Politica
Piazza Di Vagno, la quinta non si farà (almeno per il momento)
Ieri l'argomento è stato discusso in commissione urbanistica
Corato - martedì 27 giugno 2017
11.25
La famigerata "Quinta" che avrebbe caratterizzato il progetto della nuova piazza Di Vagno non si farà. O almeno per il momento.
È quanto emerso dalla riunione della commissione urbanistica, tenutasi ieri a Palazzo di Città nel corso della quale il sindaco e l'assessore ai lavori pubblici hanno informato i commissari di una nuova perizia di variante resasi necessaria a seguito delle scoperte archeologiche e gli stessi lavori di scavo che hanno impiegato importanti risorse economiche.
Ufficialmente, dunque, la realizzazione della quinta viene rimandata ad un secondo momento. Nei fatti è difficile pensare che si possa tornare a "mettere mano" ad un'opera che dovrebbe essere conclusa entro la fine dell'anno.
Un'opera che ha sempre fatto discutere, soprattutto per il controverso rispetto del diritto di affaccio dei privati proprietari dell'edificio che, appunto, si affaccia sulla piazza.
Queste questioni, però, come spiegato nella riunione di commissione, saranno trattate in un secondo momento.
Sempre nel corso della commissione si è appreso della sottoscrizione della perizia di variante: passaggio che ha visto la protesta del presidente della commissione Tommaso Loiodice che rivendicava il diritto della commissione ad essere informata preventivamente e non a fatto compiuto.
All'indomani dei lavori della commissione si registrano le reazioni dei consiglieri di opposizione.
«Questa amministrazione non smette di stupirci. Su piazza Di Vagno, ieri in commissione urbanistica, l'ennesimo colpo di scena (ma non tanto). Piuttosto che ammettere che la famosa quinta non si farà perchè irrisolti i contenziosi con i privati (affacci) e forse rivista la posizione dopo il dibattito sviluppatosi in citta sull'opportunità di salvare il murales, si preferisce affermare che la quinta è semplicemente momentaneamente stralciata dal progetto poichè i costi sostenuti per le indagini archeologi hanno assorbito una buona parte dei fondi tanto da determinare appunto lo stralcio della realizzazione della stessa. In altri termini l'amministrazione lascia aperta una cambiale sulla quinta non volendo ammettere il fallimento progettuale della stessa e senza assumersene direttamente responsabilità con atti ufficiali, ma demandando al Responsabile del procedimento tale atto. Ciò che è peggio è che al momento non sappiamo come intende valorizzare i reperti che avevano a loro avviso reso indispensabile la realizzazione della quinta. Speriamo solo che vengano rispettati e accelerati i tempi di consegna della nuova piazza poichè il tempo già trascorso è stato solo un danno per la città e gli esercizi prospicienti la piazza stessa» scrive Tommaso Loiodice su Facebook.
Dello stesso tenore l'intervento di Renato Bucci: «La "quinta muraria" non si farà...per ora. Eh si, perché l'Amministrazione non rinuncia all'obbrobrio, ma semplicemente lo rinvia perché per ora non si può fare sia perché lede diritti dei terzi sia perché mancano i soldi. In sostanza hanno fatto un progetto che fin dall'inizio non si poteva fare perché non teneva conto degli affacci del palazzo confinante».
E rincara la dose, riferendosi alle precedenti riunioni di commissione sullo stesso argomento: «Ci sono voluti quasi due anni di cantiere perché l'Amministrazione, ormai alle strette e senza più scuse in tasca, ammettesse che i diritti dei terzi c'erano e non erano affatto risolti. Quella commissione urbanistica (ottobre 2015, ndr) fu la stessa in cui feci rilevare la mancanza della relazione geologica , che poi hanno dovuto far fare perdendosi così tre mesi di tempo solo per colmare quella lacuna. La relazione archeologica preventiva era ugualmente obbligatoria e soprattutto utile, ma non è mai stata eseguita. La presenza dell'archeologa è stata introdotta solo a lavori iniziati. Di tutti gli scavi non rimarrà nessuna testimonianza, se non la mera evidenziazione sulla pavimentazione delle impronte perimetrali dei vecchi stabili. Spero che almeno abbiano fatto un buon dossier fotografico per allestire un domani pannelli illustrativi».
È quanto emerso dalla riunione della commissione urbanistica, tenutasi ieri a Palazzo di Città nel corso della quale il sindaco e l'assessore ai lavori pubblici hanno informato i commissari di una nuova perizia di variante resasi necessaria a seguito delle scoperte archeologiche e gli stessi lavori di scavo che hanno impiegato importanti risorse economiche.
Ufficialmente, dunque, la realizzazione della quinta viene rimandata ad un secondo momento. Nei fatti è difficile pensare che si possa tornare a "mettere mano" ad un'opera che dovrebbe essere conclusa entro la fine dell'anno.
Un'opera che ha sempre fatto discutere, soprattutto per il controverso rispetto del diritto di affaccio dei privati proprietari dell'edificio che, appunto, si affaccia sulla piazza.
Queste questioni, però, come spiegato nella riunione di commissione, saranno trattate in un secondo momento.
Sempre nel corso della commissione si è appreso della sottoscrizione della perizia di variante: passaggio che ha visto la protesta del presidente della commissione Tommaso Loiodice che rivendicava il diritto della commissione ad essere informata preventivamente e non a fatto compiuto.
All'indomani dei lavori della commissione si registrano le reazioni dei consiglieri di opposizione.
«Questa amministrazione non smette di stupirci. Su piazza Di Vagno, ieri in commissione urbanistica, l'ennesimo colpo di scena (ma non tanto). Piuttosto che ammettere che la famosa quinta non si farà perchè irrisolti i contenziosi con i privati (affacci) e forse rivista la posizione dopo il dibattito sviluppatosi in citta sull'opportunità di salvare il murales, si preferisce affermare che la quinta è semplicemente momentaneamente stralciata dal progetto poichè i costi sostenuti per le indagini archeologi hanno assorbito una buona parte dei fondi tanto da determinare appunto lo stralcio della realizzazione della stessa. In altri termini l'amministrazione lascia aperta una cambiale sulla quinta non volendo ammettere il fallimento progettuale della stessa e senza assumersene direttamente responsabilità con atti ufficiali, ma demandando al Responsabile del procedimento tale atto. Ciò che è peggio è che al momento non sappiamo come intende valorizzare i reperti che avevano a loro avviso reso indispensabile la realizzazione della quinta. Speriamo solo che vengano rispettati e accelerati i tempi di consegna della nuova piazza poichè il tempo già trascorso è stato solo un danno per la città e gli esercizi prospicienti la piazza stessa» scrive Tommaso Loiodice su Facebook.
Dello stesso tenore l'intervento di Renato Bucci: «La "quinta muraria" non si farà...per ora. Eh si, perché l'Amministrazione non rinuncia all'obbrobrio, ma semplicemente lo rinvia perché per ora non si può fare sia perché lede diritti dei terzi sia perché mancano i soldi. In sostanza hanno fatto un progetto che fin dall'inizio non si poteva fare perché non teneva conto degli affacci del palazzo confinante».
E rincara la dose, riferendosi alle precedenti riunioni di commissione sullo stesso argomento: «Ci sono voluti quasi due anni di cantiere perché l'Amministrazione, ormai alle strette e senza più scuse in tasca, ammettesse che i diritti dei terzi c'erano e non erano affatto risolti. Quella commissione urbanistica (ottobre 2015, ndr) fu la stessa in cui feci rilevare la mancanza della relazione geologica , che poi hanno dovuto far fare perdendosi così tre mesi di tempo solo per colmare quella lacuna. La relazione archeologica preventiva era ugualmente obbligatoria e soprattutto utile, ma non è mai stata eseguita. La presenza dell'archeologa è stata introdotta solo a lavori iniziati. Di tutti gli scavi non rimarrà nessuna testimonianza, se non la mera evidenziazione sulla pavimentazione delle impronte perimetrali dei vecchi stabili. Spero che almeno abbiano fatto un buon dossier fotografico per allestire un domani pannelli illustrativi».