Incidente A14
Incidente A14
Cronaca

Madre e figlio morirono in incidente, chiesta reclusione per un 45enne di Corato

È accusato di omicidio stradale plurimo

Il pubblico ministero Francesco Bretone ha chiesto per un 45enne di Corato la pena ad un anno di reclusione per aver causato un incidente mortale il 6 aprile del 2019 sull'autostrada A14.

La richiesta del magistrato è stata formulata dinanzi al GUP del Tribunale di Bari nell'ambito del processo sull'incidente che causò la morte di Milto Koci, 56 anni, e di sua madre, Sanda Koci, entrambe residenti nel riminese.

Oggi, fanno sapere i legali della famiglia delle due vittime, si è tenuta un'importante udienza di discussione del processo per il quale l'imputato ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato, condizionato all'esame del proprio consulente tecnico, sentito nella precedente udienza del 28 settembre.

Nel corso dell'udienza, l'accusa ha ribadito la usa posizione e le parti civili hanno chiesto il riconoscimento della piena responsabilità del 45enne di Corato. Il giudice ha quindi rinviato il dibattimento all'11 ottobre, per la discussione della difesa e il pronunciamento della sentenza.

L'incidente

Il sinistro mortale si verificò alle 23.30 del 6 aprile 2019 in corrispondenza del km 660+170, sulla corsia di marcia da Foggia verso Bari, tra i caselli di Bari e Molfetta, nel territorio di Giovinazzo. Koci, di origini albanesi ma residente da tempo in Italia, a San Clemente in provincia di Rimini, come la madre Sanda che viaggiava con lui sul sedile del passeggero, per cause mai accertate, complice forse l'asfalto bagnato per la pioggia caduta prima, ha sbandato sulla sua destra con la Renault Clio che guidava, andando a sbattere contro il guardrail che delimitava la carreggiata.
Secondo la ricostruzione fornita dalla difesa dei familiari delle vittime «gli occupanti si sarebbero salvati (sono rimasti illesi dal primo urto), ma la vettura dopo l'impatto è rimbalzata sulla strada finendo di traverso sulla corsia di sorpasso, con il muso rivolto nella direzione opposta rispetto al senso di marcia. Il conducente, intuendo il pericolo, un minuto dopo è sceso dall'abitacolo disponendosi all'altezza del parafango anteriore sinistro e sbracciandosi per segnalare la presenza del mezzo incidentato, con la madre ancora all'interno, ai veicoli in transito: le immagini acquisite dagli inquirenti comprovano che i conducenti di sei veicoli, cinque auto e un autoarticolato, hanno notato l'ostacolo, evitandolo. Del resto, che fosse accaduto qualcosa si sarebbe potuto e dovuto intuire anche dai pezzi di cemento di grosse dimensioni finiti sulla sede viaria perché la Clio, impattando contro il guardrail, aveva distrutto il basamento di un canale di scolo delle acque. Non ha purtroppo rallentato invece la settima vettura sopraggiunta, due minuti dopo, la Ford Kuga dell'imputato, che anzi, alla vista dei massi, per non urtarli si sarebbe spostato proprio in corsia di sorpasso, travolgendo sia la Clio sia Koci che si trovava in piedi accanto alla sua auto. Un impatto tremendo, i due mezzi sono finiti 40 metri più avanti, che non la lasciato scampo ai Koci deceduti sul colpo. Il 56enne è stato proiettato verso la corsia di emergenza, dov'è stato rinvenuto il suo corpo senza vita; l'anziana è stata estratta, anche lei ormai spirata, dalle lamiere contorte di ciò che restava della Clio».
Secondo l'accusa il conducente alla vista dei massi su strada, avrebbe dovuto allertarsi e prudentemente rallentare e adeguare la marcia in modo tale da conservare il controllo del proprio veicolo dinanzi a qualsiasi circostanza, così come avevano evitato l'impatto tutti e sei i veicoli che lo hanno preceduto, alcuni dei quali, peraltro, marciavano a forte velocità. Di qui la richiesta di rinvio a giudizio del Pm.
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