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SANB, quale futuro? Meno di un mese per decidere

Il grande progetto in fase di naufragio prima ancora della sua partenza

Doveva essere un grande progetto, destinato ad ottimizzare la raccolta e gestione dei rifiuti almeno in cinque comuni del nord barese, con prospettive tra le più ambiziose. Doveva essere un vero grande punto di svolta, una risorsa, ed invece rischia di trasformarsi in un enorme buco nell'acqua oltre ad uno spreco per i comuni che l'hanno costituita.

Parliamo della SANB, la società per azioni, che vede come soci il comune di Terlizzi, il comune di Corato, il comune di Ruvo di Puglia, il Comune di Bitonto e il Comune di Molfetta.

Attualmente la società è nelle mani del liquidatore, l'avv. Nicola Roberto Toscano. È stato proprio lui a presiedere l'ultima riunione dell'assemblea dei soci, tenutasi allo scadere dello scorso anno, il 29 dicembre, a Corato presso la sede dell'Asipu.

Ordine del giorno: «Assunzione delle determinazioni definitive in merito al percorso della SANB». L'esordio del liquidatore, così come riportato dal verbale di assemblea, è categorico: tutto è pronto per procedere allo scioglimento della società. Ora occorre soltanto il nulla osta dell'assemblea, portata a riflettere anche sul risultato degli ultimi incontri dei soci con il commissario dell'ARO BA1 Grandaliano. In tali incontri - si apprende sempre dal verbale - «è riemerso l'intendimento di considerare ancora una volta la possibilità di mantenere in vita e attivare la società, previa revoca della liquidazione e ricapitalizzazione, rivedendo le condizioni di tale percorso anche per l'esigenza espressa dal Comune di Molfetta e condivisa dagli altri soci di inserire in detto precorso la parte impiantistica del Comune di Molfetta e della sua società in house ASM». Un fatto che potrebbe dunque cambiare le sorti dell'azienda. Ricapitalizzare o chiudere? Questa è la domanda del liquidatore che esige risposte in tempi brevi. «Diversamente - aggiunge il Liquidatore - i soci potranno sollevarlo dalla carica assegnatagli».

Prima ad intervenire la dott.ssa Riflesso, commissario prefettizio del Comune di Corato, che esprime «perplessità sulla possibile ricapitalizzazione allo stato degli atti anche in considerazione del parere negativo espresso a tal riguardo dal Segretario Generale del Comune di Corato, dalla Corte dei Conti e dal Segretario Generale del Comune di Bitonto».

Per il sindaco di Terlizzi Gemmato vi è «necessità che la SANB non venga sciolta e avvii al più presto il servizio unitario di raccolta dei rifiuti quali condizione imprescindibile affinché l'ARO possa concretamente usufruire del finanziamento» di 800mila euro assegnato dalla Regione. In altri termini: se l'azienda non parte la premialità regionale va persa. Gemmato, sempre secondo quanto riportato dal verbale, dice che «la perdita del finanziamento regionale, unita al fatto che l'ARO1/BA - di fronte al fallimento dell'esperienza SANB - sarebbe l'ultimo tra i 37 ARO regionali a dover espletare la gara per l'affidamento del servizio unitario, avrebbe certamente ripercussioni negative sulle possibilità per il medesimo ARO di ottenere in futuro eventuali premialità».

Dello stesso avviso il sindco di Bitonto Abbaticchio: «È ancora intenzione del Comune di Bitonto di ricapitalizzare la SANB alla luce di un piano industriale aggiornato nel quale vengano tenute in considerazione anche le questioni tecniche sollevate dal Comune di Molfetta». Tale posizione è condivisa dal sindaco di Ruvo di Puglia Pasquale Chieco.

Il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, però obietta: «allo stato degli atti non sussistono le condizioni giuscontabili per la ricapitalizzazione della società» - si legge nel verbale - e «il conferimento a SANB della parte impiantistica della ASM richiederebbe comunque un nuovo piano industriale». L'intenzione dunque del sindaco Molfetta rimane quella di «mantenere ferma la proposta (...) di avviare un processo di integrazione tra le due aziende in house (ASM e ASIPU) che attualmente gestiscono il servizio di raccolta e spazzamento nei Comuni facenti parte dell'Aro1/BA per poi giungere gradualmente alla gestione integrata del servizio a mezzo di un unico gestore».

Perno del discorso diventa dunque la necessità di un nuovo piano industriale. Se per il sindaco di Ruvo Chieco il nuovo piano industriale dovrò essere commissionato dalla SANB solo dopo la ricapitalizzazione e la revoca della liquidazione, per il sindaco di Bitonto Abbaticchio la situazione patrimoniale della SANB non permette di sostenere costi per la commissione di un nuovo piano industriale, lanciando così la palla al commissario dell'ARO.

Dal verbale della riunione emerge come sia stata individuata anche la strada della messa in attività della SANB attraverso la fusione/integrazione dell'ASM e dell'ASIPU: una strada a costo zero e che tranquillizzerebbe i vari comuni.

L'assemblea ha dunque deciso "che si rimandi, per al massimo 60 giorni il deposito del bilancio finale di liquidazione redatto alla data del 07/12/2018 e lo scioglimento definitivo della SANB – prospettati ancora una volta dal Liquidatore in data odierna – e in tal senso viene formulata al medesimo espressa indicazione;
di richiedere al Commissario ad acta dell'ARO, Avv. Gianfranco Grandaliano, in virtù dei compiti istituzionali dello stesso, che entro 60 giorni provveda a far redigere un Piano industriale aggiornato per la SANB che tenga conto dell'intendimento di tutti i soci di pervenire direttamente all'aggregazione all'interno di SANB delle società in house attualmente esistenti nell'ARO 1/BA (...) nonché della volontà dei soci di includere nel Piano industriale della SANB anche la parte impiantistica del Comune di Molfetta e della ASM e di stabilire sin da ora che decorso, senza esito, il termine di 60 gg. dalla suddetta richiesta, il Liquidatore provveda direttamente al deposito del bilancio finale di liquidazione e ad ogni altro adempimento per lo scioglimento definitivo della società".
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