Politica
Italia in Comune sulle dimissioni del sindaco: «Manca il senso di responsabilità dell'impegno con gli elettori»
«Manfrina prevedibile: le dimissioni saranno ritirate»
Corato - lunedì 22 luglio 2019
17.43
La nota di Italia in Comune sulle dimissioni del sindaco
Dopo oltre 40 giorni dal voto la maggioranza di centrodestra ha espresso solo un risultato eclatante: le dimissioni del sindaco Pasquale D'Introno.
Ad oggi, dunque, il nostro Comune non ha una giunta, ha un sindaco dimissionario, ed ha un consiglio comunale formalmente eletto ma non in grado di operare, perché manca l'elezione del presidente (atto preliminare ad ogni ulteriore discussione), e mancano le commissioni consiliari permanenti, che sbrigano l'istruttoria delle proposte di delibera ed esprimono parere.
In breve, il Comune non è amministrato e non ha neppure linee guida dell'azione amministrativa, che devono essere presentate dal sindaco al consiglio comunale all'esordio dell'attività amministrativa.
La situazione è drammatica, se solo si considerano gli enormi problemi sul tappeto, ed il prolungato immobilismo che risale già ad ottobre 2017, quando si verificarono le prime crepe nell'amministrazione Mazzilli.
Due anni, nulla è cambiato: un centrodestra rissoso e inconcludente continua a tenere in ostaggio l'intera città, nonostante la coalizione vincente nel giugno 2019 sia rappresentata in consiglio da tre sole forze politiche, una semplificazione che avrebbe dovuto agevolare ogni decisione.
Ed invece abbiamo il nulla assoluto, anzi lo strepito delle dimissioni.
Manca del tutto il senso di responsabilità per l'impegno assunto con gli elettori; manca del tutto la consapevolezza del dovere di amministrare.
A cosa assisteremo ora ?
La manfrina è prevedibile: 20 giorni di stasi, poi in extremis le dimissioni saranno ritirate in nome di una maggioranza "coatta", costretta a fingere compattezza per non rischiare di perdere le agognate poltrone miracolosamente conquistate.
Assisteremo dunque ad un'altra agonia amministrativa, con un sindaco perennemente attaccato alla macchina dell'ossigeno ed i soliti noti che continueranno a muoversi tra i corridoi di palazzo per gestire il vero potere.
Anche D'Introno ci dirà un giorno che ogni crisi è superata, e poi qualche giorno dopo ci dirà che la crisi c'è, perché "qualcuno" trama contro l'amministrazione.
Chi sarà il "colpevole", stavolta ? il "solito" Perrone ? O piuttosto l'incapacità di un'intera classe dirigente del centrodestra, che ha smarrito del tutto il senso civico dell'impegno politico ?
La città nulla conoscerà, se non il finale, già scritto e già visto: il fallimento di un'amministrazione di centrodestra, che travolgerà ancora una volta le giuste ambizioni di crescita della nostra comunità.
Dopo oltre 40 giorni dal voto la maggioranza di centrodestra ha espresso solo un risultato eclatante: le dimissioni del sindaco Pasquale D'Introno.
Ad oggi, dunque, il nostro Comune non ha una giunta, ha un sindaco dimissionario, ed ha un consiglio comunale formalmente eletto ma non in grado di operare, perché manca l'elezione del presidente (atto preliminare ad ogni ulteriore discussione), e mancano le commissioni consiliari permanenti, che sbrigano l'istruttoria delle proposte di delibera ed esprimono parere.
In breve, il Comune non è amministrato e non ha neppure linee guida dell'azione amministrativa, che devono essere presentate dal sindaco al consiglio comunale all'esordio dell'attività amministrativa.
La situazione è drammatica, se solo si considerano gli enormi problemi sul tappeto, ed il prolungato immobilismo che risale già ad ottobre 2017, quando si verificarono le prime crepe nell'amministrazione Mazzilli.
Due anni, nulla è cambiato: un centrodestra rissoso e inconcludente continua a tenere in ostaggio l'intera città, nonostante la coalizione vincente nel giugno 2019 sia rappresentata in consiglio da tre sole forze politiche, una semplificazione che avrebbe dovuto agevolare ogni decisione.
Ed invece abbiamo il nulla assoluto, anzi lo strepito delle dimissioni.
Manca del tutto il senso di responsabilità per l'impegno assunto con gli elettori; manca del tutto la consapevolezza del dovere di amministrare.
A cosa assisteremo ora ?
La manfrina è prevedibile: 20 giorni di stasi, poi in extremis le dimissioni saranno ritirate in nome di una maggioranza "coatta", costretta a fingere compattezza per non rischiare di perdere le agognate poltrone miracolosamente conquistate.
Assisteremo dunque ad un'altra agonia amministrativa, con un sindaco perennemente attaccato alla macchina dell'ossigeno ed i soliti noti che continueranno a muoversi tra i corridoi di palazzo per gestire il vero potere.
Anche D'Introno ci dirà un giorno che ogni crisi è superata, e poi qualche giorno dopo ci dirà che la crisi c'è, perché "qualcuno" trama contro l'amministrazione.
Chi sarà il "colpevole", stavolta ? il "solito" Perrone ? O piuttosto l'incapacità di un'intera classe dirigente del centrodestra, che ha smarrito del tutto il senso civico dell'impegno politico ?
La città nulla conoscerà, se non il finale, già scritto e già visto: il fallimento di un'amministrazione di centrodestra, che travolgerà ancora una volta le giuste ambizioni di crescita della nostra comunità.