Politica
Rimettiamo in Moto la Città: «Con sindaci del Sud per rimettere in moto l’Italia»
Si ribadisce l'importanza della equa ripartizione dei fondi del Next Generation EU per una giustizia sociale e lo sviluppo del Sud
Corato - lunedì 26 aprile 2021
Comunicato Stampa
La nota di Rimettiamo in moto la città a firma di Eliseo Tambone che si ripropone iniziative anche a livello cittadino a sostegno del Recovery Sud e delle azioni in essere per la rinascita del Mezzogiorno.
"Dobbiamo smetterla di credere che tutto ciò che accade sia volontà di Dio o legge di natura. Ci ricorda Antonio Gramsci che "Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, (e così) poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, [...] e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, [Poi] Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere [...] sarebbe successo ciò che è successo?".
Allora, sia chiaro: non è né volontà divina né "per natura", ma solo deliberata, calcolata e, come sempre, impunita scelta politica quella di depredare risorse destinate al Sud per il suo sviluppo, e destinarle al Nord. È quello che sta accadendo in questi giorni col Recovery Plan, per l'ennesima volta, nel più assoluto silenzio e nel massimo segreto: è l'invisibile costruzione di quella tela della vita collettiva che sta per condizionare il nostro immediato futuro, che, quando si manifesterà, sarà vissuta come misteriosa e insondabile volontà divina o evento naturale. Poi, torneranno a raccontarci che al Sud arrivano troppi soldi, che li utilizziamo per alimentare sprechi, che abbiamo troppi dipendenti pubblici fannulloni, che abbiamo una maggiore evasione fiscale…
Insomma, che il Sud vive alle spalle del Nord. E, paradossalmente, molti di noi ci crederanno. Non c'è mai innocenza dietro le politiche economiche, molto spesso l'inganno. Oggi, il Sud Italia deve diventare adulto e, contrariamente a quanto si dice, essere adulti non vuol dire essere realisti, accettare la realtà del mondo, al contrario, vuol dire non accettare il mondo così com'è, avere il coraggio di vederlo diversamente e cominciare a vederlo come i bambini: bello, giusto, compatibile con i diritti umani, di tutti gli uomini, tutti, ovviamente.
Per contribuire a riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia di coronavirus, e cercare di ridurre la distanza tra chi ha troppo e chi ha troppo poco, l'Unione Europea ha approvato un piano di ripresa, il Next generation EU, noto in Italia come Recovery Fund, che aiuterà l'UE ad uscire dalla crisi e getterà le basi per un'Europa più moderna e sostenibile. Si tratta di un fondo per finanziare la ripresa economica del vecchio continente nel triennio 2021-2023, che servirà a sostenere progetti di riforma strutturali previsti dai Piani nazionali di riforme di ogni Paese, denominati Recovery Plan.
Lo stanziamento complessivo è di 750 miliardi di euro, da dividere tra i diversi Stati. L'Italia e la Spagna sono tra i maggiori beneficiari. Tutti gli Stati membri devono presentare alla Commissione Europea i propri Recovery Plan, per ottenere gli aiuti del Recovery Fund, entro aprile 2021. In Italia il Recovery Plan è stato denominato "Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza" (PNRR) e si sviluppa in sei missioni:
All'Italia spettano in tutto 221,5 miliardi, di cui 191,5 coperti dal Recovery Fund (122,6 miliardi di prestiti e 68,9 miliardi a fondo perduto) e 30 dal fondo complementare. L'Unione Europea ha deliberato che l'Italia deve destinare al Mezzogiorno non meno del 60 percento delle risorse del Next Generation EU, perché queste risorse devono servire a colmare la distanza esistente tra il Nord e il Sud del nostro Paese relativamente alle infrastrutture, ai trasporti, alla sanità, all'efficienza amministrativa, alle scuole, alle università, ai servizi sociali.
Le risorse devono essere investite proprio là dove servono, per permettere a chi ha troppo poco di avvicinarsi a chi ha già tanto, per superare le condizioni storiche che hanno prodotto svantaggio e creare un minimo di democrazia economica, che è il vero fondamento della giustizia sociale e della unità nazionale.
È giustizia sociale ed unità nazionale che i bambini dei Comuni del Sud abbiano gli stessi asili nido dei bambini dei Comuni del Nord, che i malati del Sud abbiano le stesse cure dei malati del Nord, che le scuole del Sud siano pari a quelle del Nord, che i trasporti del Sud abbiano stessa frequenza e velocità di quelli del Nord…. Invece, tradendo lo spirito e la lettera della volontà della UE, e le aspettative del Meridione, al Sud saranno destinate risorse inferiori al 40%: non è né volontà divina né evento naturale, questo è l'ennesimo furto al Meridione, al nostro territorio, al futuro dei nostri giovani, è frutto di deliberate scelte politiche.
Rimettiamo in Moto la Città da questo momento è una forza politica in mobilitazione contro questo scempio e contro ogni altro tentativo, come l'autonomia regionale differenziata, che ha come obiettivo la morte del Sud Italia. Il sindaco Corrado De Benedittis è tra i 250 firmatari del protocollo Recovery Sud, proposto dai sindaci del Mezzogiorno al governo. Non potendo partecipare alla manifestazione - domenica 25 aprile 2021 a Napoli - dei sindaci contro questo Recovery Plan, i consiglieri di Rimettiamo in moto la città, a nome di tutte le forze politiche che ne fanno parte, sostengono moralmente questa iniziativa, annunciando, nei prossimi giorni, iniziative cittadine di protesta contro questo scempio. Per fare il nostro dovere".
"Dobbiamo smetterla di credere che tutto ciò che accade sia volontà di Dio o legge di natura. Ci ricorda Antonio Gramsci che "Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, (e così) poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, [...] e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, [Poi] Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere [...] sarebbe successo ciò che è successo?".
Allora, sia chiaro: non è né volontà divina né "per natura", ma solo deliberata, calcolata e, come sempre, impunita scelta politica quella di depredare risorse destinate al Sud per il suo sviluppo, e destinarle al Nord. È quello che sta accadendo in questi giorni col Recovery Plan, per l'ennesima volta, nel più assoluto silenzio e nel massimo segreto: è l'invisibile costruzione di quella tela della vita collettiva che sta per condizionare il nostro immediato futuro, che, quando si manifesterà, sarà vissuta come misteriosa e insondabile volontà divina o evento naturale. Poi, torneranno a raccontarci che al Sud arrivano troppi soldi, che li utilizziamo per alimentare sprechi, che abbiamo troppi dipendenti pubblici fannulloni, che abbiamo una maggiore evasione fiscale…
Insomma, che il Sud vive alle spalle del Nord. E, paradossalmente, molti di noi ci crederanno. Non c'è mai innocenza dietro le politiche economiche, molto spesso l'inganno. Oggi, il Sud Italia deve diventare adulto e, contrariamente a quanto si dice, essere adulti non vuol dire essere realisti, accettare la realtà del mondo, al contrario, vuol dire non accettare il mondo così com'è, avere il coraggio di vederlo diversamente e cominciare a vederlo come i bambini: bello, giusto, compatibile con i diritti umani, di tutti gli uomini, tutti, ovviamente.
Per contribuire a riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia di coronavirus, e cercare di ridurre la distanza tra chi ha troppo e chi ha troppo poco, l'Unione Europea ha approvato un piano di ripresa, il Next generation EU, noto in Italia come Recovery Fund, che aiuterà l'UE ad uscire dalla crisi e getterà le basi per un'Europa più moderna e sostenibile. Si tratta di un fondo per finanziare la ripresa economica del vecchio continente nel triennio 2021-2023, che servirà a sostenere progetti di riforma strutturali previsti dai Piani nazionali di riforme di ogni Paese, denominati Recovery Plan.
Lo stanziamento complessivo è di 750 miliardi di euro, da dividere tra i diversi Stati. L'Italia e la Spagna sono tra i maggiori beneficiari. Tutti gli Stati membri devono presentare alla Commissione Europea i propri Recovery Plan, per ottenere gli aiuti del Recovery Fund, entro aprile 2021. In Italia il Recovery Plan è stato denominato "Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza" (PNRR) e si sviluppa in sei missioni:
- digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (43,56 miliardi),
- rivoluzione verde e transizione ecologica (57,5 miliardi),
- infrastrutture per una mobilità sostenibile (25,33 miliardi),
- Istruzione e ricerca (31,62 miliardi),
- Inclusione e sociale (17,87 miliardi),
- salute (15,63 mld).
All'Italia spettano in tutto 221,5 miliardi, di cui 191,5 coperti dal Recovery Fund (122,6 miliardi di prestiti e 68,9 miliardi a fondo perduto) e 30 dal fondo complementare. L'Unione Europea ha deliberato che l'Italia deve destinare al Mezzogiorno non meno del 60 percento delle risorse del Next Generation EU, perché queste risorse devono servire a colmare la distanza esistente tra il Nord e il Sud del nostro Paese relativamente alle infrastrutture, ai trasporti, alla sanità, all'efficienza amministrativa, alle scuole, alle università, ai servizi sociali.
Le risorse devono essere investite proprio là dove servono, per permettere a chi ha troppo poco di avvicinarsi a chi ha già tanto, per superare le condizioni storiche che hanno prodotto svantaggio e creare un minimo di democrazia economica, che è il vero fondamento della giustizia sociale e della unità nazionale.
È giustizia sociale ed unità nazionale che i bambini dei Comuni del Sud abbiano gli stessi asili nido dei bambini dei Comuni del Nord, che i malati del Sud abbiano le stesse cure dei malati del Nord, che le scuole del Sud siano pari a quelle del Nord, che i trasporti del Sud abbiano stessa frequenza e velocità di quelli del Nord…. Invece, tradendo lo spirito e la lettera della volontà della UE, e le aspettative del Meridione, al Sud saranno destinate risorse inferiori al 40%: non è né volontà divina né evento naturale, questo è l'ennesimo furto al Meridione, al nostro territorio, al futuro dei nostri giovani, è frutto di deliberate scelte politiche.
Rimettiamo in Moto la Città da questo momento è una forza politica in mobilitazione contro questo scempio e contro ogni altro tentativo, come l'autonomia regionale differenziata, che ha come obiettivo la morte del Sud Italia. Il sindaco Corrado De Benedittis è tra i 250 firmatari del protocollo Recovery Sud, proposto dai sindaci del Mezzogiorno al governo. Non potendo partecipare alla manifestazione - domenica 25 aprile 2021 a Napoli - dei sindaci contro questo Recovery Plan, i consiglieri di Rimettiamo in moto la città, a nome di tutte le forze politiche che ne fanno parte, sostengono moralmente questa iniziativa, annunciando, nei prossimi giorni, iniziative cittadine di protesta contro questo scempio. Per fare il nostro dovere".