Cronaca
Mazzette all'Asl di Bari, l'imprenditore Perrone torna in libertà
L'uomo ha lasciato i domiciliari, ma per lui è stata disposta l'interdizione a contrattare con la pubblica amministrazione per un anno
Corato - mercoledì 20 novembre 2024
9.25
È tornato in libertà Cataldo Perrone, l'imprenditore di Corato agli arresti domiciliari dalla settimana scorsa con le accuse di corruzione e falso relativamente a un appalto bandito dalla Asl di Bari nel 2023. Nei confronti di Perrone è stata però disposta l'interdizione a contrattare con la pubblica amministrazione per 1 anno.
Lunedì, Perrone, difeso dal legale Mario Malcangi, aveva risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari Giuseppe Ronzino in sede di interrogatorio, ammettendo di aver fatto alcuni «omaggi» (consistiti per l'accusa «nel pagamento di vari articoli» come una porta blindata, porte interne ed elementi d'arredo del bagno) al funzionario della Asl di Bari Nicola Iacobellis (in carcere) e a sua moglie Paola Andriani (ai domiciliari), ma non come contropartita di accordi illeciti.
Quanto all'ipotesi di falso - è accusato insieme a Iacobellis di avere attestato falsamente il termine dei lavori per la sostituzione delle canne fumarie dell'ospedale Di Venere di Bari al 29 dicembre 2023, lavori in realtà conclusi soltanto a luglio 2024 - ha sostenuto che quella diversa datazione della fine dei lavori per lui fosse irrilevante, e che si trattasse di un'esigenza dell'Asl. Nell'inchiesta della Procura per un presunto giro di tangenti per appalti sono già state arrestate 10 persone.
Tutte sono accusate di associazione a delinquere, corruzione, falso, turbata libertà degli incanti e subappalti illeciti. In carcere, oltre a tre imprenditori (per uno di questi, Ignazio Gadaleta, la misura è stata sostituita con i domiciliari), ci sono i funzionari dell'Asl Nicola Iacobellis, Nicola Sansolini e Concetta Sciannimanico.
Lunedì, Perrone, difeso dal legale Mario Malcangi, aveva risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari Giuseppe Ronzino in sede di interrogatorio, ammettendo di aver fatto alcuni «omaggi» (consistiti per l'accusa «nel pagamento di vari articoli» come una porta blindata, porte interne ed elementi d'arredo del bagno) al funzionario della Asl di Bari Nicola Iacobellis (in carcere) e a sua moglie Paola Andriani (ai domiciliari), ma non come contropartita di accordi illeciti.
Quanto all'ipotesi di falso - è accusato insieme a Iacobellis di avere attestato falsamente il termine dei lavori per la sostituzione delle canne fumarie dell'ospedale Di Venere di Bari al 29 dicembre 2023, lavori in realtà conclusi soltanto a luglio 2024 - ha sostenuto che quella diversa datazione della fine dei lavori per lui fosse irrilevante, e che si trattasse di un'esigenza dell'Asl. Nell'inchiesta della Procura per un presunto giro di tangenti per appalti sono già state arrestate 10 persone.
Tutte sono accusate di associazione a delinquere, corruzione, falso, turbata libertà degli incanti e subappalti illeciti. In carcere, oltre a tre imprenditori (per uno di questi, Ignazio Gadaleta, la misura è stata sostituita con i domiciliari), ci sono i funzionari dell'Asl Nicola Iacobellis, Nicola Sansolini e Concetta Sciannimanico.