Territorio
Parco Alta Murgia, dalla Regione circa 500mila euro per la filiera del cinghiale
Ammesso a finanziamento il progetto pilota di cattura e macellazione del cinghiale selvatico
Corato - domenica 19 luglio 2020
Nell'ambito del programma Aiuti di Stato Italia (Puglia), decisione europea del 13.05.2019, per il "Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche e tecnologie. Psr Puglia 2014-2020" Regione Puglia ammette e finanzia il progetto "Filiera pilota del cinghiale e degli ovicaprini nel Parco nazionale dell'Alta Murgia" con un importo di euro 499.292,65.
Il progetto, di importo 499.875,15 euro, è creato dall'Associazione temporanea di scopo Fi.Ci.P.A.M. avente l'Ente Parco dell'Alta Murgia come soggetto capofila, coinvolge anche l'Università degli Studi di Bari assieme a diverse aziende agricole del territorio, e ha rappresentanza esclusiva conferita a Francesco Tarantini, presidente del Parco.
Tra i costi delle diverse azioni da mettere in atto ci sono quelli per il personale 27.275,00 euro, materiali di consumo 51.900,00 euro, costruzione di prototipi in contesto aziendale 140.000,00, acquisizione di consulenze 23.532,40.
Come si legge nella Determinazione, il programma, da realizzare entro 24 mesi, è finalizzato a istituire per la prima volta in Puglia una filiera del cinghiale selvatico, catturando i soggetti in chiusini adeguati per standard di benessere animale, e introducendo la pratica della macellazione in loco utilizzando un nuovo impianto mobile strutturato per l'abbattimento sia dei cinghiali (il cui contenimento andrà a ridurre drasticamente il numero) che di piccoli ruminanti e dei suidi (fornendo un servizio certificato alle aziende"amiche del Parco").
Il Parco dell'Alta Murgia nasce il dieci marzo 2004, sede legale e amministrativa in Gravina di Puglia, grande 68.077 ettari, comprende dieci Comuni: Altamura, Andria, Bitonto, Cassano Murge, Corato, Gravina, Grumo, Minervino Murge, Poggiorsini, Ruvo di Puglia, Santeramo, Spinazzola, Toritto, dodici i dipendenti di cui tre part time, il totale del bilancio di previsione anno 2020 pari a 5.633.589,33 euro.
Dall'agosto 2019 è presieduto da Francesco Tarantini, già componente del Consiglio direttivo del Parco Alta Murgia, presidente di Legambiente Puglia e membro dell'Assemblea delegati di Legambiente.
Il progetto, di importo 499.875,15 euro, è creato dall'Associazione temporanea di scopo Fi.Ci.P.A.M. avente l'Ente Parco dell'Alta Murgia come soggetto capofila, coinvolge anche l'Università degli Studi di Bari assieme a diverse aziende agricole del territorio, e ha rappresentanza esclusiva conferita a Francesco Tarantini, presidente del Parco.
Tra i costi delle diverse azioni da mettere in atto ci sono quelli per il personale 27.275,00 euro, materiali di consumo 51.900,00 euro, costruzione di prototipi in contesto aziendale 140.000,00, acquisizione di consulenze 23.532,40.
Come si legge nella Determinazione, il programma, da realizzare entro 24 mesi, è finalizzato a istituire per la prima volta in Puglia una filiera del cinghiale selvatico, catturando i soggetti in chiusini adeguati per standard di benessere animale, e introducendo la pratica della macellazione in loco utilizzando un nuovo impianto mobile strutturato per l'abbattimento sia dei cinghiali (il cui contenimento andrà a ridurre drasticamente il numero) che di piccoli ruminanti e dei suidi (fornendo un servizio certificato alle aziende"amiche del Parco").
Il Parco dell'Alta Murgia nasce il dieci marzo 2004, sede legale e amministrativa in Gravina di Puglia, grande 68.077 ettari, comprende dieci Comuni: Altamura, Andria, Bitonto, Cassano Murge, Corato, Gravina, Grumo, Minervino Murge, Poggiorsini, Ruvo di Puglia, Santeramo, Spinazzola, Toritto, dodici i dipendenti di cui tre part time, il totale del bilancio di previsione anno 2020 pari a 5.633.589,33 euro.
Dall'agosto 2019 è presieduto da Francesco Tarantini, già componente del Consiglio direttivo del Parco Alta Murgia, presidente di Legambiente Puglia e membro dell'Assemblea delegati di Legambiente.