Scuola e Lavoro
"Imparare dal Sud. Lezione di sviluppo all’Italia", il nuovo libro di Lino Patruno
Presentato in assemblea degli studenti del Liceo Artistico “Federico II Stupor Mundi"
Corato - mercoledì 28 febbraio 2024
9.59
Dopo Agostino Burberi, primo allievo di don Milani e il prof. Maurizio Quinto, che ha spiegato il passaggio dai computer basati sui transistori a quelli basati sui qubit, ovvero i computer quantistici, ieri mattina, in assemblea, gli studenti del Liceo Artistico "Federico II, Stupor mundi" hanno incontrato Lino Patruno, una delle intelligenze più vivaci e "impegnate" della nostra terra. Già direttore della "Gazzetta del Mezzogiorno" e professore di "Beni culturali" e informazione nell'università di Foggia, insegna giornalismo alla università di Bari.
Di intellettuali, di bravi professionisti delle università, della carta stampata o dei talkshow televisivi se ne contano tanti, ma coloro che si mettono al servizio di un ideale, di una causa, quelli che il filosofo Sarte chiamava intellettuali "engagés" sono, oggi, rari. In tempo di crisi di "civiltà", di crisi economica e sociale, quanti sono quegli intellettuali che dedicano le proprie energie per aprire nuove prospettive, offrire possibili soluzioni ai problemi, proporre nuove visioni del mondo di cui specialmente i giovani hanno tanto bisogno? Lino Patruno è uno di quei pochi rimasti sul fronte, che fa resistenza, che prova a tradurre una speranza in prospettiva concreta di vita.
Attraverso il suo ultimo libro "Imparare dal Sud. Lezione di sviluppo all'Italia" non parla del Sud delle narrazioni mitologiche e strumentali, ma parla di un altro Sud, di un Sud ricco di potenzialità che stanno lì, in attesa che qualcuno le esplori. E sono immense quelle potenzialità. Il suo libro è ricco di testimonianze di potenzialità che i giovani del Sud hanno scoperto, esplorato e messe in atto, che sono riusciti a fare il più col meno, che hanno fatto fiorire il deserto perché, anziché partire dal Sud, hanno scelto di far ri-partire il Sud. E ci sono riusciti. Sono giovani che con lo studio, la creatività, la fantasia e il costante lavoro hanno iniziato loro a raccontare il Sud, un altro possibile Sud, facendo dimenticare quello raccontato e maltrattato da altri. E da questa narrazione che Lino Patruno ci ha prospettato è emersa la falsità del "teorema meridionale" secondo il quale il Sud sarebbe terra dello spreco, quel Sud senza il quale l'Italia sarebbe più ricca, che inghiotte senza frutto fiumi di risorse economiche, dove i soldi finiscono nelle mani di politici corrotti e organizzazioni criminali. Contrariamente a questo falso teorema, il Sud è terra di opportunità, di risorse, di ricchezza, di bellezza, dunque, di speranza per i giovani.
Se i giovani possono legittimamente sperare, c'è una classe politica che lavora per spegnere questa speranza. Sono coloro che quella speranza del Sud vogliono trasferire al Nord, in quel Nord ricco, ma che teme di perdere il primato. Così, Lino Patruno accompagna i ragazzi a riflettere sulla pericolosità per l'unità della nostra Repubblica derivante dalla autonomia regionale differenziata (decreto Calderoli), ormai in dirittura di arrivo al Senato. Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, le regioni più ricche, vogliono, di fatto, una egoistica secessione da quelle regioni più povere d'Italia, attraverso la richiesta di tutte le 23 materie elencate nell'articolo 117 della Costituzione perché, avendo perso fiducia nelle sorti del paese Italia, mirano ad avere più soldi e più potere per prendersi cura degli interessi esclusivi dei cittadini dei propri territori. Con questa operazione tratterrebbero nei propri territori il 90% del gettito fiscale, che corrisponde a circa il 40% in meno di entrate da parte dello Stato e quindi un taglio ulteriore del 40% dei fondi per le regioni più povere.
Disegnare condizioni privilegiate per singole aree regionali accrescerebbe le disuguaglianze già in atto, e sottrarrebbe lo stato centrale alla responsabilità di attuare politiche pubbliche di riequilibrio territoriale, di contrasto alla divaricazione crescente dei redditi e di tutela di eguali diritti. Ipotizzare una organizzazione del welfare favorendo questa o quella regione equivale, di fatto, a dissolvere i vincoli che tengono unito il paese, minacciando l'unità nazionale.
Cosa fare? Resistere, opporsi a questo tentativo eversivo e organizzare una resistenza civile per salvare l'unità del nostro paese. Per questa ragione, gli studenti del Liceo Artistico stanno organizzando un vero e proprio laboratorio di educazione civica partecipando con un pullman alla manifestazione del 16 marzo a Napoli contro l'autonomia regionale differenziata.
Dal Sud, dai suoi giovani può arrivare una parola nuova, una visione nuova, una speranza per una Italia migliore, ecco, si può "imparare dal Sud. Una lezione di sviluppo all'Italia".
Di intellettuali, di bravi professionisti delle università, della carta stampata o dei talkshow televisivi se ne contano tanti, ma coloro che si mettono al servizio di un ideale, di una causa, quelli che il filosofo Sarte chiamava intellettuali "engagés" sono, oggi, rari. In tempo di crisi di "civiltà", di crisi economica e sociale, quanti sono quegli intellettuali che dedicano le proprie energie per aprire nuove prospettive, offrire possibili soluzioni ai problemi, proporre nuove visioni del mondo di cui specialmente i giovani hanno tanto bisogno? Lino Patruno è uno di quei pochi rimasti sul fronte, che fa resistenza, che prova a tradurre una speranza in prospettiva concreta di vita.
Attraverso il suo ultimo libro "Imparare dal Sud. Lezione di sviluppo all'Italia" non parla del Sud delle narrazioni mitologiche e strumentali, ma parla di un altro Sud, di un Sud ricco di potenzialità che stanno lì, in attesa che qualcuno le esplori. E sono immense quelle potenzialità. Il suo libro è ricco di testimonianze di potenzialità che i giovani del Sud hanno scoperto, esplorato e messe in atto, che sono riusciti a fare il più col meno, che hanno fatto fiorire il deserto perché, anziché partire dal Sud, hanno scelto di far ri-partire il Sud. E ci sono riusciti. Sono giovani che con lo studio, la creatività, la fantasia e il costante lavoro hanno iniziato loro a raccontare il Sud, un altro possibile Sud, facendo dimenticare quello raccontato e maltrattato da altri. E da questa narrazione che Lino Patruno ci ha prospettato è emersa la falsità del "teorema meridionale" secondo il quale il Sud sarebbe terra dello spreco, quel Sud senza il quale l'Italia sarebbe più ricca, che inghiotte senza frutto fiumi di risorse economiche, dove i soldi finiscono nelle mani di politici corrotti e organizzazioni criminali. Contrariamente a questo falso teorema, il Sud è terra di opportunità, di risorse, di ricchezza, di bellezza, dunque, di speranza per i giovani.
Se i giovani possono legittimamente sperare, c'è una classe politica che lavora per spegnere questa speranza. Sono coloro che quella speranza del Sud vogliono trasferire al Nord, in quel Nord ricco, ma che teme di perdere il primato. Così, Lino Patruno accompagna i ragazzi a riflettere sulla pericolosità per l'unità della nostra Repubblica derivante dalla autonomia regionale differenziata (decreto Calderoli), ormai in dirittura di arrivo al Senato. Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, le regioni più ricche, vogliono, di fatto, una egoistica secessione da quelle regioni più povere d'Italia, attraverso la richiesta di tutte le 23 materie elencate nell'articolo 117 della Costituzione perché, avendo perso fiducia nelle sorti del paese Italia, mirano ad avere più soldi e più potere per prendersi cura degli interessi esclusivi dei cittadini dei propri territori. Con questa operazione tratterrebbero nei propri territori il 90% del gettito fiscale, che corrisponde a circa il 40% in meno di entrate da parte dello Stato e quindi un taglio ulteriore del 40% dei fondi per le regioni più povere.
Disegnare condizioni privilegiate per singole aree regionali accrescerebbe le disuguaglianze già in atto, e sottrarrebbe lo stato centrale alla responsabilità di attuare politiche pubbliche di riequilibrio territoriale, di contrasto alla divaricazione crescente dei redditi e di tutela di eguali diritti. Ipotizzare una organizzazione del welfare favorendo questa o quella regione equivale, di fatto, a dissolvere i vincoli che tengono unito il paese, minacciando l'unità nazionale.
Cosa fare? Resistere, opporsi a questo tentativo eversivo e organizzare una resistenza civile per salvare l'unità del nostro paese. Per questa ragione, gli studenti del Liceo Artistico stanno organizzando un vero e proprio laboratorio di educazione civica partecipando con un pullman alla manifestazione del 16 marzo a Napoli contro l'autonomia regionale differenziata.
Dal Sud, dai suoi giovani può arrivare una parola nuova, una visione nuova, una speranza per una Italia migliore, ecco, si può "imparare dal Sud. Una lezione di sviluppo all'Italia".