Attualità
La Jò a Jò riscalda i cuori dei coratini
Una tradizione senza tempo che si rinnova ogni anno
Corato - mercoledì 13 dicembre 2017
10.03
Non c'è Dicembre Coratino che ben inizi senza il tradizionale Falò di Santa Lucia. Anche quest'anno l'appuntamento con la famosa Jò a Jò ha "riscaldato i cuori dei coratini. – come ricorda nelle sue parole Don Francesco Del Conte durante la cerimonia di benedizione del Falò al momento dell'accensione – Santa Lucia ha sempre rappresentato un'importante tappa per i coratini. Anticamente, infatti, quando in casa non c'era il riscaldamento, molti prendevano un po' della brace per portarla nelle proprie case. Oggi tutti abbiamo il riscaldamento, ma la speranza è che questo fuoco sia luce per le nostre case e per le nostre famiglie e che possiamo portare il calore che questo fuoco di Santa Lucia trasmette nei nostri cuori".
L'evento, organizzato dalla Pro Loco, ha visto la collaborazione, anche quest'anno, dell'Unione Italiana Ciechi, nella persona del presidente della sezione locale Luigi D'Onofrio. «La nostra idea è quella di fare di questa festa, non solo un'occasione di folklore, ma anche di mantenere vivo il valore cristiano della festa della luce, del calore, della famiglia e degli affetti» – ha dichiarato Gerardo Strippoli.
«Si guarda non solo con la luce degli occhi ma anche con quella del cuore – afferma il presidente dell'unione ciechi - e con questa comunità che sto a rappresentare vogliamo renderci visibili agli occhi di tutti, nonostante la nostra diversità, perché la nostra è una lotta quotidiana fatta di mille difficoltà, ma grazie al sostegno di tutti, questa lotta diventa più sopportabile».
Al momento dell'accensione del falò, tutti i presenti hanno potuto ammirare la pira composta da 40 quintali di legna su un enorme braciere, donato dalla Famiglia Sforza, quasi a ricordare un utensile molto usato negli anni passati.
L'evento ha visto la partecipazione della Quadratum Culinariae Team che ha provveduto a preparare piccole degustazioni e la sezione alberghiero dell'Istituto d'Istruzione Superiore Oriani - Tandoi. A fare da contorno a tutto questo, numerosi stand dove era possibile acquistare prodotti locali e artigianali.
La musica e il folklore hanno deliziato i coratini presenti in piazza, con l'esibizione del gruppo di Luigi Palumbo e gli Aquarata, che hanno accompagnato la serata con la loro coinvolgente musica popolare.
L'evento, organizzato dalla Pro Loco, ha visto la collaborazione, anche quest'anno, dell'Unione Italiana Ciechi, nella persona del presidente della sezione locale Luigi D'Onofrio. «La nostra idea è quella di fare di questa festa, non solo un'occasione di folklore, ma anche di mantenere vivo il valore cristiano della festa della luce, del calore, della famiglia e degli affetti» – ha dichiarato Gerardo Strippoli.
«Si guarda non solo con la luce degli occhi ma anche con quella del cuore – afferma il presidente dell'unione ciechi - e con questa comunità che sto a rappresentare vogliamo renderci visibili agli occhi di tutti, nonostante la nostra diversità, perché la nostra è una lotta quotidiana fatta di mille difficoltà, ma grazie al sostegno di tutti, questa lotta diventa più sopportabile».
Al momento dell'accensione del falò, tutti i presenti hanno potuto ammirare la pira composta da 40 quintali di legna su un enorme braciere, donato dalla Famiglia Sforza, quasi a ricordare un utensile molto usato negli anni passati.
L'evento ha visto la partecipazione della Quadratum Culinariae Team che ha provveduto a preparare piccole degustazioni e la sezione alberghiero dell'Istituto d'Istruzione Superiore Oriani - Tandoi. A fare da contorno a tutto questo, numerosi stand dove era possibile acquistare prodotti locali e artigianali.
La musica e il folklore hanno deliziato i coratini presenti in piazza, con l'esibizione del gruppo di Luigi Palumbo e gli Aquarata, che hanno accompagnato la serata con la loro coinvolgente musica popolare.