Religione
Riapre al culto l'antica chiesa di San Giuseppe
Dopo un lungo restauro torna a splendere il seicentesco tempio
Corato - venerdì 23 giugno 2017
9.24
"Dopo circa due anni, la comunità di S. Giuseppe può finalmente riabbracciare la sua chiesa" . Con queste parole pronunciate dal vescovo Picchierri ha avuto inizio la celebrazione eucaristica con la quale si è inaugurata la riapertura della chiesa di S. Giuseppe finora chiusa per i lavori di restauro.
La chiesa di corso Mazzini infatti dovette chiudere le porte ai suoi fedeli all'incirca un anno e mezzo fa quando i lavori di restauro si fecero più consistenti rendendo necessaria la chiusura del luogo sacro ai fedeli.
"Realmente i lavori sono iniziati nel 2015 ma non sono proceduti in maniera continuativa" spiega l'ingegnere Antonio Di Nunno coordinatore dei lavori che entra nel dettaglio dicendo: "Man mano che riuscivamo a reperire fondi, procedevamo con le operazioni necessarie. Ad oggi abbiamo forse raggiunto il 50% degli interventi essenziali".
Come chiarisce don Angelo economo della chiesa di S. Giuseppe, gli interventi strutturali che sono stati apportati sono stati importanti, di ardua realizzazione ma indispensabili: "Come un corpo umano affetto dal tumore, questa chiesa andava sistemata dall'interno. Oggi quel tumore non esiste più e possiamo già vedere le prime bellezze esteriori ma molti lavori hanno insistito all'interno per tanto non è possibile vedere tutto ciò che si è fatto." Don Angelo illustra poi le spese a cui la chiesa e il suo parroco hanno dovuto far fronte: 700 mila euro reperiti dal famoso otto per mille alla chiesa cattolica, trecento mila euro finanziati dalla comunità diocesana e altri 700 mila euro attinti dalle banche. Una minima parte dei fondi è stata reperita dalle donazioni: circa 10 mila euro sono giunti dalla diocesi, di questi, solo poco più di 300 euro sono arrivati dalla comunità coratina.
Un grosso fardello dunque con il quale il parroco Don Gianni Cafagna ha dovuto fare i conti sostenuto dalla sua comunità parrocchiale e dalle associazioni Rotary club e Lions club che hanno indetto una campagna di raccolta fondi online sul sito operazionesangiuseppe.it dove è possibile donare 2 euro per aiutare la chiesa ad alleggerire le sue spese.
Ma in che modo si è intervenuti? A spiegarlo è Cosimo Cilli titolare dell'impresa di restauro: "Questa chiesa nel 1700 doveva essere molto ricca, completamente affrescata. Per questo abbiamo proceduto con un intervento estetico di pulitura e recupero di un patrimonio coperto nel corso degli anni da strati di pittura. Sono così riemersi i finti marmi delle arcate centrali che abbiamo integrato nelle lacune. Dopo la rimozione della tela centrale è riemerso l'antico dipinto di S. Giuseppe che inizialmente era in condizioni pessime. Abbiamo riportato alle sue condizioni originali questo dipinto ad olio settecentesco assieme alla cornice e ai rosoni sul soffitto con tutti i particolari che oggi riusciamo ad apprezzare. Anche i colori sulla volta e sulla cupola frutto della lavorazione della calce corrispondono a quelli originali.
Si è trattato dunque di un recupero del patrimonio culturale rappresentato da questa chiesa tramite interventi atti a ripristinare l'estetica settecentesca propria della costruzione.
"In realtà la chiesa risale attorno al 1605 quando le dimensioni erano ridotte rispetto a quelle che vediamo oggi" chiarisce l'architetto Tattoli che ha seguito i lavori sin dalle fasi progettuali nel 2006. "La chiesa fu ampliata nel settecento, anni in cui cominciarono ad apparire le decorazioni oggi recuperate in parte. Il nostro obbiettivo dunque era ripristinare le architetture settecentesche ridonando luminosità con le finestre laterali e quella soprastante l'altare".
Oggi l'intera comunità di S. Giuseppe può godere nuovamente della sua chiesa stringendosi attorno al suo parroco Don Gianni il quale ha voluto ringraziare tutti coloro che si sono interfacciati durante i lavori sostenendolo durante questo compito così difficile e non ancora giunto al termine.
La chiesa di corso Mazzini infatti dovette chiudere le porte ai suoi fedeli all'incirca un anno e mezzo fa quando i lavori di restauro si fecero più consistenti rendendo necessaria la chiusura del luogo sacro ai fedeli.
"Realmente i lavori sono iniziati nel 2015 ma non sono proceduti in maniera continuativa" spiega l'ingegnere Antonio Di Nunno coordinatore dei lavori che entra nel dettaglio dicendo: "Man mano che riuscivamo a reperire fondi, procedevamo con le operazioni necessarie. Ad oggi abbiamo forse raggiunto il 50% degli interventi essenziali".
Come chiarisce don Angelo economo della chiesa di S. Giuseppe, gli interventi strutturali che sono stati apportati sono stati importanti, di ardua realizzazione ma indispensabili: "Come un corpo umano affetto dal tumore, questa chiesa andava sistemata dall'interno. Oggi quel tumore non esiste più e possiamo già vedere le prime bellezze esteriori ma molti lavori hanno insistito all'interno per tanto non è possibile vedere tutto ciò che si è fatto." Don Angelo illustra poi le spese a cui la chiesa e il suo parroco hanno dovuto far fronte: 700 mila euro reperiti dal famoso otto per mille alla chiesa cattolica, trecento mila euro finanziati dalla comunità diocesana e altri 700 mila euro attinti dalle banche. Una minima parte dei fondi è stata reperita dalle donazioni: circa 10 mila euro sono giunti dalla diocesi, di questi, solo poco più di 300 euro sono arrivati dalla comunità coratina.
Un grosso fardello dunque con il quale il parroco Don Gianni Cafagna ha dovuto fare i conti sostenuto dalla sua comunità parrocchiale e dalle associazioni Rotary club e Lions club che hanno indetto una campagna di raccolta fondi online sul sito operazionesangiuseppe.it dove è possibile donare 2 euro per aiutare la chiesa ad alleggerire le sue spese.
Ma in che modo si è intervenuti? A spiegarlo è Cosimo Cilli titolare dell'impresa di restauro: "Questa chiesa nel 1700 doveva essere molto ricca, completamente affrescata. Per questo abbiamo proceduto con un intervento estetico di pulitura e recupero di un patrimonio coperto nel corso degli anni da strati di pittura. Sono così riemersi i finti marmi delle arcate centrali che abbiamo integrato nelle lacune. Dopo la rimozione della tela centrale è riemerso l'antico dipinto di S. Giuseppe che inizialmente era in condizioni pessime. Abbiamo riportato alle sue condizioni originali questo dipinto ad olio settecentesco assieme alla cornice e ai rosoni sul soffitto con tutti i particolari che oggi riusciamo ad apprezzare. Anche i colori sulla volta e sulla cupola frutto della lavorazione della calce corrispondono a quelli originali.
Si è trattato dunque di un recupero del patrimonio culturale rappresentato da questa chiesa tramite interventi atti a ripristinare l'estetica settecentesca propria della costruzione.
"In realtà la chiesa risale attorno al 1605 quando le dimensioni erano ridotte rispetto a quelle che vediamo oggi" chiarisce l'architetto Tattoli che ha seguito i lavori sin dalle fasi progettuali nel 2006. "La chiesa fu ampliata nel settecento, anni in cui cominciarono ad apparire le decorazioni oggi recuperate in parte. Il nostro obbiettivo dunque era ripristinare le architetture settecentesche ridonando luminosità con le finestre laterali e quella soprastante l'altare".
Oggi l'intera comunità di S. Giuseppe può godere nuovamente della sua chiesa stringendosi attorno al suo parroco Don Gianni il quale ha voluto ringraziare tutti coloro che si sono interfacciati durante i lavori sostenendolo durante questo compito così difficile e non ancora giunto al termine.