attenzione il Festival di Sanremo. Ho molto apprezzato il brano di Marco Mengoni, melodia semplice, testo efficace. Dovremmo tornare un po' alla semplicità, gli accordi più semplici sono quelli che arrivano più facilmente al cuore delle persone e restano più facilmente in testa. Mi è piaciuto molto anche Mr. Rain, l'esibizione con i bambini mi ha colpita. Ritengo però che giudicare una canzone dall'esibizione all'Ariston sia sbagliato e fuorviante. Innanzitutto è risaputo che l'acustica di ritorno di quel palco è pessima per chi canta. poi c'è da aggiungere la componente emotiva cantare lì non è facile neanche per i più grandi. Ho sentito davvero tanta gente navigata "steccare" a Sanremo».

Ross ha lasciato per sempre il posto a Rossella Marcone? Vedi un ritorno nel mondo della musica nel tuo futuro?

«Lavoro in un'importante azienda di autovetture a Milano, la mia vita si è allontanata dal mondo musicale. Saltuariamente mi capita di esibirmi in piccoli eventi, ma solo per amici e conoscenti. A volte fantastico su un eventuale ritorno sulle scene, ma lo escludo a priori, il mio "tempo musicale" per il mercato italiano è passato. Talvolta penso che sarebbe bello andare per esempio negli Stati Uniti, dove il repertorio italiano è apprezzatissimo: lì sono sicura che avrei un buon riscontro. Ma questo solo nei sogni, perché la mia vita, la mia famiglia, sono qui. Sono mamma, sono moglie, ho un lavoro che mi appaga tantissimo. Sono felicissima di ciò che sono stata e di ciò che sono, non ho rimpianti».

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