Gusto Jazz. <span>Foto Stefano Procacci</span>
Gusto Jazz. Foto Stefano Procacci
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“Lumina” irradia la prima giornata di “Gusto jazz”

“Gusto Jazz” prosegue già oggi con “Playjazz”, laboratorio musicale per bambini

"Qualcuno avrebbe dovuto tuffarsi nel jazz | Lontano dagli occhi del mondo | E perfino l'amore è più bello a livello di jazz | e la pioggia è più tiepida sotto l'ombrello del jazz".

Così cantava De Gregori in "Jazz" brano del 1996. E il jazz, che tutto più bello rende, che tutto più tiepido mostra, è stato il protagonista assoluto della prima serata della prima edizione di "Gusto Jazz", rassegna gastro-musicale (o musico-gastronomica, fate voi) in programma fino al 31 agosto con 5 appuntamenti da non perdere, nel rinnovato e ritrovato splendore di Largo Abbazia, oltre a laboratori per bambini ed esposizioni di artigianato locale da scoprire nelle vie del centro storico.

"Lumina", questo è il nome del primo concerto della rassegna, ideato da Paolo Fresu, uno dei trombettisti più affermati nel panorama jazzistico mondiale. Leitmotiv dello spettacolo la luce, in tutte le sue sfumature, in tutti i suoi suoni, perché la luce prima che sguardo e colore è suono, come affermato dallo stesso musicista sardo. Questo tributo alla luce è portato sul palco dal "Lumina Quintet" per la prima volta a Corato, formato da musicisti selezionati direttamente dal Fresu: Carla Casarano (voce), Leila Shirvani (violoncello), Marco Bardoscia (contrabbasso), William Greco (pianoforte), Emanuele Maniscalco (batteria e percussioni). Dieci inediti, nei quali la parola luce è declinata letteralmente in tutte le lingue del mondo, a partire dai titoli dei brani, come "A light", "Guang", "Lumiere", "Ljus", "Luce".

Sin dalle prime note l'atmosfera si fa magica: la voce potente ma delicata della Casarano, colloquialmente diremmo "da pelle d'oca", la disarmante eleganza e leggiadria del violoncello della Shirvani, la presenza scenica da one man show di Bardoscia e il suo contrabasso corvino, poi i meravigliosi ricami sui tasti bianchi e neri di Greco e il contagioso ritmo delle percussioni di Maniscalco sono un autentico piacere per le orecchie dei tanti, tantissimi presenti. La luce sembra idealmente e praticamente uscire fuori dai suoni, dalle voci, dagli sguardi dei musicisti, in una piacevole sinestesia. Il quintetto messo su da Paolo Fresu è una squadra affiatata che non ha un elemento di spicco, non per demeriti, ma per una gestione oculata e studiata del palco e del concerto. Tutti hanno la stessa importanza, lo stesso impatto sul pubblico, tutti hanno un ruolo decisivo nel rendere lo spettacolo indimenticabile.

Se la rassegna si fosse chiamata solo Jazz, l'articolo si sarebbe esaurito qui, invece no. Nell'esperienza multisensoriale molto interessante proposta da "Gusto Jazz", anche il cibo e il vino sono stati protagonisti di questo concerto sotto le stelle. Durante l'esibizione del Lumina Quintet infatti i cittadini hanno potuto degustare, ad un prezzo simbolico, un bicchiere di vino delle cantine "Terra Maiorum" accompagnato da taralli pugliesi.

Capitolo pubblico: raramente a queste latitudini eventi di questo tipo raccolgono tale successo. Certamente la zona nevralgica e strategica ha aiutato ad attirare decine di curiosi, ma una cosa è certa: il pubblico di Corato si sta abituando agli eventi musicali di spessore, è sempre più pronto, sempre più preparato. Sa quando applaudire, sa quando ascoltare in religioso silenzio. Un pubblico che si è emozionato, si è lasciato trasportare dalla luce portata sul palco da questi musicisti, un pubblico che per più di un'ora ha abbandonato senza troppi rimpianti nelle tasche, nelle borse o in auto, smartphone e tablet, problemi e pettegolezzi, brusii e distrazioni, e di questi tempi non è poco. Seguendo il consiglio di De Gregori, si sono "tuffati nel jazz" e al termine del concerto non ne volevano sapere di riemergere alla solita vita così povera di jazz e sogni. E allora il bis non può che essere la naturale conseguenza di ciò.

Anche il sindaco Massimo Mazzilli si è dimostrato entusiasta della serata: «La rigenerazione culturale di Largo Abbazia passa necessariamente da questi eventi. Due anni fa qui c'era una buia distesa di breccia, ora c'è tutto questo. Non vogliamo che si spengano i riflettori su questo meraviglioso salotto cittadino, pertanto tutti gli eventi di Gusto Jazz si terranno qui». Tutti o quasi: «L'evento del 27 luglio, inizialmente in programma qui, si terrà presso Piazza Di Vagno, nel giorno in cui la Piazza rivedrà completamente la luce e verrà riconsegnata alla città».

Anche il direttore artistico Alberto Lamonica non nasconde l'entusiasmo: «Investire su un progetto triennale di questa importanza in un periodo così delicato, dimostra che la città crede nella cultura. Portare a Corato artisti che solo qualche tempo fa si sono esibiti all'Umbria Jazz Festival e stanno riscuotendo successi di pubblico e critica in tutta la penisola non può che rendermi felice».

Al termine della serata anche il musicista Marco Bardoscia spende belle parole per la serata e per la città: «Ci siamo trovati subito benissimo, per noi era la prima volta a Corato, ma ci siamo sentiti come a casa, è stata una bellissima serata e la piazza era meravigliosa, il pubblico ha risposto alla grande».

"Gusto Jazz" prosegue già oggi con "Playjazz", laboratorio musicale per bambini.

L'estate da queste parti non è mai stata così jazz e tutti abbiamo un (ottimo) motivo in più per restare a Corato. Finalmente.
16 foto “Lumina” irradia la prima giornata di “Gusto jazz”
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