Associazioni
Imprese storiche, Confartigianato: «Ora dare seguito nella nuova programmazione»
Il parere di Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato imprese
Corato - venerdì 30 luglio 2021
«L'approvazione di questo provvedimento all'unanimità da parte del Consiglio regionale è sintomo di una rinnovata attenzione della Regione nei confronti dell'inestimabile patrimonio rappresentato dagli artigiani e dalle piccole imprese storiche della Puglia. Così Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia, commenta l'approvazione da parte del Consiglio regionale del disegno di legge per la promozione delle attività storiche e di tradizione. «Siamo quindi soddisfatti, anche perché si tratta di una misura che come Confartigianato abbiamo contribuito a costruire, lavorando a stretto contatto con l'assessorato allo sviluppo economico. È essenziale, però, non fermarsi al mero riconoscimento ma fare di questa legge la base di partenza per strutturali politiche di sviluppo anche a valere sulla prossima programmazione dei fondi comunitari».
La legge valorizza il contributo allo sviluppo economico, culturale e turistico generato dalle attività caratterizzate da una combinazione di fattori legati alla continuità nel tempo, ai prodotti offerti, alla storicità della denominazione oltre alla collocazione in strutture architettoniche e in contesti di particolare interesse storico o culturale per la comunità, come i centri storici. Più le attività sono risalenti nel tempo, risultano fedeli al passato e conservano connotati storici e identità, arredi e caratteri vintage, più rientrano nella tutela riconosciuta dalla Regione. La legge distingue le attività in tre macroaree: botteghe artigiane; negozi storici (esercizi commerciali); locali storici (ristorazione e somministrazione alimenti). A loro volta queste aree contemplano tre categorie a seconda degli anni di esercizio dimostrabili: 30, 40 o 70. In particolare, le imprese che possono provare 70 anni di attività potranno fregiarsi del titolo di bottega, negozio o locale "patrimonio di Puglia".
Secondo Sgherza: «Riconoscere, tutelare e proteggere le nostre attività storiche è strategico sotto il punto di vista economico, sociale e finanche turistico: ciascuna di esse è un concentrato inestimabile di storia, conoscenze e saper fare. Alcune sono diventate un riferimento per la comunità tanto da identificare una zona, un quartiere o addirittura da essere citate in libri e film, senza contare il ruolo che hanno giocato nello sviluppo del territorio come luoghi di specializzazione di maestranze e fucine di crescita professionale. Usando le parole dell'assessore Alessandro Delli Noci, queste aziende sono "l'anima" del nostro territorio.
È fondamentale però – continua il presidente – che non ci si fermi all'attribuzione del titolo, gratificante per carità, ma effimera: occorre utilizzare questo patrimonio imprenditoriale per inaugurare un percorso di sostegno, sviluppo e rivalutazione anche nell'ambito delle politiche giovanili e della creazione di nuove professionalità. Un'operazione, questa, che deve far parte di una strategia più complessiva, che porti finalmente a compimento, dopo anni di attesa, il sistema dei Maestri Artigiani e delle Botteghe-Scuola e il rilancio dell'apprendistato duale. Per questo continueremo a lavorare con la Regione: perdere l'opportunità di dare continuità e futuro alle nostre imprese e ai nostri giovani, sarebbe un errore imperdonabile».
La legge valorizza il contributo allo sviluppo economico, culturale e turistico generato dalle attività caratterizzate da una combinazione di fattori legati alla continuità nel tempo, ai prodotti offerti, alla storicità della denominazione oltre alla collocazione in strutture architettoniche e in contesti di particolare interesse storico o culturale per la comunità, come i centri storici. Più le attività sono risalenti nel tempo, risultano fedeli al passato e conservano connotati storici e identità, arredi e caratteri vintage, più rientrano nella tutela riconosciuta dalla Regione. La legge distingue le attività in tre macroaree: botteghe artigiane; negozi storici (esercizi commerciali); locali storici (ristorazione e somministrazione alimenti). A loro volta queste aree contemplano tre categorie a seconda degli anni di esercizio dimostrabili: 30, 40 o 70. In particolare, le imprese che possono provare 70 anni di attività potranno fregiarsi del titolo di bottega, negozio o locale "patrimonio di Puglia".
Secondo Sgherza: «Riconoscere, tutelare e proteggere le nostre attività storiche è strategico sotto il punto di vista economico, sociale e finanche turistico: ciascuna di esse è un concentrato inestimabile di storia, conoscenze e saper fare. Alcune sono diventate un riferimento per la comunità tanto da identificare una zona, un quartiere o addirittura da essere citate in libri e film, senza contare il ruolo che hanno giocato nello sviluppo del territorio come luoghi di specializzazione di maestranze e fucine di crescita professionale. Usando le parole dell'assessore Alessandro Delli Noci, queste aziende sono "l'anima" del nostro territorio.
È fondamentale però – continua il presidente – che non ci si fermi all'attribuzione del titolo, gratificante per carità, ma effimera: occorre utilizzare questo patrimonio imprenditoriale per inaugurare un percorso di sostegno, sviluppo e rivalutazione anche nell'ambito delle politiche giovanili e della creazione di nuove professionalità. Un'operazione, questa, che deve far parte di una strategia più complessiva, che porti finalmente a compimento, dopo anni di attesa, il sistema dei Maestri Artigiani e delle Botteghe-Scuola e il rilancio dell'apprendistato duale. Per questo continueremo a lavorare con la Regione: perdere l'opportunità di dare continuità e futuro alle nostre imprese e ai nostri giovani, sarebbe un errore imperdonabile».