Politica
Mazzilli lascia nell'amarezza: «Spero che la città sappia individuare vittima e carnefici»
Iniziano oggi gli ultimi venti giorni da sindaco di Massimo Mazzilli
Corato - giovedì 20 settembre 2018
13.02
«Omicidio politico», «Vittime e carnefici». Sono le metafore utilizzate dal sindaco di Corato Massimo Mazzilli nel documento con il quale, questa mattina, ha ufficializzato le sue dimissioni irrevocabili da primo cittadino. Una decisione maturata a seguito delle dimissioni del presidente del Consiglio Comunale Ignazio Salerno e della fuoriuscita dalla maggioranza dei gruppi di "Noi con l'Italia" e Forza Italia, gli stessi gruppi che nel 2014 lo vollero come candidato sindaco e lo sostennero sino a fargli indossare la fascia tricolore.
Oggi quel sostegno non c'è più; la maggioranza in consiglio non c'è più. Ed è per questo che Ignazio Salerno ha scelto di lasciare il suo incarico di presidente del Consiglio Comunale a cui è seguita l'inevitabile presa d'atto di una mancanza di maggioranza e quindi l'impossibilità a proseguire nel mandato amministrativo del sindaco Mazzilli.
Ad accompagnare il dimissionario Mazzilli dinanzi ai giornalisti, alcuni dei membri della sua ultima giunta: Tina Leo, Salvatore Mattia, Claudia Lerro e Luigi Menduni.
In sala consigliare si respirava un clima di diffusa amarezza. Tra i banchi, in silenzio, anche i consiglieri Ventura, Caputo, Labianca, Valente, Amorese, Cataldo Mazzilli, Mazzone e Marcone.
Dopo aver ripercorso le varie fasi della crisi amministrativa, Mazzilli è passato a parlare della frattura con "Noi con l'Italia" e Forza Italia.
«Senza alcun preavviso, fosse anche solo dettato dal garbo istituzionale, ma anche da umani sentimenti di conoscenza e condivisione pluriennale di militanza politica e amministrativa, il Consigliere Comunale Pasquale Pomodoro aderente a Noi con l'Italia, gruppo consiliare di maggioranza relativa nella compagine di maggioranza, presentò le dimissioni da presidente di ben due commissioni consiliari (...). Nonostante i ripetuti tentativi di ricerca di un dialogo costruttivo da me intrapresi (ma infruttuosi) soprattutto nei giorni immediatamente precedenti la celebrazione della seduta del Consiglio Comunale dello scorso 4 settembre, in modo estremamente duro, aspro e alquanto inaspettato, ho subito un durissimo attacco sia sotto il profilo politico e sia sotto il profilo personale, in cui sono stato descritto come un sindaco che ha operato sin dall'inizio del mandato in modo autonomo, senza alcuna relazione con la maggioranza che lo sosteneva in consiglio comunale. Nello spropositato attacco forse dettato più da valutazioni sui miei aspetti caratteriali, che non sulle mie capacità amministrativa, ho ascoltato affermazioni gravi e infondate tese a screditare l'istituzione e l'uomo circa la mia incapacità, ad esclusivo suo dire, a svolgere il ruolo di sindaco, addirittura sin dal 2014» ha riferito Mazzilli.
Inevitabile un momento di sconforto e commozione. «Risuonano ancora amare e ingiuste in me alcune delle parole preannunciate dal capogruppo di Noi con l'Italia che furono le seguenti: "Lei non può fare il sindaco, non è capace di farlo e non lo ha mai fatto". Di contro invece posso affermare che in questi anni quasi mai ho avvertito la vicinanza, umana soprattutto, sulle azioni svolte da parte di chi oggi mi accusa di incapacità e mancanza di dialogo, a parte la formale espressione in consiglio comunale e in giunta (quando presenti)» ha continuato il sindaco.
Un passaggio è stato riservato alla conferenza stampa del 5 settembre, nel corso della quale Mazzilli chiese ai suoi ex consiglieri di maggioranza un segnale inequivocabile della loro posizione. Segnale che è arrivato con le dimissioni del presidente del consiglio Ignazio Salerno. «Come una conferma possono essere considerate senza ombra di dubbio le dimissioni del presidente del consiglio comunale (...) in cui si legge: "La maggioranza che mi ha eletto è ormai venuta meno per cui ritengo che la mia scelta sia doverosa e naturale conseguenza".
Parole che hanno inequivocabilmente messo fino all'era Mazzilli che ha preso atto della fine della sua amministrazione «pur nella consapevolezza di aver ben operato per il bene esclusivo della nostra città». Mazzilli ha rivendicato di «lasciare alle future amministrazioni comunali una cospicua dote di finanziamenti ricevuti o fondi del bilancio comunale, sapientemente gestito, (nell'ordine di ben oltre 25 milioni di euro) per finanziare importanti investimenti infrastrutturali per migliorare la nostra Corato».
Spostandosi sul piano politico Mazzilli ha manifestato tutta la sua amarezza. «A pochissimi mesi dalla scadenza naturale del mandato amministrativo di questo brutto e inconcepibile atto di Noi con l'Italia e Forza Italia, posso affermarlo, è un "omicidio politico" consumato soprattutto in danno della popolazione e delle attività economiche che operano in città. Spero che la cittadinanza con lucidità ed obbiettività sappia poi individuare "vittima e carnefice"».
Ancora una volta, però, Mazzilli si limita all' "Intelligenti pauca" non esplicitando nomi o figure, registi di tale crisi amministrativa né tanto meno le motivazioni che lui stesso definisce "inspiegabili".
Proprio questo atteggiamento ha registrato il biasimo della consigliera Valeria Mazzone che, dai microfoni di Teleregione, rivela come ancora oscuri siano i motivi che hanno determinato addirittura la fine di una amministrazione comunale.
Dello stesso tenore il commento affidato ai social network da Renato Bucci: «L'amministrazione è defunta. Ignote le cause del decesso. Mai vista tanta opacità. Inizia la corsa dei camaleonti, degli opportunisti, dei professionisti dei calcoli e delle convenienze. Ma inizia anche la corsa delle persone che hanno una vita oltre la politica e che alla politica vorranno dedicare, spero, solo un pezzo della loro esperienza e della loro energia, per spirito civico e per l'ambizione di realizzare cose belle, pulite, trasparenti, innovative. In bocca al lupo alle persone di ottima volontà, di sano equilibrio e di solidi principi».
Simile la posizione di Rosalba Marcone, consigliera comunale del Partito Democratico: «"Omicidio politico ad opera di Forza Italia e Noi con l'Italia". Che altro aggiungere?».
Inizia oggi una nuova fase della vita politica amministrativa di Corato. Il campo istituzionale si è trasformato in una arena. E di ciò tutti i protagonisti della vita amministrativa dell'ultimo quinquennio dovranno inevitabilmente rendere conto alla cittadinanza.
Oggi quel sostegno non c'è più; la maggioranza in consiglio non c'è più. Ed è per questo che Ignazio Salerno ha scelto di lasciare il suo incarico di presidente del Consiglio Comunale a cui è seguita l'inevitabile presa d'atto di una mancanza di maggioranza e quindi l'impossibilità a proseguire nel mandato amministrativo del sindaco Mazzilli.
Ad accompagnare il dimissionario Mazzilli dinanzi ai giornalisti, alcuni dei membri della sua ultima giunta: Tina Leo, Salvatore Mattia, Claudia Lerro e Luigi Menduni.
In sala consigliare si respirava un clima di diffusa amarezza. Tra i banchi, in silenzio, anche i consiglieri Ventura, Caputo, Labianca, Valente, Amorese, Cataldo Mazzilli, Mazzone e Marcone.
Dopo aver ripercorso le varie fasi della crisi amministrativa, Mazzilli è passato a parlare della frattura con "Noi con l'Italia" e Forza Italia.
«Senza alcun preavviso, fosse anche solo dettato dal garbo istituzionale, ma anche da umani sentimenti di conoscenza e condivisione pluriennale di militanza politica e amministrativa, il Consigliere Comunale Pasquale Pomodoro aderente a Noi con l'Italia, gruppo consiliare di maggioranza relativa nella compagine di maggioranza, presentò le dimissioni da presidente di ben due commissioni consiliari (...). Nonostante i ripetuti tentativi di ricerca di un dialogo costruttivo da me intrapresi (ma infruttuosi) soprattutto nei giorni immediatamente precedenti la celebrazione della seduta del Consiglio Comunale dello scorso 4 settembre, in modo estremamente duro, aspro e alquanto inaspettato, ho subito un durissimo attacco sia sotto il profilo politico e sia sotto il profilo personale, in cui sono stato descritto come un sindaco che ha operato sin dall'inizio del mandato in modo autonomo, senza alcuna relazione con la maggioranza che lo sosteneva in consiglio comunale. Nello spropositato attacco forse dettato più da valutazioni sui miei aspetti caratteriali, che non sulle mie capacità amministrativa, ho ascoltato affermazioni gravi e infondate tese a screditare l'istituzione e l'uomo circa la mia incapacità, ad esclusivo suo dire, a svolgere il ruolo di sindaco, addirittura sin dal 2014» ha riferito Mazzilli.
Inevitabile un momento di sconforto e commozione. «Risuonano ancora amare e ingiuste in me alcune delle parole preannunciate dal capogruppo di Noi con l'Italia che furono le seguenti: "Lei non può fare il sindaco, non è capace di farlo e non lo ha mai fatto". Di contro invece posso affermare che in questi anni quasi mai ho avvertito la vicinanza, umana soprattutto, sulle azioni svolte da parte di chi oggi mi accusa di incapacità e mancanza di dialogo, a parte la formale espressione in consiglio comunale e in giunta (quando presenti)» ha continuato il sindaco.
Un passaggio è stato riservato alla conferenza stampa del 5 settembre, nel corso della quale Mazzilli chiese ai suoi ex consiglieri di maggioranza un segnale inequivocabile della loro posizione. Segnale che è arrivato con le dimissioni del presidente del consiglio Ignazio Salerno. «Come una conferma possono essere considerate senza ombra di dubbio le dimissioni del presidente del consiglio comunale (...) in cui si legge: "La maggioranza che mi ha eletto è ormai venuta meno per cui ritengo che la mia scelta sia doverosa e naturale conseguenza".
Parole che hanno inequivocabilmente messo fino all'era Mazzilli che ha preso atto della fine della sua amministrazione «pur nella consapevolezza di aver ben operato per il bene esclusivo della nostra città». Mazzilli ha rivendicato di «lasciare alle future amministrazioni comunali una cospicua dote di finanziamenti ricevuti o fondi del bilancio comunale, sapientemente gestito, (nell'ordine di ben oltre 25 milioni di euro) per finanziare importanti investimenti infrastrutturali per migliorare la nostra Corato».
Spostandosi sul piano politico Mazzilli ha manifestato tutta la sua amarezza. «A pochissimi mesi dalla scadenza naturale del mandato amministrativo di questo brutto e inconcepibile atto di Noi con l'Italia e Forza Italia, posso affermarlo, è un "omicidio politico" consumato soprattutto in danno della popolazione e delle attività economiche che operano in città. Spero che la cittadinanza con lucidità ed obbiettività sappia poi individuare "vittima e carnefice"».
Ancora una volta, però, Mazzilli si limita all' "Intelligenti pauca" non esplicitando nomi o figure, registi di tale crisi amministrativa né tanto meno le motivazioni che lui stesso definisce "inspiegabili".
Proprio questo atteggiamento ha registrato il biasimo della consigliera Valeria Mazzone che, dai microfoni di Teleregione, rivela come ancora oscuri siano i motivi che hanno determinato addirittura la fine di una amministrazione comunale.
Dello stesso tenore il commento affidato ai social network da Renato Bucci: «L'amministrazione è defunta. Ignote le cause del decesso. Mai vista tanta opacità. Inizia la corsa dei camaleonti, degli opportunisti, dei professionisti dei calcoli e delle convenienze. Ma inizia anche la corsa delle persone che hanno una vita oltre la politica e che alla politica vorranno dedicare, spero, solo un pezzo della loro esperienza e della loro energia, per spirito civico e per l'ambizione di realizzare cose belle, pulite, trasparenti, innovative. In bocca al lupo alle persone di ottima volontà, di sano equilibrio e di solidi principi».
Simile la posizione di Rosalba Marcone, consigliera comunale del Partito Democratico: «"Omicidio politico ad opera di Forza Italia e Noi con l'Italia". Che altro aggiungere?».
Inizia oggi una nuova fase della vita politica amministrativa di Corato. Il campo istituzionale si è trasformato in una arena. E di ciò tutti i protagonisti della vita amministrativa dell'ultimo quinquennio dovranno inevitabilmente rendere conto alla cittadinanza.