Cronaca
Processo Di Vincenzo, quattro condanne in Appello
Ridotte le pene, assolto Piancone
Corato - giovedì 3 ottobre 2019
11.50
La sezione II della Corte d'Appello di Bari si è espressa nel merito del procedimento relativo alla morte del giovane Giuseppe Di Vincenzo, il giovane operaio morto sul cantiere di Corte Bracco nel 2007 a seguito di gravi ustioni.
La sentenza d'Appello, pur riconoscendo la validità dell'impianto accusatorio, ha ridimensionato l'esito del primo grado infliggendo le condanne a due anni di reclusione, pena sospesa, per Vincenzo Perrone, legale rappresentante della "Idrotermica di Luigi Perrone e C. snc (ditta appaltatrice dei lavori termoidraulici e fognari del cantiere di Corte Bracco dei Germani che a sua volta aveva richiesto prestazione di manodopera alla ditta Termo In di Andria), Nicola Nannola, codatore di lavoro del giovane Di Vincenzo e coesecutore dell'impianto, Mauro Galentino, codatore di lavoro del lavoratore infortunato e Saverio Guido, dipendente della "Luigi Perrone srl" e coesecutore dell'impianto di adduzione del gas.
Assolto per non aver commesso il fatto Luigi Piancone.
Confermata l'assoluzione per Giovanni Adolfo Sbisà, committente dei lavori ed Elisabetta Sbisà, responsabile dei lavori.
Giuseppe Di Vincenzo morì all'ospedale Cardarelli di Napoli dopo 4 giorni di agonia. Mentre lavorava al cantiere, nel marzo del 2007, fu avvolto da una fiammata che lo ustionò sul 95% del corpo.
La sentenza d'Appello, pur riconoscendo la validità dell'impianto accusatorio, ha ridimensionato l'esito del primo grado infliggendo le condanne a due anni di reclusione, pena sospesa, per Vincenzo Perrone, legale rappresentante della "Idrotermica di Luigi Perrone e C. snc (ditta appaltatrice dei lavori termoidraulici e fognari del cantiere di Corte Bracco dei Germani che a sua volta aveva richiesto prestazione di manodopera alla ditta Termo In di Andria), Nicola Nannola, codatore di lavoro del giovane Di Vincenzo e coesecutore dell'impianto, Mauro Galentino, codatore di lavoro del lavoratore infortunato e Saverio Guido, dipendente della "Luigi Perrone srl" e coesecutore dell'impianto di adduzione del gas.
Assolto per non aver commesso il fatto Luigi Piancone.
Confermata l'assoluzione per Giovanni Adolfo Sbisà, committente dei lavori ed Elisabetta Sbisà, responsabile dei lavori.
Giuseppe Di Vincenzo morì all'ospedale Cardarelli di Napoli dopo 4 giorni di agonia. Mentre lavorava al cantiere, nel marzo del 2007, fu avvolto da una fiammata che lo ustionò sul 95% del corpo.