Politica
La crisi amministrativa è rientrata, Mazzilli: «Verso un riassetto complessivo»
Ieri si sono concluse le consultazioni
Corato - martedì 20 febbraio 2018
18.37
La crisi amministrativa è definitivamente passata. A dirlo è il sindaco Massimo Mazzilli all'esito delle consultazioni con alcuni gruppi consiliari che, a quanto pare, hanno accordato a lui la fiducia sino alla scadenza naturale del mandato.
Sul profilo Facebook del primo cittadino si legge: «Dopo l'ingiustificato disimpegno dalla maggioranza del Movimento Schittulli e la conseguente crisi politico-amministrativa, avevo avviato le consultazioni per verificare se ci fossero le condizioni per la formazione di una nuova maggioranza. Considerata anche la bocciatura della mozione di sfiducia, all'esito delle consultazioni posso finalmente affermare che, tramite un indispensabile e giusto riassetto complessivo del quadro amministrativo e istituzionale, tali condizioni oggi ci sono. Ora, insieme ai gruppi politici che mi hanno assicurato il loro sostegno, possiamo iniziare un nuovo percorso condiviso e costruttivo per proseguire il cammino verso la scadenza naturale del mandato del 2019».
L'affermazione di Mazzilli, però, va analizzata.
Ieri sera si è tenuta l'ultima (?) consultazione del primo cittadino con la sua "nuova" maggioranza. Le "condizioni", in particolare quelle dettate dal consigliere Franco Caputo, rimangono le stesse: azzeramento della giunta e dimissioni del presidente del consiglio comunale Ignazio Salerno. Nulla di nuovo, sembrerebbe. E, invece la novità che emerge dalla riunione è che questo «riassetto complessivo del quadro amministrativo e istituzionale» non sarà immediato ma successivo al 4 marzo. Resta da capire quale interpretazione diano i gruppi (e in particolare i singoli consiglieri) al nesso elezioni politiche/riassetto di giunta.
Con il suo post, Mazzilli invia ai suoi assessori e ai consiglieri di amministrazione delle partecipate un "avviso di sfratto" con congruo anticipo e lancia un messaggio a Franco Caputo: almeno una delle sue richieste potrebbe essere esaudita, con Perrone probabilmente fuori dalla giunta. Ed ecco che una plausibile spiegazione circa il nesso elezioni politiche e rimpasto di giunta emerge: l'eventuale elezione alla Camera di Perrone renderebbe più soft un cambio della guardia su un assessorato strategico, quello all'urbanistica.
Mazzilli, tuttavia, in questo periodo non ha mai riferito chi fossero gli invitati alle sue consultazioni. Di certo sappiamo che sia Caputo (consigliere senza partito) che Di Tria (consigliere senza partito) che Roselli (Forza Italia ma appartenente al gruppo misto) e forse anche Ventura (consigliere senza partito) hanno partecipato alle consultazioni. E sappiamo anche che il riferimento politico di Di Tria, l'ex consigliere comunale Maurizio Vernice, e il riferimento politico di Roselli, il segretario di Forza Italia Giancarlo Ungaro, non si sono resi disponibili ad un sostegno a Mazzilli.
A rigor di logica, dando ormai per superate le affermazioni di Caputo che più volte ha riferito di non voler essere "il tredicesimo", dovremmo intuire che Mazzilli potrà contare sul sostegno di Ventura e che a sua volta apre le porte ad un nuovo ingresso in maggioranza di Franco Caputo. Una matassa tanto intricata quanto complessa da descrivere... figurarsi da comprendere! Chiediamo venia se non siamo stati bravi a farci capire ma, almeno questa volta, non è colpa nostra!
Massimo Mazzilli fa riferimento «ai gruppi politici che mi hanno assicurato il loro sostegno». Anche in questo caso riteniamo opportuno capire di quali gruppi si tratti. Dopo lo sfaldamento del centrodestra in consiglio comunale, dopo i vari cambi di casacca e le lotte interne ai partiti anche questo tipo di ricostruzione risulta cosa non semplice.
Mazzilli, oltre che su se stesso, può certamente contare sul sostegno di Angelo Amorese e Giuseppe D'Introno (Città Nuova); di Savino Maldera (La Puglia prima di tutto); di Graziella Valente e Vincenzo Labianca (UDC), dei quattro di Direzione Italia transitati nel gruppo misto: Pasquale Pomodoro, Gabriele Diaferia, Ignazio Salerno e Nando Bucci; di Sergio Tedeschi (Forza della Libertà). A concludere il cerchio della maggioranza dunque dovrebbero essere Caputo e Ventura, con buona pace di ogni dichiarazione di intenti sinora pronunciata.
E la cosa sembra non essere stata gradita dai fedelissimi di Caputo.
Lo scoglio del 24 febbraio può dirsi superato. L'amministrazione non cadrà entro quella data (limite entro il quale un eventuale commissariamento sarebbe durato sino a maggio) e probabilmente resterà in vita sino a scadenza naturale di mandato. Difficile pensare che chi non ha voluto consegnare al commissario la città per qualche mese possa farlo per un anno intero.
Resta ora di capire se il patto tra Mazzilli e Caputo resisterà e a quale prezzo. In politica, com'è noto, tutto può cambiare. E il 4 marzo è lontano.
Sul profilo Facebook del primo cittadino si legge: «Dopo l'ingiustificato disimpegno dalla maggioranza del Movimento Schittulli e la conseguente crisi politico-amministrativa, avevo avviato le consultazioni per verificare se ci fossero le condizioni per la formazione di una nuova maggioranza. Considerata anche la bocciatura della mozione di sfiducia, all'esito delle consultazioni posso finalmente affermare che, tramite un indispensabile e giusto riassetto complessivo del quadro amministrativo e istituzionale, tali condizioni oggi ci sono. Ora, insieme ai gruppi politici che mi hanno assicurato il loro sostegno, possiamo iniziare un nuovo percorso condiviso e costruttivo per proseguire il cammino verso la scadenza naturale del mandato del 2019».
L'affermazione di Mazzilli, però, va analizzata.
Ieri sera si è tenuta l'ultima (?) consultazione del primo cittadino con la sua "nuova" maggioranza. Le "condizioni", in particolare quelle dettate dal consigliere Franco Caputo, rimangono le stesse: azzeramento della giunta e dimissioni del presidente del consiglio comunale Ignazio Salerno. Nulla di nuovo, sembrerebbe. E, invece la novità che emerge dalla riunione è che questo «riassetto complessivo del quadro amministrativo e istituzionale» non sarà immediato ma successivo al 4 marzo. Resta da capire quale interpretazione diano i gruppi (e in particolare i singoli consiglieri) al nesso elezioni politiche/riassetto di giunta.
Con il suo post, Mazzilli invia ai suoi assessori e ai consiglieri di amministrazione delle partecipate un "avviso di sfratto" con congruo anticipo e lancia un messaggio a Franco Caputo: almeno una delle sue richieste potrebbe essere esaudita, con Perrone probabilmente fuori dalla giunta. Ed ecco che una plausibile spiegazione circa il nesso elezioni politiche e rimpasto di giunta emerge: l'eventuale elezione alla Camera di Perrone renderebbe più soft un cambio della guardia su un assessorato strategico, quello all'urbanistica.
Mazzilli, tuttavia, in questo periodo non ha mai riferito chi fossero gli invitati alle sue consultazioni. Di certo sappiamo che sia Caputo (consigliere senza partito) che Di Tria (consigliere senza partito) che Roselli (Forza Italia ma appartenente al gruppo misto) e forse anche Ventura (consigliere senza partito) hanno partecipato alle consultazioni. E sappiamo anche che il riferimento politico di Di Tria, l'ex consigliere comunale Maurizio Vernice, e il riferimento politico di Roselli, il segretario di Forza Italia Giancarlo Ungaro, non si sono resi disponibili ad un sostegno a Mazzilli.
A rigor di logica, dando ormai per superate le affermazioni di Caputo che più volte ha riferito di non voler essere "il tredicesimo", dovremmo intuire che Mazzilli potrà contare sul sostegno di Ventura e che a sua volta apre le porte ad un nuovo ingresso in maggioranza di Franco Caputo. Una matassa tanto intricata quanto complessa da descrivere... figurarsi da comprendere! Chiediamo venia se non siamo stati bravi a farci capire ma, almeno questa volta, non è colpa nostra!
Massimo Mazzilli fa riferimento «ai gruppi politici che mi hanno assicurato il loro sostegno». Anche in questo caso riteniamo opportuno capire di quali gruppi si tratti. Dopo lo sfaldamento del centrodestra in consiglio comunale, dopo i vari cambi di casacca e le lotte interne ai partiti anche questo tipo di ricostruzione risulta cosa non semplice.
Mazzilli, oltre che su se stesso, può certamente contare sul sostegno di Angelo Amorese e Giuseppe D'Introno (Città Nuova); di Savino Maldera (La Puglia prima di tutto); di Graziella Valente e Vincenzo Labianca (UDC), dei quattro di Direzione Italia transitati nel gruppo misto: Pasquale Pomodoro, Gabriele Diaferia, Ignazio Salerno e Nando Bucci; di Sergio Tedeschi (Forza della Libertà). A concludere il cerchio della maggioranza dunque dovrebbero essere Caputo e Ventura, con buona pace di ogni dichiarazione di intenti sinora pronunciata.
E la cosa sembra non essere stata gradita dai fedelissimi di Caputo.
Lo scoglio del 24 febbraio può dirsi superato. L'amministrazione non cadrà entro quella data (limite entro il quale un eventuale commissariamento sarebbe durato sino a maggio) e probabilmente resterà in vita sino a scadenza naturale di mandato. Difficile pensare che chi non ha voluto consegnare al commissario la città per qualche mese possa farlo per un anno intero.
Resta ora di capire se il patto tra Mazzilli e Caputo resisterà e a quale prezzo. In politica, com'è noto, tutto può cambiare. E il 4 marzo è lontano.