Editoriale
Libri come spazzatura, la pubblicità ASIPU fa infuriare i social
La foto di un manifesto sta raccogliendo l'indignazione dei cittadini
Corato - venerdì 22 febbraio 2019
16.49
Non è la prima volta che una campagna pubblicitaria dell'ASIPU, l'azienda del Comune di Corato che si occupa dei rifiuti anche in comuni limitrofi, fa discutere.
Questa volta, però, ha letteralmente fatto infuriare i cittadini che, sui social network, si dicono pronti ad una protesta plateale contro i vertici dell'azienda.
Sul banco degli imputati non c'è certamente il messaggio, ossia quello di stimolare i cittadini all'utilizzo di prodotti durevoli con minore impatto sull'ambiente. Ciò che provoca scalpore è la presenza, di fronte alla villa comunale, di un grande manifesto pubblicitario in cui si chiede ai cittadini di evitare l'utilizzo di libri cartacei preferendo ad essi un libro virtuale, da leggere su un tablet. Il che equivale a dire che i libri, così come siamo abituati a vederli, non sono un bene durevole e quindi sono destinati a finire presto nella spazzatura.
Nulla di più sbagliato. I libri sono un patrimonio che si tramanda, che si custodisce gelosamente, che si conserva. E soprattutto sono in carta, perfettamente riciclabili. Al contrario di un tablet, destinato a finire nei rifiuti nel giro di pochi anni.
Un accostamento azzardato, superficiale ed anche rischioso: una libreria che si chiude è una ferita per la cultura, bene prezioso ed inestimabile.
L'abbiamo detto in più occasioni: la carta stampata è una risorsa, non un danno. L'odore stesso dei libri, le loro pagine ingiallite, magari anche sottolineate, sono il solco tracciato dalle parole nell'anima di un lettore.
Alle spalle della mia scrivania c'è una libreria, zeppa di libri. Quello a cui sono più affezionato è una raccolta di Carmi di Catullo, poeta latino. Data di stampa: 1824.
Nell'attesa di un chiarimento, o forse ancora meglio delle scuse dell'azienda, sfoglio le pagine di questo mio "bene durevole" che vive da circa 200 anni. Domani andrò a comprare un nuovo tablet, giacché quello che ho comprato 2 anni fa non funziona più. Non prima, però, di aver acquistato un nuovo libro da aggiungere alla mia libreria.
Questa volta, però, ha letteralmente fatto infuriare i cittadini che, sui social network, si dicono pronti ad una protesta plateale contro i vertici dell'azienda.
Sul banco degli imputati non c'è certamente il messaggio, ossia quello di stimolare i cittadini all'utilizzo di prodotti durevoli con minore impatto sull'ambiente. Ciò che provoca scalpore è la presenza, di fronte alla villa comunale, di un grande manifesto pubblicitario in cui si chiede ai cittadini di evitare l'utilizzo di libri cartacei preferendo ad essi un libro virtuale, da leggere su un tablet. Il che equivale a dire che i libri, così come siamo abituati a vederli, non sono un bene durevole e quindi sono destinati a finire presto nella spazzatura.
Nulla di più sbagliato. I libri sono un patrimonio che si tramanda, che si custodisce gelosamente, che si conserva. E soprattutto sono in carta, perfettamente riciclabili. Al contrario di un tablet, destinato a finire nei rifiuti nel giro di pochi anni.
Un accostamento azzardato, superficiale ed anche rischioso: una libreria che si chiude è una ferita per la cultura, bene prezioso ed inestimabile.
L'abbiamo detto in più occasioni: la carta stampata è una risorsa, non un danno. L'odore stesso dei libri, le loro pagine ingiallite, magari anche sottolineate, sono il solco tracciato dalle parole nell'anima di un lettore.
Alle spalle della mia scrivania c'è una libreria, zeppa di libri. Quello a cui sono più affezionato è una raccolta di Carmi di Catullo, poeta latino. Data di stampa: 1824.
Nell'attesa di un chiarimento, o forse ancora meglio delle scuse dell'azienda, sfoglio le pagine di questo mio "bene durevole" che vive da circa 200 anni. Domani andrò a comprare un nuovo tablet, giacché quello che ho comprato 2 anni fa non funziona più. Non prima, però, di aver acquistato un nuovo libro da aggiungere alla mia libreria.