Attualità
Nuovo Piano Ospedaliero, a Corato 8 posti di terapia intensiva
L'Umberto I rientra nel potenziamento della rete ospedaliera per far fronte all'emergenza
Corato - lunedì 3 agosto 2020
16.01
La Giunta regionale ha approvato in via definitiva il potenziamento della rete ospedaliera, ai sensi dell'art. 2 del D.L. n. 34/2020 (Decreto Rilancio), al fine di garantire anche un incremento dell'offerta sanitaria, nell'ipotesi di una eventuale recrudescenza della pandemia.
Il provvedimento è stato approvato dopo aver acquisito il parere favorevole da parte della III Commissione consiliare permanente nella seduta del 23/07/2020 e dopo la trasmissione ufficiale del Decreto da parte del Ministero della Salute del 15/07/2020, nel quale si affermava quanto segue: «È approvato, ai sensi dell'art. 2 del comma 1 e seguenti del decreto-legge 19 maggio 2020, n.34, il piano di riorganizzazione proposto dalla Regione Puglia, nei limiti delle risorse disponibili indicate dalla circolare n. 11254/2020 e con le seguenti osservazioni: rendere coerente la dotazione dei posti letto di terapia intensiva inserita nell'applicativo NSIS "Covid-19 - dotazione posti letto" con quanto riportato nella DGR; aggiornare la programmazione dei posti letto di area medica, nel rispetto dell'invarianza dei posti letto complessivi presenti al 01/01/2020 e con il solo incremento dei posti letto di terapia intensiva indicati nella tabella 1 della Circolare del Ministero della salute del 29/05/2020, n. 11254».
In via prioritaria sono stati incrementati i posti letto di Terapia Intensiva per un numero complessivo pari a n. 276. Tale incremento ha previsto l'attribuzione dei posti letto non solo agli Ospedali individuati per il trattamento dei pazienti COVID, ma anche agli Ospedali insistenti sul territorio regionale (DEA di I Livello ed Ospedale di Base), al fine di potenziare l'attività chirurgica di "elezione". Inoltre, sono stati individuati n.285 posti letto di area medica in terapia semi-intensiva, allocati prevalentemente in Ospedali dedicati al trattamento dei pazienti COVID.
Anche l'ospedale Umberto I di Corato, classificato come struttura di I livello, rientra nel potenziamento della rete ospedaliera pugliese con l'assegnazione di 8 posti letto di terapia intensiva. Pur non essendo un ospedale Covid, rientrerà quindi nella rete di unità operative in caso di emergenza e di seconda ondata pandemica.
Prima dell'emergenza Covid, la Puglia aveva 304 posti di terapia intensiva per complessive 32 unità operative, 5 unità in più rispetto a quelle previste dal DM70. Oggi, con l'incremento di 276 posti letto attiviamo a un totale di 580 posti di rianimazione.
I 285 posti letto di semi intensiva saranno impegnati in un doppio utilizzo: posti letto di area medica che all'occorrenza verranno trasformati in semi-intensiva.
Si è provveduto a riorganizzare la rete emergenza-urgenza ospedaliera. Con particolare riferimento ai DEA di II e I livello dovranno essere riorganizzati e ristrutturati i Pronto Soccorso con l'obiettivo prioritario di separare i percorsi e creare aree di permanenza dei pazienti in attesa di diagnosi che garantiscano i criteri di separazione e sicurezza.
Il tempo di permanenza in attesa di ricovero deve essere ridotto al minimo, anche in considerazione alle esigenze di distanziamento tra i pazienti durante le procedure diagnostico-terapeutiche, al fine di evitare il sovraffollamento e di non provocare rallentamento o ritardi della gestione della fase preospedaliera del soccorso sanitario. Deve essere garantita la separazione dei percorsi rendendola definitiva. In Pronto Soccorso devono essere previsti ambienti per l'isolamento e il biocontenimento dei pazienti, con sale appositamente dedicate, anche in ambito pediatrico.
Infine, è stato previsto il potenziamento della rete ospedaliera, incrementando di altri n. 1255 posti letto per acuti, riabilitazione e lungodegenza, fino al raggiungimento dello standard massimo previsto dal D.M. n. 70/2015. Si intende raggiungere lo standard massimo ministeriale, incrementando ulteriormente i posti letto già programmati con il Regolamento regionale n. 23/2019, così come di seguito riportato:
Nel presentare il nuovo Piano ospedaliero pugliese, il Presidente Michele Emiliano ha dichiarato: «Abbiamo varato il nuovo piano ospedaliero della Puglia con 1255 posti letto in più raddoppiando le terapie intensive. Siamo riusciti a convincere il ministero a darci questa possibilità, utilizzando le leggi anti Covid, ma questo è un piano ordinario che metterà insieme la salute di tutti i giorni con la resistenza alla seconda ondata di Covid che arriverà ad ottobre. La sanità pugliese in questi 4 anni è quella che è salita di più in tutti i sistemi di verifica, i cosiddetti 'bersagli' del Sant'Anna, vecchia e nuova classifica LEA. Tutti i sistemi di controllo sulla qualità della sanità pugliese dicono che negli ultimi 4 anni la Puglia è migliorata più che in qualunque altro periodo della sua storia. Il che non vuol dire che siamo diventati perfetti, ci mancherebbe, perché partivamo da molto indietro, eravamo tra gli ultimi, è stata una fatica terribile, ma la differenza tra rimanere in serie A e retrocedere in serie B è notevole. Noi adesso siamo nella serie A della sanità italiana e questa cosa non era praticamente mai accaduta prima.
Il virus sta girando per il mondo ed è pronto a tornare con tutta la sua forza. Quindi mascherine, distanziamento, al mare, in discoteca, al bar, in famiglia, nelle feste familiari, è fondamentale. Ai pugliesi dico: non abbassate la guardia, perché il Covid fa male, picchia duro, continua a far morire le persone. Certo, la curva è curva bassa, cioè non ha un vertice violentissimo che mette in crisi gli ospedali. Gli ospedali adesso sono perfettamente in grado di gestire l'ondata. Quindi bisogna essere prudenti, rispettare le regole per non avere problemi e stare tranquilli.
Nei momenti di emergenza bisogna avere la capacità di prendere decisioni. Durante il Covid ne abbiamo prese molte corrette e una in particolare si è rivelata una salvezza: far diventare i grandi hub ospedali Covid. Per due mesi tutte le prestazioni ordinarie sono state sospese per lasciare spazio alle urgenze. Ma adesso siamo venuti fuori da questa prospettiva. In Italia è stato rinnovato lo stato di emergenza, ma adesso noi dobbiamo misurarci con un nuovo compito, gestire insieme la salute dei pugliesi in termini ordinari insieme all'ondata Covid che verosimilmente ci sarà ad ottobre. E quindi come si gestisce a regime una pandemia senza più sospendere gli altri servizi sanitari.
Questo è il piano che presentiamo oggi. Stiamo potenziando la rete ospedaliera con 1255 nuovi posti letto, per un totale di 13.725 posti letto. In Puglia passeremo da 304 posti letto di terapia intensiva a 580, raddoppiando la nostra capacità con 276 nuovi posti di rianimazione. Stiamo quindi applicando le regole in modo flessibile e intelligente. Non è tutto: abbiamo previsto ben 285 posti letto di sub intensiva. Stiamo rafforzando il nostro dispositivo anti Covid insieme a quello ordinario, con lo stesso gesto. Per questo stiamo distribuendo le terapie intensive e semi intensive anche negli ospedali di base, superando un postulato del DM70 che lo impediva.
E quindi rafforzeremo enormemente tutti gli ospedali di base, penso a due in particolare, Casarano e Monopoli, per i quali vogliamo avanzare la richiesta di classamento di "primo livello". Il nostro piano si completa con la riorganizzazione dei percorsi di emergenza-urgenza. La riorganizzazione severa negli ospedali significa che ogni medico, infermiere, operatore, paziente deve rispettare rigorosamente le norme di igiene e prevenzione, perché questi luoghi - ospedali, una rsa, fabbriche – sono come dei pagliai dove basta buttare un cerino e si incendia tutto. Tutti i nostri pronto soccorso saranno quindi regolati da regole ferree. In questo momento comincia la campagna anti Covid di autunno ma anche la campagna per il recupero dei livelli di salute ordinari. Stiamo facendo lavorare il personale sanitario su due turni, abbiamo potenziato i servizi telefonici dei Cup per evitare assembramenti di persone. Invito tutti a rinviare le prestazioni di salute se sono di routine e non hanno indicazione di particolare urgenza, perché stiamo smaltendo il carico delle prestazioni che non abbiamo potuto fare nei mesi precedenti.
Oggi la Puglia può contare su una squadra addestrata e stimata e tutti sanno di poter contare su di noi. I nostri stock di DPI, dispositivi di protezione individuale, hanno salvato persino altre regioni, così come siamo in grado di dare una mano ai nostri fratelli albanesi. Siamo pronti a salvare noi e gli altri, perché dalle disgrazie ci si salva insieme. Siamo pronti perché abbiamo un'esperienza alta e di questo mi sento orgoglioso e responsabile. Non sappiamo quando questa emergenza finirà, né quando avremo il vaccino. Sarà una battaglia lunga nella quale però non possiamo più chiudere niente, un altro lockdown non è sostenibile, dobbiamo consolidare un sistema che consenta alla società di vivere con grande precauzione la normalità. Stiamo reggendo il sistema nel suo complesso, sanitario ed economico. Ho avuto in questi momenti di emergenza la percezione della grandezza delle istituzioni e ringrazio tutti gli uffici regionali per il grande lavoro che hanno svolto e che continuano a portare avanti. Chiederò una riunione ai prefetti perché, mentre in tanti osservano scrupolosamente le regole, ci sono luoghi dove questo rispetto non c'è e di verificano pericolosi assembramenti che non possiamo consentire».
Anche il dott. Vito Montanaro, direttore Dipartimento Politiche per la salute della Regione Puglia è intervenuto: «La riorganizzazione dei servizi sanitari deve essere considerata nell'ambito di un'unica visione strategica, che mette al centro non le strutture di erogazione, ma le persone, che devono poter trovare un'offerta assistenziale di qualità e sicura in corrispondenza dei propri bisogni di salute, senza frammentazioni o duplicazioni, e senza soluzioni di continuità.
Per questo il riordino ospedaliero è solo uno dei tasselli dell'azione di riprogrammazione, che va a comporre il quadro di una sanità riconfigurata anche sul territorio e nei servizi di prevenzione, dove ciascuna area ha la propria funzione, ma in stretta integrazione con le altre, in una logica di rete che unisce i professionisti attraverso i percorsi, dalla prevenzione fino alla assistenza.
Se la rete ospedaliera assegna a ciascun ospedale un ruolo specifico per la cura dell'acuzie, grazie allo sviluppo delle reti cliniche, la cura della post acuzie trova la propria collocazione nell'ambito di aree e presidi specificamente destinati alla lungodegenza e alla post-acuzie, che dovranno essere ulteriormente potenziati e dotati di regole, procedure e strumenti per la gestione delle dimissioni protette.
Allo stesso modo, è prevista una implementazione del numero e delle funzioni dei Presidi Territoriali di Assistenza, spazi della medicina diffusa e di prossimità, con gli ospedali di comunità, la riabilitazione territoriale, la residenzialità ma anche con il potenziamento dei servizi specialistici ambulatoriali. In questo ambito, trovano risposta i soggetti cronici, attraverso gli ambulatori di cronicità e l'integrazione con il sistema delle cure primarie per l'attivazione di modelli di presa in carico delle cronicità, gestiti e coordinati dai medici di medicina generale in raccordo con i servizi distrettuali di diagnostica e follow up.
Le innovazioni tecnologiche e alcune funzioni sperimentate nel corso dell'emergenza COVID, a partire dalle opportunità offerte dalla sanità digitale, saranno integrate nell'ordinaria gestione del paziente, anche attraverso un potenziamento dell'assistenza domiciliare.
Ma i medici di medicina generale sono fondamentali anche per la prevenzione, partendo dalla promozione degli stili di vita salubri, all'empowerment dei pazienti cronici, all'adesione alle campagne vaccinali e agli screening oncologici.
Queste funzioni saranno gestite in accordo e in stretta integrazione con i Dipartimenti di Prevenzione, la cui fondamentale azione di presidio del territorio è emersa in tutta la sua importanza in questi mesi, insieme alle funzioni di sorveglianza epidemiologica, per la conoscenza, il controllo e il contrasto ai fattori di rischio per la salute, individuali e collettivi. Promozione della salute in ambienti salubri, in una prospettiva di One Health e attraverso un approccio di salute in tutte le politiche declinato in un'ottica di contrasto alle diseguaglianze e di garanzia di equità nell'accesso alla conoscenza, ai presidi di prevenzione e di cura per tutti i cittadini e le cittadine di Puglia».
Il prof. Pier Luigi Lopalco, responsabile Coordinamento epidemiologico Regione Puglia, aggiunge: «Guardando il grafico delle terapie intensive attivate e dei ricoveri è come osservare un aereo costruito mentre sta volando. È stato un lavoro di squadra pazzesco: sono stati smontati e rimontati interi ospedali, mentre gli ospedali funzionavano, in una situazione di lockdown. Mentre si costruivano posti letto, c'erano le persone che avevano bisogno di posti letto di terapia intensiva. Ma ce l'abbiamo fatta a non saturare i reparti, abbiamo avuto sempre un margine di sicurezza.
Nell'ultima settimana, il sessanta per cento dei casi è stato rilevato con il contact tracing, con l'enorme lavoro dei dipartimenti di prevenzione, con una professionalità che tutti ci invidiano. Il lavoro di ricerca attiva è partita dall'inizio. Così abbiamo potuto risparmiare sui tamponi, senza sovraccaricare i lavoratori e andare mirati con il tracciamento. La Puglia è stata l'unica regione del sud a non fare nemmeno una zona rossa, che significa sigillare con l'esercito i comuni. Questo è stato possibile proprio grazie all'attività di contact tracing. In questi giorni l'aumento dei casi era previsto, anche se è arrivato un po' in ritardo. I casi stanno aumentando lentamente. Era nelle cose: non era possibile riaprire la circolazione senza avere casi importati. Ma li stiamo individuando e bloccando con i tracciatori e la rete dei laboratori. Dobbiamo gestire questa fase in ordinaria amministrazione, chiedendo ai cittadini di darci una mano e di rispettare le regole.
Un'ultima precisazione: il tasso di mortalità in Puglia non è stato più alto rispetto al resto di Italia. La letalità è uguale a tutte le altre regioni, anche del Sud. Scontiamo leggermente, soprattutto nella prima fase, diversi casi di ultranovantenni, per i quali questa malattia ha un tasso di letalità molto alto».
Il provvedimento è stato approvato dopo aver acquisito il parere favorevole da parte della III Commissione consiliare permanente nella seduta del 23/07/2020 e dopo la trasmissione ufficiale del Decreto da parte del Ministero della Salute del 15/07/2020, nel quale si affermava quanto segue: «È approvato, ai sensi dell'art. 2 del comma 1 e seguenti del decreto-legge 19 maggio 2020, n.34, il piano di riorganizzazione proposto dalla Regione Puglia, nei limiti delle risorse disponibili indicate dalla circolare n. 11254/2020 e con le seguenti osservazioni: rendere coerente la dotazione dei posti letto di terapia intensiva inserita nell'applicativo NSIS "Covid-19 - dotazione posti letto" con quanto riportato nella DGR; aggiornare la programmazione dei posti letto di area medica, nel rispetto dell'invarianza dei posti letto complessivi presenti al 01/01/2020 e con il solo incremento dei posti letto di terapia intensiva indicati nella tabella 1 della Circolare del Ministero della salute del 29/05/2020, n. 11254».
In via prioritaria sono stati incrementati i posti letto di Terapia Intensiva per un numero complessivo pari a n. 276. Tale incremento ha previsto l'attribuzione dei posti letto non solo agli Ospedali individuati per il trattamento dei pazienti COVID, ma anche agli Ospedali insistenti sul territorio regionale (DEA di I Livello ed Ospedale di Base), al fine di potenziare l'attività chirurgica di "elezione". Inoltre, sono stati individuati n.285 posti letto di area medica in terapia semi-intensiva, allocati prevalentemente in Ospedali dedicati al trattamento dei pazienti COVID.
Anche l'ospedale Umberto I di Corato, classificato come struttura di I livello, rientra nel potenziamento della rete ospedaliera pugliese con l'assegnazione di 8 posti letto di terapia intensiva. Pur non essendo un ospedale Covid, rientrerà quindi nella rete di unità operative in caso di emergenza e di seconda ondata pandemica.
Prima dell'emergenza Covid, la Puglia aveva 304 posti di terapia intensiva per complessive 32 unità operative, 5 unità in più rispetto a quelle previste dal DM70. Oggi, con l'incremento di 276 posti letto attiviamo a un totale di 580 posti di rianimazione.
I 285 posti letto di semi intensiva saranno impegnati in un doppio utilizzo: posti letto di area medica che all'occorrenza verranno trasformati in semi-intensiva.
Si è provveduto a riorganizzare la rete emergenza-urgenza ospedaliera. Con particolare riferimento ai DEA di II e I livello dovranno essere riorganizzati e ristrutturati i Pronto Soccorso con l'obiettivo prioritario di separare i percorsi e creare aree di permanenza dei pazienti in attesa di diagnosi che garantiscano i criteri di separazione e sicurezza.
Il tempo di permanenza in attesa di ricovero deve essere ridotto al minimo, anche in considerazione alle esigenze di distanziamento tra i pazienti durante le procedure diagnostico-terapeutiche, al fine di evitare il sovraffollamento e di non provocare rallentamento o ritardi della gestione della fase preospedaliera del soccorso sanitario. Deve essere garantita la separazione dei percorsi rendendola definitiva. In Pronto Soccorso devono essere previsti ambienti per l'isolamento e il biocontenimento dei pazienti, con sale appositamente dedicate, anche in ambito pediatrico.
Infine, è stato previsto il potenziamento della rete ospedaliera, incrementando di altri n. 1255 posti letto per acuti, riabilitazione e lungodegenza, fino al raggiungimento dello standard massimo previsto dal D.M. n. 70/2015. Si intende raggiungere lo standard massimo ministeriale, incrementando ulteriormente i posti letto già programmati con il Regolamento regionale n. 23/2019, così come di seguito riportato:
- n. 474 posti letto di acuzie;
- n. 123 posti letto di riabilitazione;
- n. 658 posti letto di lungodegenza
Nel presentare il nuovo Piano ospedaliero pugliese, il Presidente Michele Emiliano ha dichiarato: «Abbiamo varato il nuovo piano ospedaliero della Puglia con 1255 posti letto in più raddoppiando le terapie intensive. Siamo riusciti a convincere il ministero a darci questa possibilità, utilizzando le leggi anti Covid, ma questo è un piano ordinario che metterà insieme la salute di tutti i giorni con la resistenza alla seconda ondata di Covid che arriverà ad ottobre. La sanità pugliese in questi 4 anni è quella che è salita di più in tutti i sistemi di verifica, i cosiddetti 'bersagli' del Sant'Anna, vecchia e nuova classifica LEA. Tutti i sistemi di controllo sulla qualità della sanità pugliese dicono che negli ultimi 4 anni la Puglia è migliorata più che in qualunque altro periodo della sua storia. Il che non vuol dire che siamo diventati perfetti, ci mancherebbe, perché partivamo da molto indietro, eravamo tra gli ultimi, è stata una fatica terribile, ma la differenza tra rimanere in serie A e retrocedere in serie B è notevole. Noi adesso siamo nella serie A della sanità italiana e questa cosa non era praticamente mai accaduta prima.
Il virus sta girando per il mondo ed è pronto a tornare con tutta la sua forza. Quindi mascherine, distanziamento, al mare, in discoteca, al bar, in famiglia, nelle feste familiari, è fondamentale. Ai pugliesi dico: non abbassate la guardia, perché il Covid fa male, picchia duro, continua a far morire le persone. Certo, la curva è curva bassa, cioè non ha un vertice violentissimo che mette in crisi gli ospedali. Gli ospedali adesso sono perfettamente in grado di gestire l'ondata. Quindi bisogna essere prudenti, rispettare le regole per non avere problemi e stare tranquilli.
Nei momenti di emergenza bisogna avere la capacità di prendere decisioni. Durante il Covid ne abbiamo prese molte corrette e una in particolare si è rivelata una salvezza: far diventare i grandi hub ospedali Covid. Per due mesi tutte le prestazioni ordinarie sono state sospese per lasciare spazio alle urgenze. Ma adesso siamo venuti fuori da questa prospettiva. In Italia è stato rinnovato lo stato di emergenza, ma adesso noi dobbiamo misurarci con un nuovo compito, gestire insieme la salute dei pugliesi in termini ordinari insieme all'ondata Covid che verosimilmente ci sarà ad ottobre. E quindi come si gestisce a regime una pandemia senza più sospendere gli altri servizi sanitari.
Questo è il piano che presentiamo oggi. Stiamo potenziando la rete ospedaliera con 1255 nuovi posti letto, per un totale di 13.725 posti letto. In Puglia passeremo da 304 posti letto di terapia intensiva a 580, raddoppiando la nostra capacità con 276 nuovi posti di rianimazione. Stiamo quindi applicando le regole in modo flessibile e intelligente. Non è tutto: abbiamo previsto ben 285 posti letto di sub intensiva. Stiamo rafforzando il nostro dispositivo anti Covid insieme a quello ordinario, con lo stesso gesto. Per questo stiamo distribuendo le terapie intensive e semi intensive anche negli ospedali di base, superando un postulato del DM70 che lo impediva.
E quindi rafforzeremo enormemente tutti gli ospedali di base, penso a due in particolare, Casarano e Monopoli, per i quali vogliamo avanzare la richiesta di classamento di "primo livello". Il nostro piano si completa con la riorganizzazione dei percorsi di emergenza-urgenza. La riorganizzazione severa negli ospedali significa che ogni medico, infermiere, operatore, paziente deve rispettare rigorosamente le norme di igiene e prevenzione, perché questi luoghi - ospedali, una rsa, fabbriche – sono come dei pagliai dove basta buttare un cerino e si incendia tutto. Tutti i nostri pronto soccorso saranno quindi regolati da regole ferree. In questo momento comincia la campagna anti Covid di autunno ma anche la campagna per il recupero dei livelli di salute ordinari. Stiamo facendo lavorare il personale sanitario su due turni, abbiamo potenziato i servizi telefonici dei Cup per evitare assembramenti di persone. Invito tutti a rinviare le prestazioni di salute se sono di routine e non hanno indicazione di particolare urgenza, perché stiamo smaltendo il carico delle prestazioni che non abbiamo potuto fare nei mesi precedenti.
Oggi la Puglia può contare su una squadra addestrata e stimata e tutti sanno di poter contare su di noi. I nostri stock di DPI, dispositivi di protezione individuale, hanno salvato persino altre regioni, così come siamo in grado di dare una mano ai nostri fratelli albanesi. Siamo pronti a salvare noi e gli altri, perché dalle disgrazie ci si salva insieme. Siamo pronti perché abbiamo un'esperienza alta e di questo mi sento orgoglioso e responsabile. Non sappiamo quando questa emergenza finirà, né quando avremo il vaccino. Sarà una battaglia lunga nella quale però non possiamo più chiudere niente, un altro lockdown non è sostenibile, dobbiamo consolidare un sistema che consenta alla società di vivere con grande precauzione la normalità. Stiamo reggendo il sistema nel suo complesso, sanitario ed economico. Ho avuto in questi momenti di emergenza la percezione della grandezza delle istituzioni e ringrazio tutti gli uffici regionali per il grande lavoro che hanno svolto e che continuano a portare avanti. Chiederò una riunione ai prefetti perché, mentre in tanti osservano scrupolosamente le regole, ci sono luoghi dove questo rispetto non c'è e di verificano pericolosi assembramenti che non possiamo consentire».
Anche il dott. Vito Montanaro, direttore Dipartimento Politiche per la salute della Regione Puglia è intervenuto: «La riorganizzazione dei servizi sanitari deve essere considerata nell'ambito di un'unica visione strategica, che mette al centro non le strutture di erogazione, ma le persone, che devono poter trovare un'offerta assistenziale di qualità e sicura in corrispondenza dei propri bisogni di salute, senza frammentazioni o duplicazioni, e senza soluzioni di continuità.
Per questo il riordino ospedaliero è solo uno dei tasselli dell'azione di riprogrammazione, che va a comporre il quadro di una sanità riconfigurata anche sul territorio e nei servizi di prevenzione, dove ciascuna area ha la propria funzione, ma in stretta integrazione con le altre, in una logica di rete che unisce i professionisti attraverso i percorsi, dalla prevenzione fino alla assistenza.
Se la rete ospedaliera assegna a ciascun ospedale un ruolo specifico per la cura dell'acuzie, grazie allo sviluppo delle reti cliniche, la cura della post acuzie trova la propria collocazione nell'ambito di aree e presidi specificamente destinati alla lungodegenza e alla post-acuzie, che dovranno essere ulteriormente potenziati e dotati di regole, procedure e strumenti per la gestione delle dimissioni protette.
Allo stesso modo, è prevista una implementazione del numero e delle funzioni dei Presidi Territoriali di Assistenza, spazi della medicina diffusa e di prossimità, con gli ospedali di comunità, la riabilitazione territoriale, la residenzialità ma anche con il potenziamento dei servizi specialistici ambulatoriali. In questo ambito, trovano risposta i soggetti cronici, attraverso gli ambulatori di cronicità e l'integrazione con il sistema delle cure primarie per l'attivazione di modelli di presa in carico delle cronicità, gestiti e coordinati dai medici di medicina generale in raccordo con i servizi distrettuali di diagnostica e follow up.
Le innovazioni tecnologiche e alcune funzioni sperimentate nel corso dell'emergenza COVID, a partire dalle opportunità offerte dalla sanità digitale, saranno integrate nell'ordinaria gestione del paziente, anche attraverso un potenziamento dell'assistenza domiciliare.
Ma i medici di medicina generale sono fondamentali anche per la prevenzione, partendo dalla promozione degli stili di vita salubri, all'empowerment dei pazienti cronici, all'adesione alle campagne vaccinali e agli screening oncologici.
Queste funzioni saranno gestite in accordo e in stretta integrazione con i Dipartimenti di Prevenzione, la cui fondamentale azione di presidio del territorio è emersa in tutta la sua importanza in questi mesi, insieme alle funzioni di sorveglianza epidemiologica, per la conoscenza, il controllo e il contrasto ai fattori di rischio per la salute, individuali e collettivi. Promozione della salute in ambienti salubri, in una prospettiva di One Health e attraverso un approccio di salute in tutte le politiche declinato in un'ottica di contrasto alle diseguaglianze e di garanzia di equità nell'accesso alla conoscenza, ai presidi di prevenzione e di cura per tutti i cittadini e le cittadine di Puglia».
Il prof. Pier Luigi Lopalco, responsabile Coordinamento epidemiologico Regione Puglia, aggiunge: «Guardando il grafico delle terapie intensive attivate e dei ricoveri è come osservare un aereo costruito mentre sta volando. È stato un lavoro di squadra pazzesco: sono stati smontati e rimontati interi ospedali, mentre gli ospedali funzionavano, in una situazione di lockdown. Mentre si costruivano posti letto, c'erano le persone che avevano bisogno di posti letto di terapia intensiva. Ma ce l'abbiamo fatta a non saturare i reparti, abbiamo avuto sempre un margine di sicurezza.
Nell'ultima settimana, il sessanta per cento dei casi è stato rilevato con il contact tracing, con l'enorme lavoro dei dipartimenti di prevenzione, con una professionalità che tutti ci invidiano. Il lavoro di ricerca attiva è partita dall'inizio. Così abbiamo potuto risparmiare sui tamponi, senza sovraccaricare i lavoratori e andare mirati con il tracciamento. La Puglia è stata l'unica regione del sud a non fare nemmeno una zona rossa, che significa sigillare con l'esercito i comuni. Questo è stato possibile proprio grazie all'attività di contact tracing. In questi giorni l'aumento dei casi era previsto, anche se è arrivato un po' in ritardo. I casi stanno aumentando lentamente. Era nelle cose: non era possibile riaprire la circolazione senza avere casi importati. Ma li stiamo individuando e bloccando con i tracciatori e la rete dei laboratori. Dobbiamo gestire questa fase in ordinaria amministrazione, chiedendo ai cittadini di darci una mano e di rispettare le regole.
Un'ultima precisazione: il tasso di mortalità in Puglia non è stato più alto rispetto al resto di Italia. La letalità è uguale a tutte le altre regioni, anche del Sud. Scontiamo leggermente, soprattutto nella prima fase, diversi casi di ultranovantenni, per i quali questa malattia ha un tasso di letalità molto alto».