Politica
Lo strappo diventa squarcio: quale destino per l'amministrazione Mazzilli?
Si susseguono incontri ma si stenta a trovare una toppa
Corato - mercoledì 10 gennaio 2018
Non ci sbagliavamo quando, lo scorso 3 gennaio, ipotizzavamo un imminente azzeramento della giunta comunale al fine di mettere una toppa allo strappo che ha determinato la crisi amministrativa.
La revoca degli assessori e l'insediamento di una giunta tecnica, infatti, sarebbe stato un primo passo per tentare di giungere alla scadenza naturale del mandato del sindaco Mazzilli, con un governo di scopo che portasse avanti alcuni punti programmatici condivisi anche dalle forze di opposizione.
E a questo Massimo Mazzilli ci aveva pensato, convocando per la sera stessa del 3 gennaio una riunione tra segretari dei partiti a suo sostegno e capigruppo in consiglio comunale per definire la strategia da seguire o, ancora meglio, per tastare il polso ai suoi stessi alleati al fine di comprenderne gli umori. E in quella riunione, così come in altri confronti, l'ipotesi di un azzeramento della giunta sarebbe stata accolta in maniera positiva da molti degli intervenuti. Ma non da tutti. E, in questa fase così delicata, due o addirittura una sola pedina può fare scacco matto. E, in questa fase - ci perdonino i nostri lettori - anche il condizionale è d'obbligo.
L'idea di azzerare la giunta non piace a quegli assessori più longevi, ai superstiti delle varie giunte Mazzilli, a quelli che avendo contribuito con la propria candidatura (ed elezione al consiglio comunale) alla vittoria del sindaco Mazzilli, non apprezzano l'idea di tornare a casa con le pive nel sacco, magari dopo un lungo lavoro in giunta.
Intanto a Palazzo di Città le luci sono accese sino a sera. Dovevano rimanere accese sino a tardi anche ieri, per una nuova riunione delle forze a sostegno di Mazzilli, ma nulla di fatto. La riunione è rimandata a questa sera e questa volta davvero potrebbe essere decisiva per le sorti dell'amministrazione Mazzilli.
E le opposizioni, almeno quelle storiche, questa volta non c'entrano. La partita si gioca tutta nel centrodestra, con il centrosinistra fermo a guardare alla finestra la direzione che prenderanno i birilli.
La data di discussione della mozione di sfiducia in consiglio comunale si avvicina ed è impensabile che il sindaco Mazzilli si presenti in consiglio comunale consapevole di non avere i numeri per spuntarla. Più probabile, invece, che, constatata la mancanza di un solido supporto, il primo cittadino decida di rassegnare le proprie dimissioni con l'opzione di poterle ritirare dopo 20 giorni. Il consiglio comunale, comunque, sarà convocato. Salvo strategiche influenze, quella sarà l'occasione per capire - una volta per tutte - cosa hanno intenzione di fare i 3 "battitori liberi" che hanno scelto di non sottoscrivere la mozione: parliamo dei consiglieri Di Tria, Caputo e Roselli.
Se per quanto riguarda Roselli, espressione di Forza Italia, la posizione confermata dallo stesso consigliere (e dal segretario dei Forza Italia Giancarlo Ungaro) ad una nostra domanda è quella della netta opposizione (e quindi si presume di votazione favorevole della mozione), per quanto riguarda Caputo e Di Tria il punto interrogativo è sempre d'obbligo. Se per il primo i più volte ostentati sentimenti di amicizia verso il primo cittadino potrebbero costituire un freno a mano verso la decisione di "staccare la spina", per quanto riguarda il secondo l'incognita è la coscienza da cui deriva il suo voto.
Entrambi comunque condividono la posizione nel limbo ed è forse questo che ha spinto l'ex assessore provinciale a pensare ad un progetto politico futuro in collaborazione con l'ex consigliere comunale Maurizio Vernice, notoriamente riferimento politico del consigliere Di Tria e con altre anime che hanno preso le distanze dai partiti di centrodestra attualmente al governo cittadino.
La prossemica ci viene incontro nel cercare di rendere più verosimili gli scenari che si andranno a configurare nell'imminenza. L'eloquente mimica facciale del consigliere Caputo risponde alle nostre domande ancor più delle sue vaghe affermazioni e certamente non sembra essere ottimista circa una prosecuzione naturale del governo guidato da Massimo Mazzilli. Così come non sono ottimisti alcuni fedelissimi dello stesso Caputo che sui social già parlano della «morte politica» dell'attuale amministrazione.
In politica, però, si sa: tutto può cambiare dalla mattina alla sera. E forse ciò che scriviamo adesso, questa sera non sarà più attuale.
La revoca degli assessori e l'insediamento di una giunta tecnica, infatti, sarebbe stato un primo passo per tentare di giungere alla scadenza naturale del mandato del sindaco Mazzilli, con un governo di scopo che portasse avanti alcuni punti programmatici condivisi anche dalle forze di opposizione.
E a questo Massimo Mazzilli ci aveva pensato, convocando per la sera stessa del 3 gennaio una riunione tra segretari dei partiti a suo sostegno e capigruppo in consiglio comunale per definire la strategia da seguire o, ancora meglio, per tastare il polso ai suoi stessi alleati al fine di comprenderne gli umori. E in quella riunione, così come in altri confronti, l'ipotesi di un azzeramento della giunta sarebbe stata accolta in maniera positiva da molti degli intervenuti. Ma non da tutti. E, in questa fase così delicata, due o addirittura una sola pedina può fare scacco matto. E, in questa fase - ci perdonino i nostri lettori - anche il condizionale è d'obbligo.
L'idea di azzerare la giunta non piace a quegli assessori più longevi, ai superstiti delle varie giunte Mazzilli, a quelli che avendo contribuito con la propria candidatura (ed elezione al consiglio comunale) alla vittoria del sindaco Mazzilli, non apprezzano l'idea di tornare a casa con le pive nel sacco, magari dopo un lungo lavoro in giunta.
Intanto a Palazzo di Città le luci sono accese sino a sera. Dovevano rimanere accese sino a tardi anche ieri, per una nuova riunione delle forze a sostegno di Mazzilli, ma nulla di fatto. La riunione è rimandata a questa sera e questa volta davvero potrebbe essere decisiva per le sorti dell'amministrazione Mazzilli.
E le opposizioni, almeno quelle storiche, questa volta non c'entrano. La partita si gioca tutta nel centrodestra, con il centrosinistra fermo a guardare alla finestra la direzione che prenderanno i birilli.
La data di discussione della mozione di sfiducia in consiglio comunale si avvicina ed è impensabile che il sindaco Mazzilli si presenti in consiglio comunale consapevole di non avere i numeri per spuntarla. Più probabile, invece, che, constatata la mancanza di un solido supporto, il primo cittadino decida di rassegnare le proprie dimissioni con l'opzione di poterle ritirare dopo 20 giorni. Il consiglio comunale, comunque, sarà convocato. Salvo strategiche influenze, quella sarà l'occasione per capire - una volta per tutte - cosa hanno intenzione di fare i 3 "battitori liberi" che hanno scelto di non sottoscrivere la mozione: parliamo dei consiglieri Di Tria, Caputo e Roselli.
Se per quanto riguarda Roselli, espressione di Forza Italia, la posizione confermata dallo stesso consigliere (e dal segretario dei Forza Italia Giancarlo Ungaro) ad una nostra domanda è quella della netta opposizione (e quindi si presume di votazione favorevole della mozione), per quanto riguarda Caputo e Di Tria il punto interrogativo è sempre d'obbligo. Se per il primo i più volte ostentati sentimenti di amicizia verso il primo cittadino potrebbero costituire un freno a mano verso la decisione di "staccare la spina", per quanto riguarda il secondo l'incognita è la coscienza da cui deriva il suo voto.
Entrambi comunque condividono la posizione nel limbo ed è forse questo che ha spinto l'ex assessore provinciale a pensare ad un progetto politico futuro in collaborazione con l'ex consigliere comunale Maurizio Vernice, notoriamente riferimento politico del consigliere Di Tria e con altre anime che hanno preso le distanze dai partiti di centrodestra attualmente al governo cittadino.
La prossemica ci viene incontro nel cercare di rendere più verosimili gli scenari che si andranno a configurare nell'imminenza. L'eloquente mimica facciale del consigliere Caputo risponde alle nostre domande ancor più delle sue vaghe affermazioni e certamente non sembra essere ottimista circa una prosecuzione naturale del governo guidato da Massimo Mazzilli. Così come non sono ottimisti alcuni fedelissimi dello stesso Caputo che sui social già parlano della «morte politica» dell'attuale amministrazione.
In politica, però, si sa: tutto può cambiare dalla mattina alla sera. E forse ciò che scriviamo adesso, questa sera non sarà più attuale.