Nulla di fatto dopo il sesto consiglio comunale: la parola all'opposizione. <span>Foto Luciana Cusanno</span>
Nulla di fatto dopo il sesto consiglio comunale: la parola all'opposizione. Foto Luciana Cusanno
Politica

Nulla di fatto dopo il sesto consiglio comunale: la parola ad alcuni esponenti dell’opposizione

I cittadini hanno il diritto di ribellarsi ad una situazione di sequestro della nostra città

A poche ore dall'ennesima fumata nera durante il sesto consiglio comunale, dopo che tutti gli esponenti dell'opposizione, tranne Corrado De Benedittis, hanno abbandonato l'aula con un diktat perentorio, come conseguenza di una situazione di stallo che sta imprigionando Corato, lunedì sera i tre consiglieri Emanuele Lenoci, Vito Bovino e Nico Longo hanno incontrato i cittadini per rispondere ad alcune domande e informare gli stessi su cosa stia accadendo a Palazzo San Cataldo.

Quali siano le reali motivazioni per cui «la sposa Direzione Italia non si sia presentata in chiesa, mentre lo sposo tenti per l'ennesima volta di concludere un matrimonio fallito già dai tempi del fidanzamento», per usare le parole usate in consiglio da Nico Longo, non è ancora dato sapere, ma i cittadini hanno il diritto di conoscere cosa si celi dietro questa situazione di stallo che tiene sotto sequestro la città.

Lunedì il ritorno in consiglio comunale ha fatto credere agli esponenti dell'opposizione che il nodo della matassa fosse stato sciolto e che la situazione critica tra Direzione Italia e il sindaco si fosse risolta, ma così non è stato, nonostante il primo cittadino avesse deciso di ritirare le dimissioni.

Dopo l'ennesima assenza in aula di Direzione Italia, l'opposizione fa il punto sulla possibilità della mozione di sfiducia nei confronti del sindaco. Per far sì che ciò accada, è necessario che la mozione venga scritta da almeno 5 consiglieri e firmata da 13 consiglieri. Pur essendoci i numeri per scriverla e farla firmare dai 9 della minoranza, è necessario che altri consiglieri della maggioranza aderiscano a questa mozione.

La riflessione nasce spontanea nella mente dell'opposizione, se il sindaco D'Introno non piace a Direzione Italia, perché non la scrivono loro la mozione di sfiducia? Se ciò non accade, affermano i tre consiglieri presenti in Largo Plebiscito, è dovuto dalla volontà di Direzione Italia di scaricare la sua indecisione sulle scelte dell'opposizione.
"In questa situazione di grande stallo, la città si trova sequestrata da un gioco di spartizione di poltrone, una situazione che tiene sotto ostaggio una città che deve crescere, Corato che da sempre è stata contraddistinta da una vivacità culturale, economica e sociale" – ha dichiarato il consigliere Bovino.
Emerge a grandi linee la volontà oscura di far combaciare la situazione cittadina con accordi a livello regionale e nazionale, in vista delle prossime regionali e della situazione in panne a livello nazionale.

"Ribadiamo il nostro ruolo di opposizione trasparente che ci tiene a portare avanti una posizione nei confronti di una pseudo-maggioranza, ad informare i cittadini su ciò che sta accadendo, senza che ci sia alcun grande manovratore dietro le nostre decisioni. Noi ci troviamo dinanzi ad una grande decisione dal punto di vista morale nei confronti del sindaco D'Introno e del suo richiamo d'aiuto, ma se egli stesso non ci dice quali sono le problematiche si annidano dietro tutto ciò, noi continueremo a rimanere fermi sulle nostre posizioni. Il problema è nato nel loro seno e loro stessi dovranno trovare le soluzioni a questo stallo" – afferma Emanuele Lenoci.
Risultano concordi sul fatto che debbano essere i cittadini a ribellarsi attraverso delle manifestazioni davanti al Palazzo di Città, per far capire alla maggioranza quanto sia grave il danno che stanno procurando alla città.

E mentre lo sposo continua ad attendere la mossa successiva della sua sposa Direzione Italia e parte dell'opposizione dà le giuste informazioni alla cittadinanza, la città continua a restare "sequestrata" ma non ignara del fatto che il rincaro delle tasse ricadrà sui cittadini stessi.
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