Politica
La giunta, i social e l'assordante silenzio del centrodestra
Ad un mese esatto dalla debacle elettorale ancora nessun intervento pubblico di un centrodestra che sta ripensandosi
Corato - giovedì 5 novembre 2020
12.42
Esattamente un mese fa il popolo di Corato sceglieva di affidare la guida della città a Corrado De Benedittis. Una decisione che sanciva la bocciatura di un centrodestra che per un ventennio era stato incapace di rinnovarsi, di presentare figure nuove ed un progetto nuovo di città. E non è un caso che uno dei motivi della sconfitta di Gino Perrone (ma in realtà sconfitta di tutto il centrodestra), sia stato attribuito ad un voler continuamente rievocare i presunti fasti del passato soffermandosi in maniera molto superficiale sulle idee future.
Quella sconfitta elettorale ha ufficialmente spento la voce dei partiti di centrodestra che, ormai, non parlano più.
Non un augurio al sindaco nel momento della sua proclamazione, non un commento alla definizione della nuova giunta. Non una parola di apprezzamento e nemmeno una critica. Nulla di nulla. È come se il compito dei partiti del centrodestra si sia esaurito con le elezioni.
Mentre sui social impazzano i commenti di biasimo, di sostegno o addirittura di "tifo" verso questo o quel politico, verso questa o quella scelta del sindaco o dell'amministrazione comunale, politici suffragati con il voto popolare tacciono in maniera assordante.
Sappiamo, in via informale, che il centrodestra vorrebbe rigenerarsi. Una decisione quanto mai tardiva ma comunque importante per un gruppo che, in fondo, non ha mai creduto nella necessità di un rinnovamento.
Quei "giovani" (ma a quarant'anni è ancora lecito parlare di giovani?) che salirono nell'ultima fase della campagna elettorale per il ballottaggio sul palco di Perrone e che riuscirono a ritagliarsi in extremis uno spazio per dare slancio ad un cammino compromesso potrebbero essere le pietre su cui costruire un nuovo centrodestra.
E sappiamo di un incontro, seppur informale, tra le nuove leve del centrodestra interessate a capire come far ripartire il progetto di coalizione anche in ragione di un rinnovamento degli organi dirigenti di partito.
Direzione Corato, il partito che ha trascinato la coalizione di centrodestra raccogliendo oltre 4mila voti, deve fare i conti con le dimissioni del coordinatore Pasquale Pomodoro e con un futuro incerto. Anche la Lega, partita con il botto con un arrivo trionfale di Salvini (poi rivelatosi un bluff), con la doppia candidatura del segretario Menduni (alle regionali e alle comunali) e finita con la beffa di restare fuori dal consiglio comunale per soli 8 voti, sembra aver perso ogni slancio.
Per non parlare di Fratelli d'Italia. Il partito che l'anno scorso esprimeva addirittura il sindaco, quest'anno è sparito. E si mormora, anche relativamente a questo gruppo, una ridefinizione dei quadri dirigenti.
Non pervenuta anche l'UDC del neosegretario Vincenzo Labianca, benché abbia espresso la candidata che ha raccolto più voti in assoluto, Graziella Valente.
L'unico partito del centrodestra che può sorridere è quello di Forza Italia, ma anche da qui arriva il silenzio assoluto.
Che cosa pensino i consiglieri, i segretari di partito, i militanti e gli aderenti ai partiti di centrodestra è mistero. Quale sarà il destino della coalizione non è dato sapersi.
Intanto il popolo dei social si scatena, parla e commenta, alimentando quel dibattito politico che altrimenti sarebbe soffocato dal silenzio di chi avrebbe dovuto fornire uno stimolo qualificato alla riflessione politica.
Quella sconfitta elettorale ha ufficialmente spento la voce dei partiti di centrodestra che, ormai, non parlano più.
Non un augurio al sindaco nel momento della sua proclamazione, non un commento alla definizione della nuova giunta. Non una parola di apprezzamento e nemmeno una critica. Nulla di nulla. È come se il compito dei partiti del centrodestra si sia esaurito con le elezioni.
Mentre sui social impazzano i commenti di biasimo, di sostegno o addirittura di "tifo" verso questo o quel politico, verso questa o quella scelta del sindaco o dell'amministrazione comunale, politici suffragati con il voto popolare tacciono in maniera assordante.
Sappiamo, in via informale, che il centrodestra vorrebbe rigenerarsi. Una decisione quanto mai tardiva ma comunque importante per un gruppo che, in fondo, non ha mai creduto nella necessità di un rinnovamento.
Quei "giovani" (ma a quarant'anni è ancora lecito parlare di giovani?) che salirono nell'ultima fase della campagna elettorale per il ballottaggio sul palco di Perrone e che riuscirono a ritagliarsi in extremis uno spazio per dare slancio ad un cammino compromesso potrebbero essere le pietre su cui costruire un nuovo centrodestra.
E sappiamo di un incontro, seppur informale, tra le nuove leve del centrodestra interessate a capire come far ripartire il progetto di coalizione anche in ragione di un rinnovamento degli organi dirigenti di partito.
Direzione Corato, il partito che ha trascinato la coalizione di centrodestra raccogliendo oltre 4mila voti, deve fare i conti con le dimissioni del coordinatore Pasquale Pomodoro e con un futuro incerto. Anche la Lega, partita con il botto con un arrivo trionfale di Salvini (poi rivelatosi un bluff), con la doppia candidatura del segretario Menduni (alle regionali e alle comunali) e finita con la beffa di restare fuori dal consiglio comunale per soli 8 voti, sembra aver perso ogni slancio.
Per non parlare di Fratelli d'Italia. Il partito che l'anno scorso esprimeva addirittura il sindaco, quest'anno è sparito. E si mormora, anche relativamente a questo gruppo, una ridefinizione dei quadri dirigenti.
Non pervenuta anche l'UDC del neosegretario Vincenzo Labianca, benché abbia espresso la candidata che ha raccolto più voti in assoluto, Graziella Valente.
L'unico partito del centrodestra che può sorridere è quello di Forza Italia, ma anche da qui arriva il silenzio assoluto.
Che cosa pensino i consiglieri, i segretari di partito, i militanti e gli aderenti ai partiti di centrodestra è mistero. Quale sarà il destino della coalizione non è dato sapersi.
Intanto il popolo dei social si scatena, parla e commenta, alimentando quel dibattito politico che altrimenti sarebbe soffocato dal silenzio di chi avrebbe dovuto fornire uno stimolo qualificato alla riflessione politica.