Attualità
“Oh Ma’”: dolore, coraggio e speranza nelle parole di Daniela Manzitti
Mamma Coraggio si racconta in esclusiva prima di presentare il suo libro
Corato - mercoledì 3 ottobre 2018
06.00
«Continuerò a lottare per l'amore di mio figlio, per dare una speranza a lui, al bambino che è nato e a tutte le mamme che, come me, versano ogni giorno lacrime di dolore, di celata sofferenza per l'indifferenza che ci circonda». Con queste parole ha concluso il suo intervento alle nostre domande, Daniela Manzitti, la nota "mamma coraggio", che il 30 ottobre scorso ebbe il coraggio di far arrestare suo figlio Michael, dopo settimane di latitanza, fuggito dagli arresti domiciliari.
La storia di questa mamma e del difficile rapporto con suo figlio ha riempito pagine di giornali e ha spopolato in TV, dopo la partecipazione a Domenica In.
Ripercorrere la vita difficile di questa famiglia, con tutte le difficoltà di una mamma, rimasta sola, sbattuta tra tanti lavoretti utili per garantire una vita dignitosa ai suoi tre figli, cercare di dare un senso disperato ed una spiegazione, non sempre facile, a tanti errori commessi da suo figlio, è ciò che dà la forza a Daniela di andare avanti e continuare a lottare per salvare la speranza per un futuro dignitoso al suo Michael.
«Ogni giorno, ogni istante della mia vita da quel 30 ottobre mi chiedo se abbia fatto bene o no a farlo arrestare, perché da madre vorrei proteggere mio figlio e il suo futuro. Ma poi da madre mi rispondo convinta di aver fatto la scelta giusta per lui, nonostante il mio cuore sia carico di lacrime e tanta sofferenza. Mi sento forte e serena nel portare avanti una battaglia che so non riguardare solo me, ma tutte le mamme che vivono la mia stessa situazione. So di aver fatto bene perché sono qui a parlare di un ragazzo ancora vivo».
«Mio figlio non è un santo» ha continuato Daniela. «Quando era in casa era un angelo, mi aiutava anche con le faccende. Ma quando usciva, diventava un altro, cambiava persino il modo di camminare. Può sembrare troppo scontato scaricare la colpa e le responsabilità agli altri ragazzi che ha frequentato mio figlio, perché noi genitori abbiamo la tendenza a voler proteggere troppo i nostri figli, ma conosco il suo carattere, la sua estrema fragilità, celata dietro una corazza di forza e orgoglio, conosco il suo carisma e quanto possa dare agli altri, e per questo non perderò mai la speranza di vederlo realizzato».
Non tutto il male viene per nuocere: un detto antico noto a tutti e che lo stesso Michael si è tatuato sul suo braccio per ricordare le parole che sua madre gli ha sempre detto durante gli incontri al carcere di Melfi, dove adesso è detenuto. Ed è proprio questa ora la battaglia di Daniela. A seguito dell'operazione antimafia "Pandora" condotta dalla Dda di Bari e dei Carabinieri del Ros, il ragazzo è stato portato in carcere, dopo essere stato accolto per diverse settimane presso il centro di recupero Exodus di Don Mazzi.
«Ricordo quel giorno e ne soffro al solo pensiero; - ricorda Daniela – quella mattina ero pronta per andare a trovarlo con la sua compagna, quando ricevetti la chiamata che mi avvisava che mio figlio era stato riportato al carcere di Melfi, con l'accusa di aver fatto parte dei di quel gruppo di mafiosi arrestati con l'operazione Pandora. Non hanno prove contro di lui. Micheal aveva pagato per i suoi errori ed era pronto per essere recuperato grazie a Don Mazzi, ma ora, stando nuovamente in carcere, sento che le istituzioni lo hanno nuovamente abbandonato».
«L'aver messo su questa associazione e aver scritto questo libro che raccoglie le vicende e le lettere che io e mio figlio ci siamo scambiati vuole mostrare l'enorme sacrificio che il cuore di una mamma deve affrontare ogni giorno per dare forza a Micheal ad affrontare l'incertezza del futuro, a ritrovare la speranza di vedersi un buon padre che potrà tanto insegnare a suo figlio ancora piccolo».
Il libro verrà presentato venerdì 5 ottobre presso Villa Vanda a Trani, nell'incontro "Divine del Sud", moderato dalla giornalista Francesca Rodolfo.
Ora con l'impegno dell'associazione sarà quello di poter essere da esempio a tutte le altre mamme che vivono il mio dramma, ad affrontare l'incertezza del futuro, soprattutto per tutti quei ragazzi, come Michael, che temono di non poter avere più posto nella società, di essere dimenticati e di non ritrovare più la fiducia in sé stessi».
La storia di questa mamma e del difficile rapporto con suo figlio ha riempito pagine di giornali e ha spopolato in TV, dopo la partecipazione a Domenica In.
Ripercorrere la vita difficile di questa famiglia, con tutte le difficoltà di una mamma, rimasta sola, sbattuta tra tanti lavoretti utili per garantire una vita dignitosa ai suoi tre figli, cercare di dare un senso disperato ed una spiegazione, non sempre facile, a tanti errori commessi da suo figlio, è ciò che dà la forza a Daniela di andare avanti e continuare a lottare per salvare la speranza per un futuro dignitoso al suo Michael.
«Ogni giorno, ogni istante della mia vita da quel 30 ottobre mi chiedo se abbia fatto bene o no a farlo arrestare, perché da madre vorrei proteggere mio figlio e il suo futuro. Ma poi da madre mi rispondo convinta di aver fatto la scelta giusta per lui, nonostante il mio cuore sia carico di lacrime e tanta sofferenza. Mi sento forte e serena nel portare avanti una battaglia che so non riguardare solo me, ma tutte le mamme che vivono la mia stessa situazione. So di aver fatto bene perché sono qui a parlare di un ragazzo ancora vivo».
«Mio figlio non è un santo» ha continuato Daniela. «Quando era in casa era un angelo, mi aiutava anche con le faccende. Ma quando usciva, diventava un altro, cambiava persino il modo di camminare. Può sembrare troppo scontato scaricare la colpa e le responsabilità agli altri ragazzi che ha frequentato mio figlio, perché noi genitori abbiamo la tendenza a voler proteggere troppo i nostri figli, ma conosco il suo carattere, la sua estrema fragilità, celata dietro una corazza di forza e orgoglio, conosco il suo carisma e quanto possa dare agli altri, e per questo non perderò mai la speranza di vederlo realizzato».
Non tutto il male viene per nuocere: un detto antico noto a tutti e che lo stesso Michael si è tatuato sul suo braccio per ricordare le parole che sua madre gli ha sempre detto durante gli incontri al carcere di Melfi, dove adesso è detenuto. Ed è proprio questa ora la battaglia di Daniela. A seguito dell'operazione antimafia "Pandora" condotta dalla Dda di Bari e dei Carabinieri del Ros, il ragazzo è stato portato in carcere, dopo essere stato accolto per diverse settimane presso il centro di recupero Exodus di Don Mazzi.
«Ricordo quel giorno e ne soffro al solo pensiero; - ricorda Daniela – quella mattina ero pronta per andare a trovarlo con la sua compagna, quando ricevetti la chiamata che mi avvisava che mio figlio era stato riportato al carcere di Melfi, con l'accusa di aver fatto parte dei di quel gruppo di mafiosi arrestati con l'operazione Pandora. Non hanno prove contro di lui. Micheal aveva pagato per i suoi errori ed era pronto per essere recuperato grazie a Don Mazzi, ma ora, stando nuovamente in carcere, sento che le istituzioni lo hanno nuovamente abbandonato».
«L'aver messo su questa associazione e aver scritto questo libro che raccoglie le vicende e le lettere che io e mio figlio ci siamo scambiati vuole mostrare l'enorme sacrificio che il cuore di una mamma deve affrontare ogni giorno per dare forza a Micheal ad affrontare l'incertezza del futuro, a ritrovare la speranza di vedersi un buon padre che potrà tanto insegnare a suo figlio ancora piccolo».
Il libro verrà presentato venerdì 5 ottobre presso Villa Vanda a Trani, nell'incontro "Divine del Sud", moderato dalla giornalista Francesca Rodolfo.
Ora con l'impegno dell'associazione sarà quello di poter essere da esempio a tutte le altre mamme che vivono il mio dramma, ad affrontare l'incertezza del futuro, soprattutto per tutti quei ragazzi, come Michael, che temono di non poter avere più posto nella società, di essere dimenticati e di non ritrovare più la fiducia in sé stessi».