Cultura
Luciana De Palma sul podio del Premio Letterario L'iguana
Secondo posto per "Il Mulino blu". «La scrittura è il mio modo di stare al mondo»
Corato - sabato 4 luglio 2020
L'isola greca di Kos e le vicende dei suoi protagonisti la cui vita tranquilla viene scossa da un tragico avvenimento improvviso che alimenterà conflitti e tormenti, storie che si intrecciano sotto lo sguardo testimone di un vecchio mulino. Sono le atmosfere e le vicende de "Il Mulino Blu", il romanzo di Luciana De Palma che si è aggiudicata il secondo posto nella sezione narrativa al Premio Letterario L'iguana.
L'autrice coratina, insegnante e appassionata di letteratura, è già autrice di poesie pubblicate in antologie e riviste italiane ed estere, della "Mons Aureus', edita a Belgrado nel 2008, e tradotta in serbo, e del romanzo "Il melograno" edito nel 2016.
Lo scorso 27 giugno, nel meraviglioso Castello di Prata Sannita in provincia di Caserta, ha conquistato la giuria della VII Edizione del Premio letterario L'iguana con il suo ultimo romanzo "Il Mulino blu", edito da Florestano.
A fare gli onori di casa della manifestazione Vittorio Scuncio e Lucia Daga in una cerimonia di premiazione presentata da Esther Basile, filosofa dell'Istituto Filosofico di Napoli, affianca da dalla giornalista e scrittrice Maria Stella Rossi, Rosy Rubulotta e Francesco Terracciano.
"Romanzo che intesse la realtà e l'imaginifico con una concretezza di segni e rimandi che sono segno di salvezza". È questa la motivazione del secondo premio (ex-aequo con l'autore Nicola Russo) per la sezione narrativa assegnato alla nostra concittadina, il primo riconoscimento conquistato con questa sua ultima opera letteraria. «È stato un premio inaspettato, sono stata davvero molto felice» - ci confida Luciana che dedica il riconoscimento, così come il romanzo, al suo compagno di vita Federico, poeta dalla penna sensibile con cui condivide la passione per la lettura e la scrittura.
«Ringrazio Esther Basile e tutta l'organizzazione del premio L'iguana per aver onorato questo mio lavoro con un riconoscimento così importante e inatteso. La scrittura è il mio modo di stare al mondo, il mio respiro e la salvezza contro le tempeste dell'anima. Se da una parte la scrittura comporta solitudine, isolamento, meditazione e molta capacità di feroce autocritica, dall'altra è la chiave per trovare molte più visioni in comune con gli altri esseri umani di quante si possa pensare».
L'autrice coratina, insegnante e appassionata di letteratura, è già autrice di poesie pubblicate in antologie e riviste italiane ed estere, della "Mons Aureus', edita a Belgrado nel 2008, e tradotta in serbo, e del romanzo "Il melograno" edito nel 2016.
Lo scorso 27 giugno, nel meraviglioso Castello di Prata Sannita in provincia di Caserta, ha conquistato la giuria della VII Edizione del Premio letterario L'iguana con il suo ultimo romanzo "Il Mulino blu", edito da Florestano.
A fare gli onori di casa della manifestazione Vittorio Scuncio e Lucia Daga in una cerimonia di premiazione presentata da Esther Basile, filosofa dell'Istituto Filosofico di Napoli, affianca da dalla giornalista e scrittrice Maria Stella Rossi, Rosy Rubulotta e Francesco Terracciano.
"Romanzo che intesse la realtà e l'imaginifico con una concretezza di segni e rimandi che sono segno di salvezza". È questa la motivazione del secondo premio (ex-aequo con l'autore Nicola Russo) per la sezione narrativa assegnato alla nostra concittadina, il primo riconoscimento conquistato con questa sua ultima opera letteraria. «È stato un premio inaspettato, sono stata davvero molto felice» - ci confida Luciana che dedica il riconoscimento, così come il romanzo, al suo compagno di vita Federico, poeta dalla penna sensibile con cui condivide la passione per la lettura e la scrittura.
«Ringrazio Esther Basile e tutta l'organizzazione del premio L'iguana per aver onorato questo mio lavoro con un riconoscimento così importante e inatteso. La scrittura è il mio modo di stare al mondo, il mio respiro e la salvezza contro le tempeste dell'anima. Se da una parte la scrittura comporta solitudine, isolamento, meditazione e molta capacità di feroce autocritica, dall'altra è la chiave per trovare molte più visioni in comune con gli altri esseri umani di quante si possa pensare».