Politica
Palazzo Gioia, il Comune vuole acquisire altri appartamenti
Disco verde della massima assise cittadina
Corato - mercoledì 11 gennaio 2017
14.12
Un ulteriore pezzo d Palazzo Gioia potrebbe entrare a far parte del patrimonio immobiliare del Comune di Corato, ampliando quello che è stato definito il "Palazzo della Cultura", recentemente inaugurato e sul quale è ancora pendente una causa amministrativa per stabilirne la proprietà.
Il consiglio comunale, infatti, ha deliberato a maggioranza la volontà di esercitare il diritto di prelazione sull'acquisto di una ulteriore superficie di 1100 metri quadrati. Contrari i consiglieri Mazzone, Di Tria e Ventura.
Ad annunciare la volontà dell'amministrazione comunale di esercitare il diritto di prelazione sull'immobile è stato il sindaco Massimo Mazzilli: «Questa opportunità di accrescere il patrimonio culturale della collettività è fondata sulla base di un esercizio che tocca agli enti pubblici» ha riferito il primo cittadino, specificando: «Riteniamo che quel bene, quel palazzo storico, debba essere messo a disposizione per la collettività. Vogliamo migliorare ulteriormente la valenza di quel contenitore culturale, una scelta che comporta un lungo lavoro, si complesso ma importante soprattutto per le generazioni future».
La delibera presentata al consiglio comunale, tuttavia, ha lasciato perplessa sia l'opposizione che la maggioranza, tant'è che si è dovuto procedere ad una sospensione dei lavori per emendarla.
Prima a sollevare dubbi è stata la consigliera PD Rosalba Marcone che ha contestato la dicitura: " Con l'acquisizione di un ulteriore porzione di palazzo Gioia da parte del comune di Corato, l'archivio storico cesserà di essere un ammasso di carte polverose abbandonato al disinteresse e all'incuria per diventare un bene comune". L'invito della consigliera è stato quello di rivedere questo passaggio della delibera, così da non lasciare interpretazione dell'uso dell'immobile come «deposito di un ammasso di cartacce da valorizzare».
Inevitabile anche il passaggio sulla questione giudiziaria legata alla proprietà del palazzo: «Stando all'ultima sentenza, il comune di Corato non risulta essere proprietario del palazzo, di conseguenza votando per la volontà di esercitare il diritto di prelazione positivamente o negativamente si rischia si incappare in una serie di errori che possono poi compromettere l'esercizio del diritto di prelazione stesso» ha riferito Rosalba Marcone.
Nettamente contraria al via libera all'esercizio del diritto di prelazione la consigliera Valeria Mazzone che ha rinfacciato lo scarso dinamismo dell'amministrazione comunale a seguito dell'acquisizione delle nuove aree delle Tombe di San Magno. Dall'intervento della consigliera Mazzone è emerso, però, un particolare molto interessante. Nella delibera, infatti, si fa riferimento ad una somma di 376mila euro: una somma derivante dal valore in permute indicato dalla Soprintendenza, corrispondente a 216mila euro da 160mila euro da cedere in contanti. Ciò che Mazzone eccepisce è che la cifra è riferita al valore catastale dell'immobile e non al valore reale. «Spenderemo come minimo 480mila euro», riferisce la consigliera chiedendo un chiarimento all'interno della delibera.
Eccezione accolta dal consigliere di maggioranza Pasquale Pomodoro che si è detto favorevole ad una modifica della delibera.
Perentorio il consigliere Di Tria: «Corato ha già spazi per la cultura. Una spesa di questo tipo ritengo non si debba affrontare».
Più morbida, invece, la posizione dei Democratici che hanno votato a favore della delibera emendata, non prima essersi assicurati della necessità di un ulteriore passaggio in Consiglio Comunale per la decisione sulla cifra da stanziare per acquisto ed interventi strutturali ed agli impianti.
Il consiglio comunale, infatti, ha deliberato a maggioranza la volontà di esercitare il diritto di prelazione sull'acquisto di una ulteriore superficie di 1100 metri quadrati. Contrari i consiglieri Mazzone, Di Tria e Ventura.
Ad annunciare la volontà dell'amministrazione comunale di esercitare il diritto di prelazione sull'immobile è stato il sindaco Massimo Mazzilli: «Questa opportunità di accrescere il patrimonio culturale della collettività è fondata sulla base di un esercizio che tocca agli enti pubblici» ha riferito il primo cittadino, specificando: «Riteniamo che quel bene, quel palazzo storico, debba essere messo a disposizione per la collettività. Vogliamo migliorare ulteriormente la valenza di quel contenitore culturale, una scelta che comporta un lungo lavoro, si complesso ma importante soprattutto per le generazioni future».
La delibera presentata al consiglio comunale, tuttavia, ha lasciato perplessa sia l'opposizione che la maggioranza, tant'è che si è dovuto procedere ad una sospensione dei lavori per emendarla.
Prima a sollevare dubbi è stata la consigliera PD Rosalba Marcone che ha contestato la dicitura: " Con l'acquisizione di un ulteriore porzione di palazzo Gioia da parte del comune di Corato, l'archivio storico cesserà di essere un ammasso di carte polverose abbandonato al disinteresse e all'incuria per diventare un bene comune". L'invito della consigliera è stato quello di rivedere questo passaggio della delibera, così da non lasciare interpretazione dell'uso dell'immobile come «deposito di un ammasso di cartacce da valorizzare».
Inevitabile anche il passaggio sulla questione giudiziaria legata alla proprietà del palazzo: «Stando all'ultima sentenza, il comune di Corato non risulta essere proprietario del palazzo, di conseguenza votando per la volontà di esercitare il diritto di prelazione positivamente o negativamente si rischia si incappare in una serie di errori che possono poi compromettere l'esercizio del diritto di prelazione stesso» ha riferito Rosalba Marcone.
Nettamente contraria al via libera all'esercizio del diritto di prelazione la consigliera Valeria Mazzone che ha rinfacciato lo scarso dinamismo dell'amministrazione comunale a seguito dell'acquisizione delle nuove aree delle Tombe di San Magno. Dall'intervento della consigliera Mazzone è emerso, però, un particolare molto interessante. Nella delibera, infatti, si fa riferimento ad una somma di 376mila euro: una somma derivante dal valore in permute indicato dalla Soprintendenza, corrispondente a 216mila euro da 160mila euro da cedere in contanti. Ciò che Mazzone eccepisce è che la cifra è riferita al valore catastale dell'immobile e non al valore reale. «Spenderemo come minimo 480mila euro», riferisce la consigliera chiedendo un chiarimento all'interno della delibera.
Eccezione accolta dal consigliere di maggioranza Pasquale Pomodoro che si è detto favorevole ad una modifica della delibera.
Perentorio il consigliere Di Tria: «Corato ha già spazi per la cultura. Una spesa di questo tipo ritengo non si debba affrontare».
Più morbida, invece, la posizione dei Democratici che hanno votato a favore della delibera emendata, non prima essersi assicurati della necessità di un ulteriore passaggio in Consiglio Comunale per la decisione sulla cifra da stanziare per acquisto ed interventi strutturali ed agli impianti.