Cronaca
Omicidio a Corato, anche la moglie di Manzi «ha partecipato alla sparatoria»
Per questo è stata fermata e condotta in carcere. Avrebbe inseguito «gli autori dell'omicidio» esplodendo dei colpi di pistola
Corato - martedì 17 dicembre 2024
13.49
Illesa, «dopo aver raccolto la pistola del marito, secondo quanto emerso dagli elementi acquisiti, ha attivamente partecipato alla sparatoria, inseguendo gli autori dell'omicidio nei cui confronti esplodeva dei colpi di pistola». Per questo, anche Marianna Balducci, moglie di Nicola Manzi, è stata fermata e portata in carcere.
La donna è accusata di tentato omicidio e porto illecito d'arma comune da sparo, mentre i presunti assassini del marito, i fratelli Savino e Gabriele Pilato, di 22 e di 18 anni, ritenuti i responsabili dell'omicidio del 50enne di Corato avvenuto lunedì sera alla periferia della città, rispondono di omicidio e di porto illecito di arma comune da sparo. Un assassinio eseguito con due armi «che - per gli inquirenti - non sono state trovate sul posto, né nella disponibilità delle persone fermate».
I tre indagati sono stati incastrati dal circuito di videosorveglianza dell'area gestito dalla Polizia Locale: le immagini si sono infatti rivelate «fondamentali» perché hanno «consentito di identificare, di iscrivere nel registro degli indagati i soggetti che avevano preso parte all'episodio delittuoso e di documentare integralmente la dinamica dei fatti». Si sono rivelati «di scarsa utilità, invece, alcuni apporti delle testimonianze diretti e degli interrogatori raccolti nell'immediatezza dei fatti».
Non erano ancora le ore 19.00 di ieri, quando Nicola Manzi, volto noto alle forze dell'ordine e padre di quel Domenico che, con suo cugino Domenico Patruno, il 1 agosto 2018, furono protagonisti dell'omicidio di Viktorian Pikaku, albanese di 23 anni ucciso in piazza Abbazia, si trovava sotto casa, in via Salvi, in compagnia della moglie e del fratello Michele, 41enne rimasto ferito. Secondo la ricostruzione inquirente, in strada sarebbe andata in scena una vera e propria sparatoria.
Ad agire sarebbero state due persone (i fratelli Pilato) che, a bordo di una Volkswagen Golf, avrebbero avvicinato i due fratelli Manzi esplodendo numerosi colpi d' arma da fuoco: Nicola, «attinto da un colpo di arma lunga da sparo», è morto sul colpo, mentre suo fratello Michele, anche lui colpito da un proiettile, è rimasto ferito in modo grave: dopo essere stato sottoposto nella notte ad un delicato intervento chirurgico al Di Venere di Carbonara è ricoverato in prognosi riservata.
È rimasta invece illesa la donna «che - secondo le immagini - dopo aver raccolto la pistola che il marito aveva addosso ha inseguito gli assassini sparando a sua volta i colpi di pistola». Ed è qui che la ferocia dell'agguato, palpabile sin da subito, ha assunto pieghe ancora più torbide e inquietanti al momento dell'indagine.
La donna è accusata di tentato omicidio e porto illecito d'arma comune da sparo, mentre i presunti assassini del marito, i fratelli Savino e Gabriele Pilato, di 22 e di 18 anni, ritenuti i responsabili dell'omicidio del 50enne di Corato avvenuto lunedì sera alla periferia della città, rispondono di omicidio e di porto illecito di arma comune da sparo. Un assassinio eseguito con due armi «che - per gli inquirenti - non sono state trovate sul posto, né nella disponibilità delle persone fermate».
I tre indagati sono stati incastrati dal circuito di videosorveglianza dell'area gestito dalla Polizia Locale: le immagini si sono infatti rivelate «fondamentali» perché hanno «consentito di identificare, di iscrivere nel registro degli indagati i soggetti che avevano preso parte all'episodio delittuoso e di documentare integralmente la dinamica dei fatti». Si sono rivelati «di scarsa utilità, invece, alcuni apporti delle testimonianze diretti e degli interrogatori raccolti nell'immediatezza dei fatti».
Non erano ancora le ore 19.00 di ieri, quando Nicola Manzi, volto noto alle forze dell'ordine e padre di quel Domenico che, con suo cugino Domenico Patruno, il 1 agosto 2018, furono protagonisti dell'omicidio di Viktorian Pikaku, albanese di 23 anni ucciso in piazza Abbazia, si trovava sotto casa, in via Salvi, in compagnia della moglie e del fratello Michele, 41enne rimasto ferito. Secondo la ricostruzione inquirente, in strada sarebbe andata in scena una vera e propria sparatoria.
Ad agire sarebbero state due persone (i fratelli Pilato) che, a bordo di una Volkswagen Golf, avrebbero avvicinato i due fratelli Manzi esplodendo numerosi colpi d' arma da fuoco: Nicola, «attinto da un colpo di arma lunga da sparo», è morto sul colpo, mentre suo fratello Michele, anche lui colpito da un proiettile, è rimasto ferito in modo grave: dopo essere stato sottoposto nella notte ad un delicato intervento chirurgico al Di Venere di Carbonara è ricoverato in prognosi riservata.
È rimasta invece illesa la donna «che - secondo le immagini - dopo aver raccolto la pistola che il marito aveva addosso ha inseguito gli assassini sparando a sua volta i colpi di pistola». Ed è qui che la ferocia dell'agguato, palpabile sin da subito, ha assunto pieghe ancora più torbide e inquietanti al momento dell'indagine.