Attualità
Le associazioni animaliste chiedono lo stato di emergenza randagismo
L'iniziativa è del coordinamento interregionale di associazioni animaliste di Puglia, Sicilia e Toscana
Puglia - giovedì 27 settembre 2018
10.52
Partite le richieste al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministeri della Salute, dell'Ambiente e dell'Interno e ai Presidenti e Prefetti delle Regioni Puglia, Sicilia e Toscana per chiedere lo stato di emergenza randagismo.
A promuovere l'iniziativa un coordinamento interregionale di associazioni animaliste di Puglia, Sicilia e Toscana, unite per contrastare il fenomeno del randagismo nell'ottica della tutela del benessere animale e della corretta convivenza tra randagi e cittadini.
«I canili non sono la soluzione adeguata alla risoluzione di questo problema annoso, ma spesso divengono strumenti di business mafioso, che coinvolge anche le istituzioni preposte, come i recenti fatti di cronaca hanno dimostrato. Inoltre, la maggior parte degli animali vaganti ritenuti "randagi" sono cani di proprietà senza microchip, il più delle volte provenienti da aree rurali e, questo, implica azioni diverse rispetto a quelle attuate fino ad ora» si legge nel documento.
«Ciò che occorre con urgenza secondo il summenzionato coordinamento interregionale è: 1) L'attivazione di un piano di emergenza che punti innanzitutto all'intensificazione delle strategie di prevenzione, quali sterilizzazioni dei randagi e non solo, campagne di informazione e serrati controlli sui privati, con particolare attenzione alle aree rurali; 2) L' attivazione a livello ministeriale di una Task Force randagismo per il ripristino della legalità con il compito di supervisione e controllo» sono le soluzioni individuate dal coordinamento.
I tecnici del coordinamento interregionale di associazioni animaliste di Puglia, Sicilia e Toscana hanno già elaborato un piano d'intervento da mettere a disposizione delle autorità competenti
A promuovere l'iniziativa un coordinamento interregionale di associazioni animaliste di Puglia, Sicilia e Toscana, unite per contrastare il fenomeno del randagismo nell'ottica della tutela del benessere animale e della corretta convivenza tra randagi e cittadini.
«I canili non sono la soluzione adeguata alla risoluzione di questo problema annoso, ma spesso divengono strumenti di business mafioso, che coinvolge anche le istituzioni preposte, come i recenti fatti di cronaca hanno dimostrato. Inoltre, la maggior parte degli animali vaganti ritenuti "randagi" sono cani di proprietà senza microchip, il più delle volte provenienti da aree rurali e, questo, implica azioni diverse rispetto a quelle attuate fino ad ora» si legge nel documento.
«Ciò che occorre con urgenza secondo il summenzionato coordinamento interregionale è: 1) L'attivazione di un piano di emergenza che punti innanzitutto all'intensificazione delle strategie di prevenzione, quali sterilizzazioni dei randagi e non solo, campagne di informazione e serrati controlli sui privati, con particolare attenzione alle aree rurali; 2) L' attivazione a livello ministeriale di una Task Force randagismo per il ripristino della legalità con il compito di supervisione e controllo» sono le soluzioni individuate dal coordinamento.
I tecnici del coordinamento interregionale di associazioni animaliste di Puglia, Sicilia e Toscana hanno già elaborato un piano d'intervento da mettere a disposizione delle autorità competenti