Cronaca
Omicidio a Corato, fermati i presunti autori: sono due fratelli. I NOMI
Si tratta di Savino e Gabriele Pilato, di 22 e 18 anni. Fermata anche la moglie della vittima: avrebbe sparato contro i due sicari
Corato - martedì 17 dicembre 2024
11.32
Svolta nelle indagini sul delitto di Nicola Manzi, il 50enne di Corato assassinato ieri sera. Ad agire sarebbero stati due fratelli, Savino e Gabriele Pilato, di 22 e 18 anni: per il sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Trani, Francesco Tosto, che ha coordinato le indagini, sarebbero i responsabili dell'omicidio.
Entrambi sottoposti a fermo di indiziato di delitto, sono finiti nel carcere di Trani, accusati di omicidio e di porto illecito di arma comune da sparo: con loro, nella sezione femminile dello stesso carcere, è finita pure la moglie di Manzi, Marianna Balducci 48 anni, per tentato omicidio e porto illecito d'arma comune da sparo. Un assassinio eseguito con due armi «che - hanno fatto sapere gli inquirenti - non sono state rinvenute sul posto, né nella disponibilità delle persone fermate».
I due fratelli, entrambi con dei precedenti di polizia e su cui si erano concentrati sin da subito i sospetti degli investigatori della Compagnia di Molfetta, sono stati incastrati dal sistema di videosorveglianza della zona gestito dalla Polizia Locale: le immagini si sono infatti rivelate «fondamentali» perché hanno «consentito di identificare, di iscrivere nel registro degli indagati i soggetti che avevano preso parte all'episodio delittuoso e documentare integralmente la dinamica dei fatti».
Non erano ancora le ore 19.00 di ieri, quando Nicola Manzi, volto noto alle forze dell'ordine e padre di quel Domenico che, con suo cugino Domenico Patruno, il 1 agosto 2018, furono protagonisti dell'omicidio di Viktorian Pikaku, albanese di 23 anni ucciso in piazza Abbazia, si trovava sotto casa, in via Salvi, in compagnia della moglie e del fratello Michele, 41enne rimasto ferito. Secondo la ricostruzione inquirente, in strada sarebbe andata in scena una vera e propria sparatoria.
Ad agire sarebbero state due persone (i fratelli Pilato) che, a bordo di una Volkswagen Golf, avrebbero avvicinato i due fratelli Manzi esplodendo numerosi colpi d' arma da fuoco: Nicola, «attinto da un colpo di arma lunga da sparo», è morto sul colpo, mentre suo fratello Michele, anche lui colpito da un proiettile, è rimasto ferito in modo grave: dopo essere stato sottoposto nella notte ad un delicato intervento chirurgico al Di Venere di Carbonara è ricoverato in prognosi riservata.
I militari hanno repertato sul posto almeno quattro bossoli, provenienti da due diverse armi «che - hanno fatto sapere gli inquirenti - non sono state rinvenute sul posto, né nella disponibilità delle persone fermate». I tre in attesa della decisione del Tribunale di Trani che valuterà «i presupposti del fermo», sono in carcere.
Entrambi sottoposti a fermo di indiziato di delitto, sono finiti nel carcere di Trani, accusati di omicidio e di porto illecito di arma comune da sparo: con loro, nella sezione femminile dello stesso carcere, è finita pure la moglie di Manzi, Marianna Balducci 48 anni, per tentato omicidio e porto illecito d'arma comune da sparo. Un assassinio eseguito con due armi «che - hanno fatto sapere gli inquirenti - non sono state rinvenute sul posto, né nella disponibilità delle persone fermate».
I due fratelli, entrambi con dei precedenti di polizia e su cui si erano concentrati sin da subito i sospetti degli investigatori della Compagnia di Molfetta, sono stati incastrati dal sistema di videosorveglianza della zona gestito dalla Polizia Locale: le immagini si sono infatti rivelate «fondamentali» perché hanno «consentito di identificare, di iscrivere nel registro degli indagati i soggetti che avevano preso parte all'episodio delittuoso e documentare integralmente la dinamica dei fatti».
Non erano ancora le ore 19.00 di ieri, quando Nicola Manzi, volto noto alle forze dell'ordine e padre di quel Domenico che, con suo cugino Domenico Patruno, il 1 agosto 2018, furono protagonisti dell'omicidio di Viktorian Pikaku, albanese di 23 anni ucciso in piazza Abbazia, si trovava sotto casa, in via Salvi, in compagnia della moglie e del fratello Michele, 41enne rimasto ferito. Secondo la ricostruzione inquirente, in strada sarebbe andata in scena una vera e propria sparatoria.
Ad agire sarebbero state due persone (i fratelli Pilato) che, a bordo di una Volkswagen Golf, avrebbero avvicinato i due fratelli Manzi esplodendo numerosi colpi d' arma da fuoco: Nicola, «attinto da un colpo di arma lunga da sparo», è morto sul colpo, mentre suo fratello Michele, anche lui colpito da un proiettile, è rimasto ferito in modo grave: dopo essere stato sottoposto nella notte ad un delicato intervento chirurgico al Di Venere di Carbonara è ricoverato in prognosi riservata.
I militari hanno repertato sul posto almeno quattro bossoli, provenienti da due diverse armi «che - hanno fatto sapere gli inquirenti - non sono state rinvenute sul posto, né nella disponibilità delle persone fermate». I tre in attesa della decisione del Tribunale di Trani che valuterà «i presupposti del fermo», sono in carcere.