Cronaca
«Paga o ti picchiamo», tre minorenni accusati di estorsione ai danni di un loro coetaneo
La vittima: «Ho paura»
Corato - sabato 9 dicembre 2017
12.29
Nelle prime ore del giorno, i militari della Stazione Carabinieri di Corato hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale per i Minorenni di Bari, su richiesta della competente Procura della Repubblica, a carico di tre minori ritenuti responsabili di estorsione aggravata nei confronti di un loro coetaneo. Quest'ultimo infatti, minacciato di atti di violenza fisica ai suoi danni e talvolta anche percosso, è stato costretto a consegnare al trio malavitoso somme di denaro in contante.
I provvedimenti sono scaturiti dalla prosecuzione di una complessa attività d'indagine che ha preso origine dalla denuncia presentata a giugno dalla vittima, probabilmente ormai stanca di trovarsi a vivere nel timore di ulteriori ritorsioni a suo carico. Dal quadro probatorio evidenziato dagli investigatori emergerebbe che il terzetto, in una prima occasione, abbia minacciato il coetaneo di percuoterlo se non avesse consegnato loro la somma di euro 200.
Pertanto, dopo pochi giorni, il malcapitato tornava sul luogo delle minacce e consegnava quanto richiesto. A distanza di circa due settimane il ragazzo veniva nuovamente avvicinato dai tre che, dopo averlo strattonato e maltrattato, chiedevano ulteriori 300 euro che il malcapitato avrebbe ceduto dopo pochi giorni. I fatti descritti si sarebbero verificati nel mese di maggio di quest'anno, periodo in cui anche le persone vicine alla vittima hanno avuto modo di appurare un cambiamento di umore. In un'occasione, in particolare, mentre passeggiava accompagnato, alla vista dei suoi aguzzini, veniva spontaneo al giovane irrigidirsi e pronunciare le parole "ho paura". Il modo di operare dei tre ragazzi ha lasciato traspirare una certa dimestichezza nel compimento di questo tipo di reato: uno seduto su una panchina monitorava l'area circostante, mentre gli altri 2 ponevano in essere l'attività estorsiva vera e propria.
La vittima, divenuta bersaglio elettivo del sodalizio, viveva ormai in un clima di terrore in quanto ben conosceva i soggetti incriminati e sapeva che non si sarebbero limitati alle semplici parole. Per questo, timoroso per la propria incolumità soggiaceva alle richieste di quello che si potrebbe definire un vero e proprio sodalizio criminale.
Il modo di operare e il pericolo che gli stessi potessero reiterare questo tipo di condotta nei confronti di altri soggetti, sono stati determinanti nella scelta dell'A.G. di sottoporre il più giovane dei tre alla misura cautelare del collocamento in comunità, mentre per gli altri due la misura cautelare della permanenza in casa.
I provvedimenti sono scaturiti dalla prosecuzione di una complessa attività d'indagine che ha preso origine dalla denuncia presentata a giugno dalla vittima, probabilmente ormai stanca di trovarsi a vivere nel timore di ulteriori ritorsioni a suo carico. Dal quadro probatorio evidenziato dagli investigatori emergerebbe che il terzetto, in una prima occasione, abbia minacciato il coetaneo di percuoterlo se non avesse consegnato loro la somma di euro 200.
Pertanto, dopo pochi giorni, il malcapitato tornava sul luogo delle minacce e consegnava quanto richiesto. A distanza di circa due settimane il ragazzo veniva nuovamente avvicinato dai tre che, dopo averlo strattonato e maltrattato, chiedevano ulteriori 300 euro che il malcapitato avrebbe ceduto dopo pochi giorni. I fatti descritti si sarebbero verificati nel mese di maggio di quest'anno, periodo in cui anche le persone vicine alla vittima hanno avuto modo di appurare un cambiamento di umore. In un'occasione, in particolare, mentre passeggiava accompagnato, alla vista dei suoi aguzzini, veniva spontaneo al giovane irrigidirsi e pronunciare le parole "ho paura". Il modo di operare dei tre ragazzi ha lasciato traspirare una certa dimestichezza nel compimento di questo tipo di reato: uno seduto su una panchina monitorava l'area circostante, mentre gli altri 2 ponevano in essere l'attività estorsiva vera e propria.
La vittima, divenuta bersaglio elettivo del sodalizio, viveva ormai in un clima di terrore in quanto ben conosceva i soggetti incriminati e sapeva che non si sarebbero limitati alle semplici parole. Per questo, timoroso per la propria incolumità soggiaceva alle richieste di quello che si potrebbe definire un vero e proprio sodalizio criminale.
Il modo di operare e il pericolo che gli stessi potessero reiterare questo tipo di condotta nei confronti di altri soggetti, sono stati determinanti nella scelta dell'A.G. di sottoporre il più giovane dei tre alla misura cautelare del collocamento in comunità, mentre per gli altri due la misura cautelare della permanenza in casa.