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«Lasciateci lavorare», palestre e scuole di ballo in protesta in Piazza Cesare Battisti

Una manifestazione silenziosa per dire "no" alle chiusure imposte dal Dpcm

«Una manifestazione pacifica e silenziosa per dire "no" alla chiusura e spiegare come la nostra attività si svolge in totale sicurezza». È il grido di allarme che proviene dalle strutture sportive di Corato, dalle scuole di ballo alle palestre, che sabato 31 ottobre, alle ore 16.30 scenderanno in Piazza Cesare Battisti per protestare contro i provvedimenti imposti dal nuovo Dpcm del 25 ottobre che, di fatto, blocca il lavoro degli operatori del settore.

L'iniziativa coinvolge diverse realtà cittadine e conta del sostegno del sindaco Corrado De Benedittis che presenzierà alla manifestazione.

«Abbiamo già registrato ingenti perdite nel periodo del lockdown e lavorato incessantemente per poter riaprire attenendoci a tutte le misure indicateci, per garantire la totale sicurezza nello svolgimento delle attività sia per gli operatori che per i nostri utenti, investendo un enorme capitale per sanificazione e adeguamento. - spiega Francesco Di Bisceglie, titolare del Club Buena Vista e promotore dell'iniziativa - Non ci spieghiamo perché, dopo averci imposto di attenerci a tutte le disposizioni necessarie, ora ci impediscano di lavorare. Quale metodologia di valutazione hanno adottato per decidere che le strutture sportive non siano sicure?».

«I miei clienti - continua Di Bisceglie - si congratulano per il grande lavoro espletato e mi ringraziano perchè si sentono sicuri nella mia struttura e sono certi che la sicurezza dei loro figli sia garantita, nella mia come nelle altre strutture di Corato. Ecco, scenderemo in piazza per spiegare come lavoriamo e per chiedere di non privarci del diritto al lavoro, sancito dall'articolo 4 della nostra Costituzione».

Le loro "armi" saranno il silenzio e gli attrezzi del loro lavoro stretti fra le mani, simbolo delle fatiche ma anche della grande passione per il loro lavoro a cui non possono assolutamente rinunciare. Una chiusura che incide anche a livello sociale sottraendo alla comunità attività ricreative e sportive. «Abbiamo riaperto in perdita, abbiamo affrontato e continuiamo a sostenere costi fissi quali fitto dei locali e utenze, viviamo già una situazione estremamente drammatica, non possiamo permetterci ulteriori perdite, ancora una chiusura. Abbiamo assolutamente bisogno di lavorare».
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