Corato open space
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Attualità

Open space: «Siamo alla costante ricerca di una soluzione per proseguire le nostre attività»

«Continueremo a fare cose belle finché ce lo permetteranno»

«Sapevamo che sarebbe arrivato questo momento, non lo abbiamo mai nascosto. Sappiamo di essere attualmente in un posto, il primo piano, che spetta di diritto ad un altro progetto, ed anche questo non è stato mai nascosto. Ci siamo sempre preoccupati di trovare un'alternativa, costantemente, e lo stiamo facendo anche ora, ora che quel momento è arrivato». Queste le parole con cui i responsabili del Corato open space hanno commentato la clip diffusa dall'assessore Luisa Addario in relazione alla comunicazione con cui il Comune di Corato ha chiesto all'associazione di liberare gli spazi destinati ad altre finalità.

«Abbiamo chiesto aiuto alla città, alla popolazione, per cercare un'alternativa. Nulla di più umano, nulla di diverso dal diritto di ogni libero cittadino di esprimere la propria opinione. Abbiamo informato la città di Corato ed i nostri ragazzi di quella che era la situazione attuale dell'Open space e il modo più veloce per farlo era un comunicato stampa» hanno osservato.

«Stiamo cercando costantemente, ogni minuto, una soluzione che ci permetta di continuare le nostre attività. Anche qui, nulla di diverso da quello che abbiamo sempre fatto, raccolte fondi, campagne di sponsorizzazione, tutte attività finalizzate alla sopravvivenza della realtà Open space, dal 2017 ad oggi. Nulla di diverso.
Abbiamo sempre chiesto appoggio a tutti indistintamente, dai singoli tesserati alle aziende del territorio, e anche a chi, per dovere, avrebbe dovuto farla qualcosa, magari in prima linea.
Abbiamo fatto domande ma poche volte sono arrivate delle risposte. Nonostante questo, è sempre stata dichiarata la precarietà della nostra realtà, la precarietà della nostra permanenza.
Affermare, ad oggi, che una situazione del genere porterebbe alla morte dell'Open space, è pura realtà che nessuno meglio di noi può conoscere, e in quanto protagonisti della nostra storia abbiamo il sacrosanto diritto di poter dichiarare pubblicamente che ora, il Laboratorio urbano Corato open space, e non l'associazione di promozione sociale IfinApulia, di fatto non potrà più garantire i servizi che un Laboratorio urbano deve offrire per definizione.
Nulla di diverso da quello che abbiamo sempre fatto» hanno puntualizzato.

«Per ovvie ragioni, che risulta superfluo specificare, ci riteniamo responsabili esclusivamente di ciò che noi abbiamo dichiarato e non di ciò che l'opinione pubblica sta denunciando, a pieno diritto. Il malcontento che sta emergendo, anche ma non solo attraverso il sostegno mostrato al nostro operato, è il frutto del pensiero di singoli cittadini, liberi di esprimere la loro opinione, positiva o negativa che sia. È una cosa a cui noi siamo abituati e con cui abbiamo da sempre fatto i conti. Fin dall'inizio» è l'analisi dei referenti del progetto.

«A seguito del nostro comunicato non c'è stata, da parte del direttivo del Corato open space, esposizione alcuna sui canali, a detta di altri, poco adatti al confronto politico e che di politico hanno molto poco. Coloro che denunciavano sterili polemiche sui social, sono proprio coloro che si sono resi protagonisti delle stesse polemiche.
Il direttivo dell'associazione di promozione sociale che gestisce il Corato open space non si identifica nella sola presenza di Roberto D'Introno solo in quanto presidente. La figura di Roberto D'Introno non ostacola la lucidità di pensiero di giovani ragazzi, alcuni liberi professionisti già immessi nel mondo del lavoro, altri studenti universitari, che esistono come persone ancor prima della figura del presidente, ancor prima del Laboratorio urbano.
Ci teniamo a sottolineare che l'associazione IfinApulia può proseguire e sicuramente proseguirà la sua attività associativa a prescindere dalla concessione di uno spazio. Il laboratorio urbano Corato open space, che l'aps in questo momento storico sta gestendo, non potrà andare avanti con le sue attività di polo giovanile erogate gratuitamente fino a questo momento, perché i costi di mantenimento non sono sostenibili da un ente no profit senza il sostegno di fondi pubblici e/o privati.

Ad oggi, nonostante la mobilitazione pubblica, anche e soprattutto dell'amministrazione, non abbiamo ancora ricevuto una comunicazione ufficiale che ci permetta di organizzare lo sgombero del piano in tempi umani ed accettabili. Ogni tipo di informazione è giunta in maniera assolutamente non chiara.
Oltre alle strette di mano, che comunque di mani ne prevedono due, abbiamo più volte inoltrato richieste ufficiali agli uffici comunali richiedendo il calendario dei lavori di ristrutturazione o richiedendo incontri con il primo cittadino per ricevere aggiornamenti. Tutte richieste che non hanno ricevuto risposta. Chissà se hanno ricevuto almeno lettura» hanno rilevato.

«Non si parla di fare polemica. Non si parla di fare propaganda. La domanda è sempre stata una: quando finiranno i lavori? Nessuna domanda riguardo la gestione del piano. Solo domande riguardanti i lavori di ristrutturazione. Non è ovviamente difficile immaginare che una risposta, ad oggi, non ci è ancora stata data.
Per rassicurare gli animi comuni ci teniamo, infine, a precisare che l'associazione si è attivata per liberare il piano da tutta la strumentazione che la stessa associazione ha messo a disposizione del Laboratorio urbano e della comunità.
Non era nostra intenzione scuotere gli animi dell'amministrazione, soprattutto attraverso un semplice comunicato stampa, scritto a seguito di altre sollecitazioni già avvenute ma a quanto pare ha funzionato. Qualcosa si è mosso. Peccato però, percepire come il nostro messaggio sia stato frainteso.
Restiamo, come sempre, come ogni volta, "Open" ad ogni confronto (anche pubblico) con chiunque voglia davvero confrontarsi con noi.
Rinnoviamo, quindi, il nostro invito all'assessore alle politiche giovanili, al Sindaco e a chiunque voglia rendersi conto dal vivo di quella che è la realtà Corato open space che resterà "Open" fino alla fine.
Continueremo a fare cose belle finché ce lo permetteranno» hanno concluso.
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