Cultura
"Presenze Minime": presentata l'ultima fatica di Federico Lotito
La raccolta di poesie ha incontrato per la prima volta il pubblico nella Sala Verde di Palazzo di Città
Corato - domenica 5 maggio 2024
12.16
Venerdì, nella Sala Verde di Palazzo di Città, si è tenuta la presentazione del libro "Presenze minime" di Federico Lotito, un'opera che si distingue per la sua natura fisica, minimalista e realista. Lotito, con maestria, si discosta dalla poesia tradizionale carica di enfasi e retorica, per esplorare un territorio dove le parole sono prive di orpelli e si fanno portatrici di verità crude e non filtrate.
Il poeta si pone come osservatore del caos, cercando di riempire gli spazi vuoti lasciati da altri. Le "presenze minime" di cui parla sono dettagli, momenti e sensazioni che spesso sfuggono all'occhio non allenato, ma che nelle sue mani diventano protagonisti. Questi particolari, trascurati da molti, trovano una nuova vita e significato attraverso la sua scrittura.
Lotito si avvale della maturità e della consapevolezza della forza intrinseca della parola. Non vi è spazio per il dileggio; ogni verso è un colpo al cuore, un disturbo che si insinua nella mente del lettore, lasciando un segno indelebile. La vita, come ci ricorda l'autore, non è un percorso lineare di felicità, ma un intreccio di luci e ombre.
Il libro si impone per la sua capacità di sollevare domande piuttosto che fornire risposte precostituite. La ricerca è continua, simile a una guerra interiore in cui il poeta è un soldato solitario, guidato unicamente dalla propria coscienza. Le parole diventano armi che colpiscono direttamente allo stomaco, provocando una reazione viscerale nel lettore.
Lotito evita la semplificazione, la banalizzazione dei problemi. La letteratura, per lui, nasce dalla complessità, dalla capacità di creare bellezza attraverso l'osservazione attenta e mai scontata della realtà. Consolare con parole dolci è facile; molto più difficile è affrontare e rimarcare la sofferenza, elemento da cui, secondo l'autore, possiamo crescere.
In un mondo dove la retorica superficiale e il narcisismo sono all'ordine del giorno, Lotito si batte per una poesia autentica, che fatica ad emergere ma che, una volta rivelata, ha il potere di trasformare. I "like" possono soddisfare l'ego, ma non nutrono l'anima della poesia.
In "Presenze minime", Federico Lotito non offre risposte facili, ma traccia solchi profondi per il lettore, invitandolo a una riflessione personale e a un viaggio attraverso le parole che è, in ultima analisi, un viaggio dentro se stessi.
Una raccolta, quella edita da SECOP, ermetica ma immediata, complessa ma fruibile, che segna la definitiva maturazione poetica di Federico Lotito.
Il poeta si pone come osservatore del caos, cercando di riempire gli spazi vuoti lasciati da altri. Le "presenze minime" di cui parla sono dettagli, momenti e sensazioni che spesso sfuggono all'occhio non allenato, ma che nelle sue mani diventano protagonisti. Questi particolari, trascurati da molti, trovano una nuova vita e significato attraverso la sua scrittura.
Lotito si avvale della maturità e della consapevolezza della forza intrinseca della parola. Non vi è spazio per il dileggio; ogni verso è un colpo al cuore, un disturbo che si insinua nella mente del lettore, lasciando un segno indelebile. La vita, come ci ricorda l'autore, non è un percorso lineare di felicità, ma un intreccio di luci e ombre.
Il libro si impone per la sua capacità di sollevare domande piuttosto che fornire risposte precostituite. La ricerca è continua, simile a una guerra interiore in cui il poeta è un soldato solitario, guidato unicamente dalla propria coscienza. Le parole diventano armi che colpiscono direttamente allo stomaco, provocando una reazione viscerale nel lettore.
Lotito evita la semplificazione, la banalizzazione dei problemi. La letteratura, per lui, nasce dalla complessità, dalla capacità di creare bellezza attraverso l'osservazione attenta e mai scontata della realtà. Consolare con parole dolci è facile; molto più difficile è affrontare e rimarcare la sofferenza, elemento da cui, secondo l'autore, possiamo crescere.
In un mondo dove la retorica superficiale e il narcisismo sono all'ordine del giorno, Lotito si batte per una poesia autentica, che fatica ad emergere ma che, una volta rivelata, ha il potere di trasformare. I "like" possono soddisfare l'ego, ma non nutrono l'anima della poesia.
In "Presenze minime", Federico Lotito non offre risposte facili, ma traccia solchi profondi per il lettore, invitandolo a una riflessione personale e a un viaggio attraverso le parole che è, in ultima analisi, un viaggio dentro se stessi.
Una raccolta, quella edita da SECOP, ermetica ma immediata, complessa ma fruibile, che segna la definitiva maturazione poetica di Federico Lotito.