Cronaca
Incidenti stradali, la sp231 è la strada provinciale più pericolosa di Puglia
43 incidenti con 3 morti e 71 feriti: il triste primato
Corato - lunedì 29 luglio 2019
9.17
Scende ancora il numero di incidenti mortali e di vittime in tutta la Puglia, raggiungendo un nuovo minimo storico dal 2001, ma la strada provinciale 231 che lambisce il centro urbano di Corato resta la strada provinciale più pericolosa della regione.
È quanto emerso dal report annuale dell'ASSET (Agenzia Regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio) sugli incidenti stradali in Puglia, discusso negli scorsi giorni in Regione, alla presenza dell'assessore ai Trasporti, Gianni Giannini.
In una situazione complessiva di generale di miglioramento delle statistiche, spicca la situazione della grande arteria stradale che interessa il territorio della città dell'ulivo: solo quattro strade sono più pericolose della provinciale 231 e sono tutte statali: la strada statale 16, la strada statale 96, la strada statale 100 e la strada statale 07 in provincia di Taranto.
Giannini ha sottolineato come «nel 2018 il numero dei sinistri mortali (167) e quello dei morti (201) rappresentino i valori più bassi dal 2001. Rispetto al 2017, nel 2018 si è registrato un decremento del 20,5% degli incidenti mortali, del 14,8% delle persone decedute e dell'1% degli incidenti con lesioni; sale invece dello 0,1% il numero dei feriti, che passano da 16.116 a 16.135. Si tratta comunque ancora di un bollettino di guerra, per cui non bisogna abbassare la guardia».
«Il decremento complessivo dell'incidentalità stradale e della mortalità da incidente - ha aggiunto l'assessore - non deve distoglierci dal percorso di educazione e prevenzione che la Regione e l'ASSET hanno avviato con altri organismi pubblici, come l'Università di Bari e la Direzione Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia. Sensibilizzare i giovani alle tematiche della sicurezza stradale e a comportamenti corretti al volante è fondamentale, ma si deve investire anche nell'educazione di adulti e guidatori esperti, in quanto i soggetti che ricadono in queste tipologie risultano essere i principali responsabili di incidenti stradali».
Se però la Regione Puglia sta provvedendo importanti interventi strutturali e ampliamento di carreggiate per la strada statale 016, la strada statale 007, la strada statale 100, la strada statale 172 e la strada statale 275, nessun intervento di decongestione del traffico e di riduzione della pericolosità sono in programma su tutta la strada provinciale 231 e sul tratto che riguarda Ruvo di Puglia.
Un paradosso che stride fortemente con i dati sciorinati dall'assessore regionale, che preferisce limitarsi a «continuare a condividere e promuovere la necessità di maggiore prudenza sulle strade, soprattutto quelle ad alto rischio di incidenti, moderando la velocità in relazione al contesto ed alla situazione ambientale, rispettare scrupolosamente semafori e segnali stradali, evitare l'utilizzo di smartphone alla guida, così come attenersi al divieto d'uso di alcool e di sostanze stupefacenti, sono regole che se non rispettate conducono ad azioni criminali che mettono in grave pericolo la vita propria e delle altre persone».
Preservare la propria incolumità e non creare pericolo a quella degli altri è un obbligo di convivenza civile, fondato sulla consapevolezza del valore della vita propria e degli altri.
È quanto emerso dal report annuale dell'ASSET (Agenzia Regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio) sugli incidenti stradali in Puglia, discusso negli scorsi giorni in Regione, alla presenza dell'assessore ai Trasporti, Gianni Giannini.
In una situazione complessiva di generale di miglioramento delle statistiche, spicca la situazione della grande arteria stradale che interessa il territorio della città dell'ulivo: solo quattro strade sono più pericolose della provinciale 231 e sono tutte statali: la strada statale 16, la strada statale 96, la strada statale 100 e la strada statale 07 in provincia di Taranto.
Giannini ha sottolineato come «nel 2018 il numero dei sinistri mortali (167) e quello dei morti (201) rappresentino i valori più bassi dal 2001. Rispetto al 2017, nel 2018 si è registrato un decremento del 20,5% degli incidenti mortali, del 14,8% delle persone decedute e dell'1% degli incidenti con lesioni; sale invece dello 0,1% il numero dei feriti, che passano da 16.116 a 16.135. Si tratta comunque ancora di un bollettino di guerra, per cui non bisogna abbassare la guardia».
«Il decremento complessivo dell'incidentalità stradale e della mortalità da incidente - ha aggiunto l'assessore - non deve distoglierci dal percorso di educazione e prevenzione che la Regione e l'ASSET hanno avviato con altri organismi pubblici, come l'Università di Bari e la Direzione Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia. Sensibilizzare i giovani alle tematiche della sicurezza stradale e a comportamenti corretti al volante è fondamentale, ma si deve investire anche nell'educazione di adulti e guidatori esperti, in quanto i soggetti che ricadono in queste tipologie risultano essere i principali responsabili di incidenti stradali».
Se però la Regione Puglia sta provvedendo importanti interventi strutturali e ampliamento di carreggiate per la strada statale 016, la strada statale 007, la strada statale 100, la strada statale 172 e la strada statale 275, nessun intervento di decongestione del traffico e di riduzione della pericolosità sono in programma su tutta la strada provinciale 231 e sul tratto che riguarda Ruvo di Puglia.
Un paradosso che stride fortemente con i dati sciorinati dall'assessore regionale, che preferisce limitarsi a «continuare a condividere e promuovere la necessità di maggiore prudenza sulle strade, soprattutto quelle ad alto rischio di incidenti, moderando la velocità in relazione al contesto ed alla situazione ambientale, rispettare scrupolosamente semafori e segnali stradali, evitare l'utilizzo di smartphone alla guida, così come attenersi al divieto d'uso di alcool e di sostanze stupefacenti, sono regole che se non rispettate conducono ad azioni criminali che mettono in grave pericolo la vita propria e delle altre persone».
Preservare la propria incolumità e non creare pericolo a quella degli altri è un obbligo di convivenza civile, fondato sulla consapevolezza del valore della vita propria e degli altri.