Cronaca
Inchiesta toghe sporche, Savasta ammette: «Chiesi denaro a Tarantini»
I soldi per archiviare una indagine artatamente allestita
Corato - sabato 8 giugno 2019
12.13
Nuovi importanti particolari emergono in merito all'inchiesta su presunte inchieste pilotate in cambio di favori che vede tra i principali protagonisti i magistrati Antonio Savasta e Michele Nardi e il sovrintendente di polizia Vincenzo Di Chiaro.
Nel corso dell'incidente probatorio dinanzi al gip di Lecce, stando a quanto riportato da alcune testate nazionali, l'ex magistrato Antonio Savasta avrebbe ammesso di aver richiesto 300mila euro all'imprenditore di Corato Tarantini per archiviare una indagine allestita artatamente.
Savasta, inoltre, avrebbe detto di essere stato indotto dal collega Nardi ad atti di corruzione.
Ieri, per la prima volta, Nardi e Savasta si sono ritrovati l'uno di fronte all'altro. Savasta, stando a quanto riferito dal quotidiano La Repubblica, avrebbe confermato il pagamento di mazzette da parte di D'Introno e Tarantini a Nardi. Savasta avrebbe consegnato a Tarantini la busta con la richiesta del denaro.
Anche il sovrintendente Di Chiaro avrebbe ammesso le proprie responsabilità ma avrebbe respinto l'accusa di aver ricevuto denaro. Avrebbe falsificato atti e firme al solo fine di ricevere alcune informazioni.
Intanto il gip ha accolto la richiesta di proroga delle indagini e disposto la custodia cautelare per i tre indagati per ulteriori tre mesi.
Nel corso dell'incidente probatorio dinanzi al gip di Lecce, stando a quanto riportato da alcune testate nazionali, l'ex magistrato Antonio Savasta avrebbe ammesso di aver richiesto 300mila euro all'imprenditore di Corato Tarantini per archiviare una indagine allestita artatamente.
Savasta, inoltre, avrebbe detto di essere stato indotto dal collega Nardi ad atti di corruzione.
Ieri, per la prima volta, Nardi e Savasta si sono ritrovati l'uno di fronte all'altro. Savasta, stando a quanto riferito dal quotidiano La Repubblica, avrebbe confermato il pagamento di mazzette da parte di D'Introno e Tarantini a Nardi. Savasta avrebbe consegnato a Tarantini la busta con la richiesta del denaro.
Anche il sovrintendente Di Chiaro avrebbe ammesso le proprie responsabilità ma avrebbe respinto l'accusa di aver ricevuto denaro. Avrebbe falsificato atti e firme al solo fine di ricevere alcune informazioni.
Intanto il gip ha accolto la richiesta di proroga delle indagini e disposto la custodia cautelare per i tre indagati per ulteriori tre mesi.