Politica
«La scuola inizi il 1° ottobre». La Regione pensa ad un cambiamento del calendario scolastico
La proposta del consigliere regionale Gianni Stea
Corato - domenica 26 novembre 2017
9.48
Il prossimo anno scolastico 2018/2019 potrebbe cominciare il primo di ottobre anziché intorno alla metà di settembre come avviene oggi.
Su questa ipotesi si sta lavorando alla Regione Puglia dove nei prossimi giorni si riunirà un tavolo di lavoro per la riprogrammazione dell'avvio dell'anno scolastico in Puglia.. L'iniziativa è del consigliere regionale Gianni Stea ed è stata accolta positivamente dall'assessore al Diritto allo studio della Regione Puglia, Sebastiano Leo e dal presidente della VI Commissione consiliare, Domenico Santorsola. Al "tavolo" saranno invitati i rappresentanti delle associazioni e dei sindacati del personale docente e non docente e dei trasporti pubblici affinché si possa interagire anche sui cosiddetti "tempi delle città".
In Puglia a metà settembre fa ancora troppo caldo, è il ragionamento alla base della proposta. «Costringere gli studenti pugliesi e in generale italiani a sottostare ad un calendario scolastico che fissa l'apertura delle scuola mediamente nella seconda decade di settembre – spiega Stea – vuol dire condannarli ad estenuanti bagni di sudore in istituti per niente attrezzati a far fronte alle ondate di afa che sovente interessano soprattutto il Sud anche a fine estate, e per di più si accorcia notevolmente la stagione turistica in una regione, qual è la Puglia, dove lidi e stabilimenti balneari, grazie alle condizioni meteo solitamente favorevoli, potrebbero essere affollati almeno fino a fine settembre".
Da qui l'iniziativa di Stea che con un'interrogazione al presidente Michele Emiliano e all'assessore Leo ha chiesto e ottenuto un intervento immediato affinché «rimodulando il calendario si eviti da subito una situazione che crea disagi a studenti e personale docente e non e allo stesso tempo danneggia l'economia del turismo costretta a stagionalizzare sempre di più, accorciando di fatto i mesi di lavoro. Un calendario che, nelle intenzioni, potrebbe fare da apripista ad una rimodulazione a livello nazionale favorendo così il turismo in bassa stagione nel Sud Italia».
Su questa ipotesi si sta lavorando alla Regione Puglia dove nei prossimi giorni si riunirà un tavolo di lavoro per la riprogrammazione dell'avvio dell'anno scolastico in Puglia.. L'iniziativa è del consigliere regionale Gianni Stea ed è stata accolta positivamente dall'assessore al Diritto allo studio della Regione Puglia, Sebastiano Leo e dal presidente della VI Commissione consiliare, Domenico Santorsola. Al "tavolo" saranno invitati i rappresentanti delle associazioni e dei sindacati del personale docente e non docente e dei trasporti pubblici affinché si possa interagire anche sui cosiddetti "tempi delle città".
In Puglia a metà settembre fa ancora troppo caldo, è il ragionamento alla base della proposta. «Costringere gli studenti pugliesi e in generale italiani a sottostare ad un calendario scolastico che fissa l'apertura delle scuola mediamente nella seconda decade di settembre – spiega Stea – vuol dire condannarli ad estenuanti bagni di sudore in istituti per niente attrezzati a far fronte alle ondate di afa che sovente interessano soprattutto il Sud anche a fine estate, e per di più si accorcia notevolmente la stagione turistica in una regione, qual è la Puglia, dove lidi e stabilimenti balneari, grazie alle condizioni meteo solitamente favorevoli, potrebbero essere affollati almeno fino a fine settembre".
Da qui l'iniziativa di Stea che con un'interrogazione al presidente Michele Emiliano e all'assessore Leo ha chiesto e ottenuto un intervento immediato affinché «rimodulando il calendario si eviti da subito una situazione che crea disagi a studenti e personale docente e non e allo stesso tempo danneggia l'economia del turismo costretta a stagionalizzare sempre di più, accorciando di fatto i mesi di lavoro. Un calendario che, nelle intenzioni, potrebbe fare da apripista ad una rimodulazione a livello nazionale favorendo così il turismo in bassa stagione nel Sud Italia».